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Alessandro Lilli

Emiliano Nanni, manager e tour promoter bolognese, sotto il marchio di Bolognarockcity si sta distinguendo in ambito nazionale per i numerosi eventi all’insegna dell’hard rock organizzati negli ultimi mesi lungo la penisola. Andiamo a conoscerlo meglio…

Allora Emiliano, partiamo subito con una domandona bella diretta: come si fa a diventare in così breve tempo con Bolognarockcity i più attivi tour promoters italiani in ambito hard rock? Assenza di reale concorrenza o qualche particolare strategia vincente?
Beh come stratega mi vedo piuttosto come la piccola vedetta prussiana delle Sturmtruppen… a parte le battute posso dire che i risultati ottenuti da BRC fino ad ora sono dettati dall’essersi inseriti in un contesto che per svariati motivi non era coperto da altre agenzie, a parte i nomi di grandissimo richiamo come possono essere ad esempio gli Europe. La concorrenza c’è ed è maestosa, insomma Bologna Rock City è una piccola realtà che sta cercando di crearsi un suo piccolo spazio, caratterizzandosi anche nel portare in Italia anche band che nessuno porterebbe mai… e questo oltre ad essere una ipotetica strategia è frutto di un pochino di follia ma soprattutto di passione, tanta passione per il rock. BRC è nata per passione, vorrei rimanesse tale anche in futuro; quando inizierò a ragionare solo in termini economici allora davvero mi chiederò se vale la pena andare avanti.

Avresti piacere che iniziative come la vostra si moltiplicassero in Italia, o sei geloso dell’attuale momento di leadership nazionale conseguito da BRC?
La collaborazione con altri soggetti per me è il punto di forza di cosa fare da oggi in poi; non mi interessa essere il numero uno o il numero dieci, mi interessa organizzare eventi, nel modo più professionale possibile. Chiusa l’esperienza Kindergarten sono in giro proprio per trovare realtà interessate a collaborare con BRC, sia nella ricerca delle location per i concerti, sia in una vera e propria coproduzione degli eventi. L’importante è lavorare nel rispetto di tutti e dando il giusto spazio a tutti. Poi ti ringrazio per questa leadership nazionale ma davvero rispetto ad altre realtà come Barley Arts o Live francamente non penso di essere poco più di una briciola; poi è chiaro che questo stato delle cose mi permette di pensare a come portare in Italia band non troppo conosciute, perché non ho la necessità di riempire palazzetti.

Immagino comunque che prima ancora di creare la attuale Associazione culturale, avessi già consolidato una certa esperienza in questo genere di attività organizzativa. Cosa c’ era prima di Bolognarockcity?
Ah ah quante ore ho per rispondere? Davvero la storia è lunga ed intricata, provo a riassumerla in alcuni momenti fondamentali della mia vita. 1978 acquisto la cassetta di Love Gun e non sarò più lo stesso bambino di prima! Davvero, i Kiss mi hanno cambiato l’esistenza. A parte questi ricordi corrosi dal tempo, per carattere e modo di essere mi sono spesso trovato ad organizzare, progettare, inventare nuove realtà e situazioni. E la cosa incredibile è che trovo sempre qualcuno disponibile ad ascoltarmi, a darmi fiducia, a credere nei miei propositi. Ricordo che grande gioia la realizzazione del cd dei bosniaci Neon Knights oramai una decina di anni fa; a quei tempi lavoravo per Unicef nella ex-Jugoslavia, ad un concerto conobbi questa band, cazzo se erano bravi, dei ragazzini figli della guerra che suonavano alla grande. Sono stato abbastanza matto da pensare di potere portarli in Italia ed in Europa per un tour, produrre un cd (il primo nella storia di quel paese) ed infine addirittura farli suonare allo stadio St.Denis di Parigi prima della finale della coppa del mondo di calcio.
In quel periodo vedevo davvero tantissimi concerti grazie ad alcune amicizie di quelle che contano, backstage, incontri, insomma davo una mano. Sfiga volle che la proposta che questo diventasse un lavoro a tutti gli effetti arrivò il giorno dopo che avevo firmato un contratto di lavoro. E sai come sono i genitori… il lavoro sicuro, ecc. ecc. insomma se avessi rinunciato per fare a tempo pieno il tour manager probabilmente ora staremmo parlando del perché non parlo con i miei da 10 anni! ? Qualche anno fa organizzai insieme all’amico Frank Simmons l’IKB (Italian Kiss Better Tour), un tributo ai Kiss in giro per la penisola. Ed è stata anche in quell’occasione che ho conosciuto ed apprezzato per la prima volta i Markonee. Poi la vita mi ha portato a fare altro ma il voglino c’era. Insomma BRC sulla carta ha meno di un anno in vita ma nella mia testa è davvero tanto tempo che esiste.

