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Kane Roberts

Questa intervista è stata fatta qualche ora prima del concerto di Kane Roberts al Firefest dove parla del suo passato, del presente e del futuro.

Sono entrato in contatto con Kane Roberts molto tempo prima che fosse annunciata la sua esibizione al Firefest ed ero ansioso sia di incontrarlo di persona che di intervistarlo a Nottingham. Questa intervista è stata fatta qualche ora prima del suo concerto al festival dove parla del suo passato, del presente e del futuro.

Criss: Eccoci qui con il grande Kane Roberts… per favore, Kane, che cosa può dirci degli inizi della tua carriera prima di entrare nella band di Alice Cooper?

Kane: Come qualsiasi band, suonavamo a New York, negli Strip Club, sai in quei grandi e differenti club, nelle serate rock… solo per mantenere il flusso creativo… non necessariamente per soldi, se avessi voluto fare soldi avrei fatto altre cose, come quando vendevo carte per il black jack illegale a Manhattan, infatti si usava affittare una stanza d’albergo tutti i week-end e poi giocavano… sai 20 dollari uno, 20 l’altro fino alle 8 di mattina… ovvio speravo sempre che fossero più di 20 dollari.
Facevamo cover e pezzi originali, cose così, ma ero solo un ragazzino che cercava di diventare una star… sapevo quanto amavo la musica, così non avevo scelta… dovevo fare tutto questo.

Criss: OK… come sei entrato a far parte del gruppo di Alice Cooper band?

Kane: Well, quando ho iniziato a suonare con il mio gruppo a New York abbiamo ricevuto una chiamata… avevamo già aperto gli show di Joan Jett, Molly Hatched, e altri ancora… abbiamo ricevuto questa chiamata che ci diceva che Alice Cooper aveva bisogno di un gruppo d’apertura. Non l’avevo mai incontrato, ricordo che mi sembrava un tipo fuori di testa… è stato strano.
Qualche anno più tardi andai agli uffici di Manhattan per incontrare Chat Gordon, Danny Markus, Bob Ezrin e poi Alice Cooper, tutti nella stessa stanza, ed è stato per me un’innesto di fiducia, non ero nervoso… devo ammettere che è stato divertente. Io ed Alice siamo diventati immediatamente amici al di là della musica, un’amicizia molto stretta fin da subito e poi… abbiamo iniziato a collaborare. La prima cosa su cui lavorammo fu una sorta di versione metal oscura di Sgt. Pepper… ma alla fine non se ne fece nulla. Fu il primo progetto, ma poi siamo passati subito a “Constrictor”.

Criss: …e poi ti sei messo al lavoro ai tuoi album solisti, tra cui il grande “Saints & Sinners”?

Kane: Avevo una buona spinta e con il management di Alice ho sempre lavorato molto bene, quindi, visto che con Alice avevamo deciso di puntare verso un’altro tipo di sonorità, decidemmo insieme che poteva essere il momento giusto per realizzare un mio lavoro solista e così iniziai a lavorare al primo disco.
E’ sempre stato il mio obiettivo principale, anche se ero totalmente concentrato su Alice, mi lasciarano il mio spazio per dedicarmi all’album e mi supportarano totalmente.
Così ho fatto il primo passo incontrando Michael Wagener, che aveva già prodotto gli album dei Dokken che avevano delle grandi sonorità e così decisi di lavorare con lui. Gli portai alcuni pezzi che avevo fatto con i ragazzi a New York per registrali e fu una bella esperienza, ero davvero felice di come venne la registrazione.
La mia preferenza, se proprio devo dirne una, potrebbe cadere proprio su “Saints & Sinners”, anche se ci sono cose che mi piacciono su ogni album…  “Women On The Edge Of Love” per esempio, molta gente non sa che è stata registrata da Pat Travers che ne ha fatta una grande versione…

Criss: Perché sei stato lontano dalla musica per così tanto tempo?

