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A.A.V.V.
"Kiss Or Kill - Present Los Angeles Classics. Compilation Vol.1"
War Room Records - 2004

Che cos'è Kiss or Kill? E' semplicemente il nome di una serata che si tiene allo Zen Sushi a Silver Lake incentrata su band power-pop, old-school punk rock, new wave e 70's style glam e creata da Cooper (bassista dei BANG sugar BANG) e John Arakaki (bassista dei Silver Needle).

Da questa serata è nata la compilation in questione, che non è altro che un biglietto da visita per far conoscere il movimento underground califoniano dove possiamo notare interessanti novità (le brave THE RANDIES che con la loro "Boys In Stereo" riescono a fondere Donnas e Avril Lavigne, i glam punker DEADBEAT SINATRA oppure le punky bubblegum DOLLYROTS con la divertente "Jackie Chan").
Bravi i già conosciuti BANG SUGAR BANG e SILVER NEEDLE, mentre non mi hanno troppo entusiasmato ZEITGEIST AUTO PARTS, the O.A.O.T.'s e KING CHEETAH. Bell'iniziativa che sicuramente non ha intenti commerciali ma quella esclusivamente di supportare la scena di Los Angeles e quindi non mi resta che lodare l'amico John Arakaki!
Moreno Lissoni

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wankersdc@yahoo.it

 

The WANKERS
"Let's Spend The Night Together"
Self Produced - 2003

Punk Rock N' Roll per questi Wankers che vedono Mick alla voce, Monkey e Deluxe alle chitarre, Maphia al basso e Memphis dietro le pelli. La band patavina ha sulle spalle una fiorente attività live e dopo aver calcato per 2 anni i palchi del triveneto, lo scorso anno sono usciti con il loro primo demo che prende il nome di "Let's Spend The Night Together", 5 tracce dalle sonorità sporche e aggressive figlie del punk anni 70.

Si parte con l'esplosiva "R’n’R Mayhems", e già ci possiamo accorgere queli sono le influenze principali della band che vanno dai DEADBOYS agli STOOGES, dai DAMNED ai MOTORHEAD per arrivare ai più recenti SINISTERS e poi via con "Jaw-ish Doll", "You're So Oppressive", ecc... 70% punk e 30% scan rock, ecco i the Wankers!
Moreno Lissoni

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A.A. V.V.
"None Blacker - A Tribute To Metallica"
Perris Records - 2003

Non è facile proporre un buon tribute album e l’impresa diventa ancora più ardua quando l’oggetto della cover è una band-mostro sacro come i Metallica. In realtà si tratta di un tribute album sui generis, infatti delle 17 tracce proposte, le ultime 8 sono sampler di alcuni dei gruppi coverizzatori. La scelta dei brani è, a mio giudizio, ottima, anche se troppo limitata. Vengono passati in rassegna alcuni dei classici del gruppo, ma ne vengono colpevolmente tralasciati altri; non può, del resto, essere altrimenti quando il tribute in sé si compone di soli 9 pezzi.

Si parte alla grandissima con “Sad But True” interpretata dagli Enertia in maniera quasi impeccabile. C’è chi la definisce addirittura meglio dell’originale. Io non mi spingerei così in là, ma la versione è decisamente valida. Purtroppo è l’unico elemento degno di nota, il resto dell’album non ha niente di speciale, né di originale. Steve Blaze (“Master Of Puppets”), Divine Ruins (“Seek & Destroy”, “Thing That Should Not Be”), Every Mother’s Nightmare (“Wherever I May Roam”), Brutal Faith (“Jump In The Fire”), Animal Mothers (“For Whom The Bell Tolls”) e ancora gli Enertia (“Welcome Home (Sanitarium)”) propongono una serie di brani ben suonati, ma troppo uguali agli originali e non supportati da voci adatte, troppo poca aggressività per poter eguagliare il caro Hetfield. Al contrario, pollice stra-verso per i Blessed Agony che offrono una versione di “Ride The Lightning” vomitevole.

Globalmente mi sembra un disco senza pretese e senza particolari meriti. Qualche buono spunto, ma, nel complesso, un disco anonimo, con l’obiettivo, più o meno palese, di promuovere bands poco conosciute piuttosto che rendere il proprio tributo ad un gruppo. Insomma, se vi piacciono i Metallica, continuate ad ascoltare quelli veri, è meglio.
Claudia Schiavone

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ALYSON AVENUE
"Omega"
AOR Heaven - 2004

Era dai tempi del secondo lavoro dei Dante Fox che non mi ascoltavo con piacere un CD di melodic rock con il cantato femminile. A rinfrescarmi le orecchie con sonorità pompose e melodiche ci hanno pensato questi Alyson Avenue band nata nel lontano 1989 e con nelle ossa gli album di TREAT, EUROPE e HEART con all'attivo un disco dal titolo "Presence Of Mind" uscito nel novembre del 2000.

Dietro al microfono troviamo Annette Blyckert, una sorta di Sue Willetts/Robin Beck che non sembra proprio sfigurare nel confronto con le regine del genere e dimostrando di trovarsi a suo agio sia negli episodi più rockeggianti che in quelli più tranquilli. Riff, tasti d'avorio (mai in primo piano però) e tanta melodia sono gli elementi portanti di questo "Omega", e così già dall'opener "When Dreams Fall Apart" si denotano le coordinate sonore di questo album che prosegue con le DANTE FOXiane "Tonight Is All You Get" e "One Life One Show" e poi via con "Do You Ever Miss My Passion" e la ballad "Echoes Of My Heart", plagio di "All Nite All Day" dei MASQUERADE.
Alla fine dell'album troviamo gli hard rock melodici di "I Still Believe", "I Have Been Waiting", "Can I Be Wrong" e "Whenever You Need Someone" che chiudono in bellezza questo cd.
Moreno Lissoni

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ZINATRA
"Zinatra"
"The great escape"
Rockumentary part 1 & 2
Snakebite Records / Frontiers Records - 2004

I tempi migliori se ne sono andati, diceva qualcuno. Anche per la musica, alcuni del popolo slammista, sapranno certamente a cosa mi riferisco.
Correva l’anno 1986 e nel nord Europa c’era grande fermento discografico. Tutti inseguivano la corsa dell’oro rockettaro che negli Stati Uniti spopolava ormai da tempo.
Il produttore Erwin Musper, oltre che musicista e compositore, scoprì questo combo di stelle nascenti e decise di promuovere il loro materiale.
Accompagnati casualmente da alcuni membri dei DEF LEPPARD (Phil Collen suonò il solo di “Feather in the wind”/ndr) e dei QUEENSRYCHE (da notizie sulla loro biografia/Ndr), diedero alla luce il loro primo sudatissimo album omonimo. Era il 1988.

“Zinatra” (1988): l’album uscito dapprima nella sola Olanda raggiunse invece poi tutti gli stati europei sino ad approdare al sud america ( in Perù la song “Hero” rimase per lungo tempo al primo posto in classifica/ndr) e quindi trasportato di riflesso anche all’attenzione degli Stati Uniti. Fu così grande il consenso del pubblico che il manager di David Lee Roth li volle per tutto il tour europeo di “Skyscraper”. Alcune canzoni, come l’opener “Looking for love”, “Love or loniless” e “Feather in the wind” entrarono nelle top 40 europee e, pur rimanendo per pochi giorni, smossero comunque l’attenzione al nuovo combo nordico, pubblicizzandoli tra le fila dei miglior gruppi Hard Rock Europei come EUROPE, TREAT e VENGEANCE.
L’album, ormai introvabile e reperibile solo sul web a cifre che vanno dai 30 agli 80 dollari, è stato ristampato dalla Snakebite Rec., sottoetichetta della RockInc., proprio in questi ultimi mesi.
Il sound proposto dal primo disco degli Zinatra risente dell’acerba esperienza da studio ma mostra come l’AOR sia di fatto un nuovo stile di vita (parlo dell’87, epoca in cui si registrò/ndr), non solo per la West Coast statunitense ma anche per gli europei. Le sonorità sono quindi molto attente ad accordi semplici, diretti ed enfatizzati sempre da un fiume di tastiere che danno l’etichetta “eighties’ style” su ogni brano, rendendoli papabili anche ai molti che in quel periodo si accostavano al solo sound popolare.
Il successo, come sempre, porta con sé anche alcuni aspetti negativi e la major (la MercurY Europe/ndr) decise di mettere mano alla band per ristabilizzarla su terreni più inclini ai gusti pomposi del rock Bonjoviano.

“The Great Escape” (1990): fu proprio durante la preparazione dell’album successivo che la band ebbe i suoi primi passi dolenti. Molti brani furono messi da parte e la band fu costretta a subire l’entrata in scena di nuovi compositori (Paul Laine successivamente arruolato nei Danger Danger/ndr) e di un nuovo tastierista, Robby Valentine. Se le tastiere avevano un ruolo dominante nel primo disco ma di non grande valore per la band al punto di non tenere in considerazione nei credits il compositore dei tasti d’avorio, con l’arrivo di Valentine tutto cambiò. La Major inserì il tastierista nella band senza avvisarne i componenti ufficiali e si ritrovarono in studio a dover prendere in considerazione tutti i brani sino ad allora scritti. Valentine, considerato da molti il Gregg Giuffria europeo (sia per stile che per carattere/ndr), ebbe dunque modo di dar campo primario a suoi brani, cantandone addirittura uno e lanciandosi così per la promozione solista che avvenne qualche tempo dopo in Asia. L’album uscì nei negozi di tutto il mondo nel 1990 e il disco risultava fresco, dirompente, pomposo e molto più rock del precedente. Il sound di “Take it to the top”, “Only your heart” e “Candyman” copiavano i parametri dell’hard rock d’arena delle band statunitensi, portandosi così ad avere ampi consensi di critica e di tour sempre più organizzati in tutto il globo.
In Giappone e in gran parte degli stati asiatici divennero delle vere ed autentiche star.