Kane: E’ una cosa divertente sai? …Perché è una domanda che mi faccio spesso anche io… credo che sia andata così più o meno: ho suonato con Alice, ho pubblicato “Saints & Sinners” e poi c’è stato un momento dove mi sono fermato, mi sono guardato intorno e mi sono detto “Voglio fermarmi, non ho più intenzione di continuare”, non era una cosa premeditata, ma un processo naturale. Ne parlavo con Bob Ezrin di questa cosa, che volevo fare altro senza però fermare la mia creatività… erano 8 o 9 anni fa e lui mi disse: “Attento, che ci ritornerai ancora a suonare musica!”, ed è quello che sto facendo ora.
Il music business è un mondo davvero strano perché ci sono i fan, quelli che ascoltano la tua musica, quelli che fanno musica per passione e quelli per soldi, ma alcune volte l’industria musicale ha delle esigenze e devi fare quello che vuole sentire il pubblico… e questo mi ha fatto male.
Non ho messo via la chitarra, ma ho continuato a suonarla per tutto il tempo, facendo concerti con amici o cose del genere… ho solo staccato la spina per un pò…

Criss: Quali sono le tue aspettative per il concerto di oggi?

Kane: Suonerò con i ragazzi dei Talon e sta andando alla grande. Ci divertiamo… hanno un bassista, un batterista, hanno tutto questi ragazzi… il pubblico sarà li ad ascoltare la nostra musica, noi che suoniamo. E’ così differente che stare in studio o suonare da soli… per me non c’è differenza suonare di fronte a una sola persona o a 90 mila persone, voglio dire, è l’energia sul palco la cosa che conta e noi ne cremiamo molta on stage che ti fa andare avanti e indietro.
Sarà divertente, non siamo una band che suona insieme da 5 anni, stiamo ancora rodando, ma ci divertiremo e faremo un sacco di pezzi di “Saints & Sinners” qualcosa dei Phoenix Down e un paio di pezzi di Alice Cooper.

Criss: C’è qualcosa di nuovo anche?

Kane: Yeah, ho un mucchio di roba registrata nel corso di questi anni, una ventina di canzoni probabilmente fatte in diversi periodi che avrei voluto prepare per il Firefest, ma che non ho in tempo… spero di riuscirsi per la fine dell’anno.

Criss: Quali sono i tuoi programmi per il futuro?

Kane: Vorrei pubblicare della musica, ma è differente al giorno d’oggi, non è la stessa cosa di quando ero ragazzino quando correvo tra le case discografiche e andavo nei peggiori club della città a distribuire cassette pensando di trovare qualcosa di importante. Ci sono ancora questo tipo di ragazzi, ma l’industria non sa come gestire il cambiamento tecnologico ed è una cosa che è già successa. La tecnologia arriva, cambia tutto e distrugge qualsiasi altra cosa e non credo che in questo momento sappiano bene come commercializzare i loro prodotti.
La mia intenzione quindi è quella di suonare concerti e vendere la mia musica direttamente li che fungerebbe un pò da negozi, ma mi sto concentrando sulla musica ora e sto cercando una buona etichetta che mi offra un buon contratto per il futuro… ora forse c’è questa etichetta giapponese con cui sono entrato in contatto e sembra che stiamo parlando la stessa lingua, mi hanno detto: “Non vogliamo più realizzare più CD per i negozi”.
Loro fanno questi mega concerti dove ci sono 10, 5 o 8 grandi band creando così un’enorme negozio dove migliaia di persone hanno la possibilità di comprare il CD, che ora non è poi così diverso da una T-shirt o da un portachiavi.
In altre parole,  una sorta di fiera, una cosa innovativa e rivoluzionaria nel mondo della musica. Ricordo che quando stavo lavorando con Desmond Child mi disse: “You should never let anything out that you wouldn’t go to a store and buy yourself”… per concludere, suonerò e registrerò la mia musica.

Criss: Cool… le ultime parole da dire ai lettori?

Kane: Sembra una cosa banale, ma viviamo le nostre vite attraverso diversi momenti e non sempre prendiamo le decisioni giuste, ma dobbiamo imparare ad ascoltare quella vocina che ci indica la strada giusta e la cosa migliore da fare è ascolatre se stessi senza sentire quello che ti dicono di fare gli altri!

Criss: OK, cool! Thank you so much, Kane!

Kane: You’re welcome… was that cool? (laughs)

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