Il fallimento giunse per mano dell’ormai risaputa storia del grunge ma Mennen (Joss Mennen fu il vocalist e fondatore della band/ndr) si riprese con il suo gruppo solista che dal 1994 ad oggi hanno stampato quattro dischi. Cosa curiosa fu l’assoluta mancanza di tastiere. Chissà come mai (!!!).
Valentine prese la carriera solista in Giappone mentre gli altri membri della band storica Sebastian Floris (ch), Ronald Lieberton (bs), Ed Rockx (bt) e Gino Rerimassie (2nda ch) si persero nella scia della cometa alternativa che piombò ovunque.
Oggi i MENNEN ritornano con un nuovo disco (già nei negozi/ndr) mentre si presume un nuovo come-back degli ZINATRA, voluto pare dagli stessi manager che li gettarono nel fango quando Seattle tuonò miseria.
Vada come vada, “The Great Escape” rimane a oggi uno degli album di Pomp Rock più belli che rientrino nella mia personale fonoteca.
Marco Paracchini

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www.aorheaven.com

 

DEACON STREET PROJECT
"Deacon Street Project"
AOR Heaven - 2004

Progetto fondato dal chitarrista svedese Tommy Denander (RADIOACTIVE/ SAYIT e che tra l'altro sta collaborando con il nostro Paolo Morbini) e Chris Demming (AOR, SPIN GALLERY), che si fanno accompagnare da illustri celebri come Jan Johansen (IGNITION), Jamie Meyer (Popstars), Bruce Gaitsch (RICHARD MARX, MADONNA), Marcel Jacob (TALISMAN, YNGWIE), Magnus Weinemo (SPIN GALLERY), Lars Chriss (LION's SHARE), Jeff Northrup (XYZ) e SAYIT produce un lavoro che senza dubbio piacerà agli amanti del rock melodico nonostante si tratti di song mai utilizzate nei passati anni nella loro carriera.

Il CD presenta un paio di episodi sotto tono, ma devo dire che per essere un'opera di 'ripescaggio' ci troviamo di fronte ad un gran bell'album aor, dove gli amanti di TOTO e JOURNEY andranno a nozze con song come "Caught Up In A Fear Of Loving", "Radio", "Changes", "I Can't Go back" e "I Don't Mind".
BAD ENGLISH, GIANT, SURVIVOR, ecc... fanno parte del vostro background musicale? ...beh, allora cosa aspettate a reperirlo!?!?
Moreno Lissoni

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KINGCROW
"Insider"
Consytech - 2004

Insider è il primo concept album della band romana ma secondo full lenght; notevole evoluzione di un magistrale prog metal made in Italy.
Questo capolavoro nostrano è riconducibile ai suoni dei maestri Quennsryche di “Operation Mindcrime” ma anche a Savatage e Rush.
La storia che i fratelli Cafolla e compagni ci narrano riguarda i due amici Jason ed Alan che rimangono invischiati nel progetto “Insider” della multinazionale per cui stanno lavorando e attraverso l’evoluzione, i toni, i testi dell’album scopriremo, parteciperemo ai cambiamenti di umore dei due compagni e saremo travolti da tutte le avventure e i personaggi “di contorno”.

L’atmosfera generale è oscura con un sound che si rifà al prog 70 ma con ottime, più moderne, rockeggianti sonorità grazie alle chitarre e alla batteria, facendo risultare il lavoro molto scorrevole.
L’opener “Friendship” rende già l’idea dell’eccellente qualità del lavoro, si passa poi da pezzi strumentali “Temptation” a side-a-long come “The Project” o “Never Say Die” fino a pezzi ancora più cattivi come “Eyes Of A Betrayer”.
Oltre sei mesi ci sono voluti per completare l’album, lungo tempo ma che darà sicuramente infinite soddisfazioni ai cinque musicisti romani che sono riusciti a sfornare un album di eccellente qualità, trascinante, pulsante, degno di paragoni con gli alti nomi dell’odierna scena prog.
Laura Delnevo

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www.snakebite.it

 

SNAKEBITE
"Tickets For Rock n' Roll"
Self Produced - 2004

In questo CD c'è tutto quello che vorresti avere dal Hollywood band degli anni 80: dal logo all'artwork, dal look alle canzoni, peccato solo che quest'ultime siano state registrate davvero male e condizionino il risulato finale. Ammiro la band per il suo coraggio nel proporre un progetto super Sunset Strip style nel 2004, ma a mio avviso si dovrebbero staccare un pò da certi clichè per cercare di far emergere le proprie personalità o si rischierebbe di rimanere l'ennesimo gruppo glam uguale a mille altri, come successe a cavallo tra 80 e 90, quando cloni di POISON, MOTLEY CRUE e GUNS N'ROSES si ostinavano a scopiazzare a destra e sinistra, facendo morire un genere ormai ultra inflazionato!

Ma torniamo a parlare della band perugina nata nel gennaio del 1999 e formata dal cantante A.J., dai chitarristi Smoke e Pit Kulic, dal bassista Demon Scott e dal batterista Kendy K. che nel marzo dello scorso anno hanno registrato questo "Tickets For Rock n' Roll", ep di 7 brani (se si conta l'intro) dannatamente glam metal dove ovviamente, tra una song e l'altra fanno capolino le band di Bret Michaels, Axl Rose, Nikki Sixx, Paul Stanley e Jani Lane.
Dopo "Talk Nasty To Me" si parte con "Dressing Room" e purtroppo si iniziano ad evidenziare le pecche sonore del lavoro in cui chitarra e sezione ritmica vengono messi troppo in secondo piano rispetto alla voce, ed è un vero peccato. I piacevoli party metal di "Pussy & Roll" e "Hard Rock (the Music That Play)" precedono la lenta di turno, "Barclay", solita ballata Eighties, che manca di quel mordende e pathos che caratterizza le lente del genere...
Chiudono il CD "Neverendin' Trip" e "Drive In", altri pezzi di matrice hair metal che si fanno ben ascoltare, ma con ancora ampi margini di miglioramento. Per concludere, da vecchio estimatore della scena losangelina, consiglio alla band di cercare una proprio identità distaccandosi un pò da certi stereotipi e dedicare più attenzione alla registrazione dei brani.
Moreno Lissoni

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www.ikb.too.it

 

A.A.V.V.
"Italian Kiss Better – an Italian tribute to Kiss"
Azzurra Music - 2003

Ennesimo tributo al "bacio"! Questa volta per festeggiare il trentesimo anno di attività della band, ci hanno pensato 17 band italiane a rendere omaggio al quartetto di New York grazie anche all'intervento dell'Azzurra Music che ha pubblicato il cd e a delle date di supporto che vedeno/vedranno esibirsi sul palco alcune band presenti nella compilation.

Forse uno dei pochi tributi fatti alla band con un certo senso e criterio a cui è difficile segnalare una band piuttosto che un'altra, dove spesso la tendenza è quella di rifarsi agli originali salvo i casi di "Cold Gin" interpretata da ZAP in una versione elettro-industrial o il cantato femminile delle KISSEXY in "Detroit Rock City" o dei DESTROYER in "Shout It Out Loud" oppure la versione sleazy di "Strutter" dei LANDSLIDE LADIES.
Se siete degli amanti della band è un'altro pezzo da aggiungere alla vostra collezione!
Moreno Lissoni

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cdsmashrecords.com

 

A.A.V.V.
"A Tribute To Enuff Z'nuff"
CD Smash - 2003

Ho sempre trovato difficile recensire tributi, perchè possono essere letti in mille modi differenti, e ci vorrebbe la completa conoscenza di ogni singola band per captare il significato o il valore effettivo che queste danno al gruppo che stanno tributando. Partiamo dal presupposto che tutte queste band siano fan della band di Chicago e partiamo con i commenti...
La prima cosa che mi salta all'occhio è la scelta dei brani, infatti sono stati completamente ignorati dischi come "Animals With Human Intelligence", "Tweaked", "Peach Fuzz" e "Seven" o brani come "Kiss The Clown", "Mother's Eyes", "Right By Your Side", ecc... per lasciar spazio a pezzi meno blasonati estrapolati dai recenti "10" o "Paraphernalia".

Si inizia con un classico, "New Thing", troppo freddina per fare onore all'originale, ma con "Fly High Michelle" interpretata dai The Millions e "Baby Loves You" suonata dai Best Of Seven (con special guest Donnie Vie alla voce) si inizia a prendere quota ed inizio a pensare che questo progetto non sia poi così inutile. Crash Kelly si butta nella Beatlesiana "There Goes My Heart", Willie Hines III nella versione acustica di "I Could Never Be Without You", mentre la coppia Jim Crean/Phil Maro nella lenta "Blue Island".
Da segnalare inoltre la versione moolto estiva di "One Step Closer" di Zion James, quella metallozza di "Freak" dei Seven Wishes e quella live di "Long Way To Go" dei Frankenstein 3000. Ultima chicca del cd la bonus track "She Forgets" interpretata dallo stesso Donnie Vie.
Moreno Lissoni

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melodicsymphony.com

 

OUTLAND
"Different Worlds"
Melodic Symphony Records - 2003

Prendi due musicisti di LA, Jeff Prentice (chitarrista/voce/tastierista) e Rob Nishida (bassista/chitarrista) che nel 2001 si mettono a scrivere delle canzoni un pò per puro divertimento un pò per rievocare musicalmente i begli anni '80. Un paio di anni dopo il duo, che prende il nome di OUTLAND viene incitato a riproporre più seriamente quel progetto tanto da convincersi a farlo diventare l'album "Different Worlds".

Le buone intenzioni senza dubbio ci sono e il back ground AOR melodico non manca loro, anche perchè tutte le tracce qui proposte rispecchiano appieno lo spirito eighties e tutti i clichès del genere... ma senza risultati ecclatanti. Le belle canzoni non mancano sicuramente, dagli uptempo rockers di "Valerie", "One More Night" e "Mary Anne" alle fin troppo scontate e immancabili ballads "Forever Yours", "Last Forever" e "Dream Away" o midtempi coi bei corettoni pomposi che ci piacciono tanto come "Strong Enough" ...sprazzi di BOSTON e SURVIVOR pressochè ovunque... sì sì, nulla da dire, ma qui tutto sa di già sentito! Dopo tre volte che ascolti l' album sai già tutte le canzoni e sai di già dove vanno a parare tutti i pezzi; riesce perfino a risultarmi noiosa la cover della bellissima "Love Cries" degli STAGE DOLLS anche perchè c' è un altro aspetto non meno indispensabile dell' originalità da valutare.

Il suono è totalmente flat, senza estensioni di dinamica, tutti gli strumenti si sentono bene... ma sullo stesso piano: ciò ti lascia un' impressione di linearità che scorre da una canzone all' altra con impietosa foga. La voce rimane isolata dal resto e per questo terribilmente povera di calore, insomma un suono più freddo di così non poteva venir fuori!!!
Un vero peccato non riuscire a divertirsi con dei pezzi che hanno buone potenzilità ma poca presa emotiva! Rimando quindi questo duo a progetti meglio prodotti e più articolati: aspettiamoci grandi cose da loro!
Michy"Uzy"

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www.aerosmith.com

 

AEROSMITH
"Honkin'On Bobo"
Columbia - 2004

Quanto siano importanti gli Aerosmith nella storia del Rock non sta a me dirlo, ma è innegabile che ogni nuova uscita del quintetto di Boston sia vista come un momento importante nel corso dell'anno musicale in corso.
Ed eccolo qui l'atteso tributo al blues che Tyler e soci hanno voluto fortemente, sfidando a mio avviso anche quelle regole del business che avevano strangolato la loro ultima fatica da studio, quel "Just Push Play" che pur non essendo un must aveva delle discrete canzoni, rovinate per lo più da una produzione troppo Mtv-oriented...
12 le canzoni, 11 classici del blues e un pezzo nuovo firmato Tyler / Perry / Frederiksen, "The Grind", un bluesaccio che davvero non sfigura in mezzo a tanti classici del genere.

Il perché di un disco come questo è chiaro dopo il primo minuto della prima canzone... gli Aerosmith SONO un gruppo cresciuto con il blues e questo è il loro ritorno a casa...
Sia nei pezzi più blues-R'n'R come "Shame, Shame, Shame" e la classicissima "Baby, Please don't Go", sia negli slow come "Eyesight to the Blind" e "Never Loved a Girl" viene fuori la classe immensa di un cantante che personalmente non finisce mai di stupirmi...
Degne di nota sono anche le due canzoni che vedono mr. Joe Perry alla voce, "Back, Back Train" e "Stop Messin' Around", che comunque immagino si sarà divertito non poco a disseminare il cd di slide guitar e dobro...
Chiudo segnalando che l'armonica in copertina non è solo virtuale ma ottimamente suonata da mr. Tyler e che la produzione è a cura degli stessi Tyler / Perry... forse proprio perché nessuno meglio di loro sa come deve suonare
un album degli Aerosmith...
Federico Martinelli

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www.maryslim.com

 

MARYSLIM
"Split/Vision"
Wild Kingdom - 2004

Terzo lavoro (secondo in studio) per I Maryslim, band totalmente devota al verbo del r'n'r scandinavo.
In effetti potrei definire il loro nuovo album come un riuscito incrocio di sonorità alla Hellacopters (nei pezzi più cadenzati) e Backyard Babies con una spruzzata di sleazy d'oltreoceano soprattutto per quanto riguarda certi arrangiamenti nei pezzi più melodici come "Something to Rise" (possibile singolo) e nella conclusiva "Bring It On", ballatona molto americana nel suo incedere.

Ben prodotto e ben suonato, il nuovo lavoro del quartetto scandinavo si apre con "Walk Alone", gran pezzo dotato di coro trascinante e di un flavour molto hellacopteriano, doppiata da "All I Want " altro pezzo davvero ben riuscito.
Di "Something to Rise" abbiamo già detto (e aggiungo che mi ricorda un pochino "Something Special" degli HCSS) mentre uno degli highlights del disco è sicuramente "Reason to Live"... e si rokka che è un piacere.
Insomma... se siete amanti delle sonorità e delle bands sopra citate sapete cosa aspettarvi dai Maryslim... per gli altri sappiate che troverete una cinquantina di minuti di buonissimo r'n'r...
Federico Martinelli

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outlawrecordings.com

 

ERIC MOORE AND THE GODZ
"25 Moore Years"
Outlaw Recordings - 2004

Are you ready for rock n roll? Welcome back, from Cleveland, Ohio, Mr. ERIC MOORE and the GODZ! Dischetto per veri tamarri possibilmente bikers cattivi, sbronzi e incazzati. "Twenty-Five Moore Years", la band del vecchio lupo di mare ERIC ne ha passate proprio tante: l'odissea si aprì nel lontano 1977 come opening del "Love Gun Tour" dei KISS per poi subire infiniti cambi di line-up, scioglimento nell' 80, tornare come Eric Moore Band e di nuovo come The Godz fino alla più recente collaborazione coi ben noti AMERICAN DOG nel 2003 (ai quali ha prestato la voce nella superba "Drunk Too Much" sul debut della band "Last of a Dying Breed")... di tempo ne è passato!!

Questo lavoro include brani dai quattro album del gruppo e nonostante il fatto che in 25 anni di cose ne cambiano proprio tante non è certo mutata l' attitudine stradaiola e il sound rozzissimo bluesy / r'n'r anche dei brani più recenti di una band che si definisce col motto "We ain't Heavy Metal and we ain't Punk, we' re just Rock n Roll!"... azzeccato in pieno!
Gli episodi più significatici solo la opener, velocissima quanto incisiva "White Line", la Aerosmithiana "I'll Get You Rockin'" completa di sezione di fiati, per non parlare di "Criminal Mind" o "Mongolians" (la song più heavy del cd)... ma dovrei effettivamente citarle una ad una, perchè sono tutte canzoni con le palle che trasudano potenza e grinta.
Ma forse le vere chicche stanno proprio nel secondo bonus disc in cui è inclusa un' intervista ad Eric, due demo tracks del '79 e delle songs live compresa una sprintosissima versione di otto minuti di "Gotta Keep Runnin'".
Se vi piace il genere sporco, grezzo e senza fronzoli, non potrete non apprezzare tutto ciò... e alla fine vi troverete tutti a cantare a squarciagola "The Godz are Rock n Roll machines!!".
Michy "Uzy"

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ROXX
"Outlaws, Fools & Thieves"
Perris Records - 2004

Ero già rimasto ben impressionato da "Diamonds & Rust" e con questo "Outlaws, Fools & Thieves" riconfermo le impressioni positive avute dal combo newyorkese che girava a fine anni 80 e che vede nella formazione un nuovo cantate che prende il posto di George "Roxi" Hall, Joey D'Angeli che, per chi non lo sa, fu il predecessore di Sebastian Bach negli Skid Row.
E' sicuramente è una delle migliori produzioni Perris uscite da un'anno a questa parte e credo che il grosso merito vada attribuito a questo five-pieces (di cui 4 sono italo-americani) che riesce a far sentire fresche ancora oggi composizioni che saporano di già sentito.

Si inizia con "What’s a Boy to Do?!" sculettante party metal d'altri tempi e si prosegue con "Tell Me", tra RATT e AUTOGRAPH, e poi "Give Up Your Heart", una fantastica power ballad in stile LANCIA / FARRCRY con addirittura un solo di sassofono che fa moooolto anni 80!
Honky-tonk piano nell'up-tempo di "Pint Of Blues", invece il lentone melodico prende il nome di "Shy Away", altro bell'episodio del cd che si va ad aggiungere all'hair metal di "Turns to Gold" e alla POISONiana "In The Groove". Fossero tutti di questo livello i ripescaggi della Perris...
Moreno Lissoni

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LOUD’N’NASTY
"Teaser, Teaser"
Perris Records - 2004

Dopo i due promo Cd usciti nel 1998 e nel 1999, "I Wanna Live My Life In The Fame" del 2000 (recensiti nei vecchi numeri cartacei di SLAM!) e il picture disc di "Too much Ain't Enough" del 2002 riecco che tornano sulla scena gli svedesi Loud'N'Nasty, altro gruppo scandinavo che cerca di tenere alta la bandiera del glam/street metal, continuando la strada tracciata dai connazionali Nasty Idols.

Che dire di questo "Teaser, Teaser"?! ...beh, manco a dirlo risente pesantemente dei mostri sacri del genere e credo che Chris Loud, Rob Nasty e T-Bone abbiano ascoltato e assimilato gli insegnamenti di MOTLEY CRUE, TWISTED SISTER, RATT e KISS! ...Originalità zero, quindi se siete amanti del genere e vi piacciono queste sonorità, avvicinatevi senza timore a questo disco perchè anche se rimarrà nell'anonimato nella vostra discografia del settore, presenta delle piacevoli tracce come "Teaser", "Hungry", "Hollywood Dream" e "Kick’N’Fight".
Moreno Lissoni

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SYANIDE KICK
"Syanide Kick"
Perris Records - 2004

Quindici anni fa avrei ucciso il mio negoziante di fiducia per trovare qualcosa di questa band, ma mi dovetti accontentare di qualche cassetta con su le registrazioni di qualche loro demo. In questo periodo di revival ci pensa come al solito l'etichetta texana a far rivivere gli zombi grazie alla pubblicazione di questo disco che annoverava nella line-up del gruppo Jaime Fonte, bassista dei Tuff e in seguito nei Mystakes e il drummer Freddie Ferrin che più tardi vedremo nei Big Bang Babies.

Questo "Syanide Kick" rimane un disco piacevole ma che non offre grandissimi spunti rimanendo segregato nella schiera di Hollywood hair band di serie "B" come Vaudville, Strike Twice, ecc... Dopo l'intro parte la pacchiana "Hollywood Angel", ma fortunatemente ci pensa la successiva "Young And Wild" a far prendere quota a questo CD in cui si sentono le influenze di SKID ROW, WHITE LION e HEAVEN'S EDGE.
"Tonight" è la solita ballata semi acustica, mentre "Sky High" è l'altrettanto solito party metal in voga sul finire degli anni 80. "I’m Lost" ha quell'incedere bluesy che mi riporta alla mente certe cose dei primi LONDON, invece "Let Me Down Easy" è hair metal all'ennesima potenza: chitarroni e corettoni sparati a mille, forse la miglior traccia del lavoro. L'anonima "Sister Groove" lascia spazio alla bella e movimentata "Leg's Up High" ennesimo brano made in Sunset Boulevard.
Moreno Lissoni

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BITCH
"Rock'n'Roll Soul"
Demo Cd - 2004

I modenesi Bitch nascono nel 2000 dalle ceneri di una semi-tribute band dei Guns N'Roses e dopo vari cambi di line-up stabilizzano la propria formazione con Allo alla voce, Meghe e Claudio alle chitarre, Zanna al basso e Fabio "Grullo" alla batteria. L'attività live è stata da sempre una delle loro carte vincenti e uno dei maggiori riconoscimenti è stato senza dubbio aprire per gli Adler’s Appetite in una data del tour italiano.

Dopo il demo del 2001 (in "Rock'n'Roll Soul" vengono riprese "Centomille", "Eurospin" e "Lago") sono ritornati in studio lo scorso anno per registrare questo demo CD, composto da 11 tracce divise tra pezzi propri e cover (Rolling Stones: "Jumping Jack Flash" e "Dead Flowers"; AC/DC: "Highway To Hell" e "Whole Lotta Rosie"), in cui l'amore per i Guns N' Roses vive nella loro musica più che mai. Tralasciando un commento sulle cover (ben eseguite tra l'altro) i brani dei Bitch, nonostante non ami il cantato in italiano, sono potenzialmente molto valiti partendo dalle energiche "Centomille" e "Eurospin", proseguendo per la lenta "Ballad D" fino a giungere alla bluesy "In Questo Blues", ma purtroppo sono penalizzate da una pessima resa sonora.

L'assomiglianza della voce di Allo con quella di Axl Rose a volte è imbarazzante e a mio avviso potrebbe essere un'arma a doppio taglio che potrebbe si, avvicinare al gruppo tutti i fan dell'ex band Slash (e sono tanti!), ma nello stesso tempo diventerebbe difficile scrollarsi di dosso l'etichetta di tribute-cover band dei Guns.
Moreno Lissoni

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FAHRENHEIT
"Chain Reaction"
Perris Records - 2004

Primo disco ufficiale per questa band già conosciuata con il pezzo "King Of The Night" presente su Hollywood Hairspary II edito dalla stessa etichetta texana che stampa questo "Chain Reaction", disco caratterizzato da un sound prettamente Eighties.
I Fahrenheit si sono formati nel 2001 e a comporli ci sono 4 ragazzi cileni e con un vocalist di origine inglese (Chaz Thomson) tutti cresciuti con l'hard rock a stelle e strisce.

FIREHOUSE, HEAVEN'S EDGE e STEELDAWN sono i nomi a cui si potrebbe accostare questo combo sudmaricano che pur non sfornando l'album del secolo ci regala un disco godibile a cui vale la pena dare un'ascoltata e che vede i suoi punti di forza in "Unleash The Love", nella già citata "King Of The Night" e "Chains 'N' Cellars".
Moreno Lissoni

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DOPPIO ALIBI
"Doppio Alibi"
Self Produced- 2003

La band iniziò sotto il nome di BlackHawk nel 1989, poi Baby Boom (1991), poi ancora Yankee Rose (1992), The Bottles (1994), Joint Stock Company (1994), Bad Mother Funkers (1995), Rosa Nera e sHe DeViL (dove ci fu la svolta del cantato in italiano) fino a giungere al luglio del 2002 con l'arrivo del bassista Ivan Regolin il combo triestino cambia nuovamente nome e diventa appunto DOPPIO ALIBI: Andrea Albanese (voce), Davide Falconetti (chitarra e voce), Alessio Perosa (chitarra) e Francesco Bardaro (batteria).

I 12 pezzi presenti in questo lavoro strizzano fortemente l'occhio alla classifiche italiane e se da una parte si sentono molto le influenze hard rock ottantiane della band, dall'altra diventa inevitabile l'accostamento a gruppi di rock italiano come NEGRITA o CLANDESTINO che in questo caso non è da considerarsi come un difetto, anzi...
Tra i pezzi che preferisco direi proprio "Spara", "She Devil", "Shock" e l'acustica "Ricorda", per il resto si rimane in bilico tra soluzioni troppo 'sanremesi' e poco energiche e con poca indentità. Nel complesso una prova positiva che mette in buona evidenza le capacità della band, ma con ancora ampi margini di miglioramento.
Moreno Lissoni

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PRETTY BOY FLOYD
"Tonight Belongs To The Young"
Perris Records - 2003

Ebbene sì, sono ancora loro. Questa “compilation” segna il ritorno dei Pretty Boy Floyd seguendo abilmente l’attuale riscoperta del genere che fece più clamore nei mitici anni 80.
Niente di nuovo ma una raccolta di dieci demo rispolverati da vecchi nastri registrati nell’ormai lontano 89. E questa volta il veloce scorrere del tempo ha purtroppo lasciato il segno; infatti persino le super tecnologie da studio e i più abili esperti del settore hanno peccato nel rendere la dovuta qualità della riproduzione che rimane di scarso livello.
Tutto l’opposto per quanto riguarda le canzoni proposte che sono di eccellente qualità e che, probabilmente, avrebbero infiammato migliaia di spiriti della più rispettabile scena glam rock di vent’anni fa; un degnosissimo seguito di un album quale “Leather Boys With Electric Toys”.

Avevamo già sentito un paio di song qui presenti come la tipica ballata strappalacrime “Far Away” degli Shamelss e “Restelss” già su “Pornstars”.
I Pretty Boy Floyd non si sono scordati cosa significa essere delle icone rock… e questo è il loro modo per farcelo ricordare (o per farlo scoprire ai nuovi kids!) una scarica di puro rock, accattivanti ritornelli (anche se, ascoltato attentamente, i testi non sono poi così profondi!!!), il tanto amato distorto delle chitarre e spacchiosissimi, secchi colpi di rullante e cassa.

“Tieni giù le mani dalla mia radio, non puoi controllare il mio R’n’R”, ecco come esordiscono su questo album i PBF. E così corrono via cinquanta minuti durante il quale sarà difficilissimo frenare uno spontaneo sing-a-long contagioso; dalle più lente “Hold On To Your Dreams”, “Heaven Must Be Missing An Angel”, le sostenute “ Five Long Days”, “Gangster Of Rock”, i catchy cori di “Hands Off My Radio”, “Restless”, la cooperiana “Stray Bullet”.
Una fantastica celebrazione alla vita, piena di vibrazioni positive e, perché no, anche una bella ondata di nostalgia per i gran tempi che furono. Vecchio e puro rock’n’roll realizzato da chi fu una luminosa stella della più ‘reckless’ e viva scena glam rock internazionale.
Laura Delnevo

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