BRC nasce con il dichiarato intento di riportare l’hard rock che conta a Bologna, che Gods of Metal a parte, da parecchi anni era esclusa dalla pianificazione live delle bands straniere. Alla luce dei risultati sin qui conseguiti, che bilancio ti senti di tracciare sull’ attività sinora svolta?
Beh innanzitutto la soddisfazione di avere fatto concerti in cui pochi credevano o che nessuno voleva fare. Spinto dalla passione prima di tutto per un genere musicale che molti ritengono morto da tempo. Quello che mi piace sottolineare che con i nostri piccoli mezzi e grazie al lavoro volontario di alcuni ragazzi ci siamo creati un nome, insomma abbiamo lavorato bene, le cazzate ci sono state e sono state anche tante ma le persone hanno saputo apprezzare il nostro sforzo.

Oltre a bands di consolidata fama internazionale, hai fatto suonare gruppi eccellenti, ma di nicchia, che non avrei mai sperato di poter vedere in Italia, e men che meno a Bologna, come House of Shakira e Soul Doctor. Col senno di poi, come giudicheresti queste tue iniziative: frutto di audacia o di incoscienza?
Probabilmente la parola giusta sarebbe “incoscienza”, perché alla fine è stata una rimessa, economicamente parlando. Ma se vediamo il tutto sotto altio punti di vista allora il discorso cambia. Ho avuto la possibilità di incontrare grandi musicisti e grandi persone, di una umiltà e professionalità dalla quale molte band italiane dovrebbero imparare. Vedi Ale il problema in Italia è che non esiste una cultura rock, la gente segue la massa e le mode, si becca quello che vogliono fargli propinare, oppure si vanno a vedere le cover band perché non sanno apprezzare chi vuole proporre musica propria e nemmeno chi questo lavoro lo porta avanti. Tutti quelli che hanno voluto osare e venirsi a vedere gli HOS o i SD sono rimasti entusiasti. Per non parlare della grande soddisfazione di avere anche solo una persona che ti ringrazia per avergli regalato il sogno di portare una certa band in Italia.

Bolognarockcity, come Associazione culturale, è sostenuta esclusivamente da autofinanziamenti privati o gode di qualche sussidio?
Bologna Rock City è completamente sostenuta economicamente dal sottoscritto in primis e poi da altri ragazzi concerto per concerto. Essendo un’associazione vorrei comunque provare a valutare finanziamenti pubblici, ma per questo credo sia giusto diventare un pochino più grandi e magari collegare il tutto ad un evento specifico. Per i Kiss in piazza Maggiore credo ci sarà bisogno di tanti finanziamenti! ahahah

Avendo organizzato date in varie città italiane per molte delle bands che hai portato nel nostro Paese, hai avuto modo di riscontrare, in ambito nazionale, delle marcate differenziazioni nella risposta dei fans di diverse aree geografiche alle tue iniziative?
Beh in provincia è sicuramente più facile lavorare che in città; nelle provincie lombarde davvero c’è un bel movimento di rocker, così come in alcune zone del Veneto e del Friuli. In Emilia Romagna meglio sicuramente Modena e Reggio. La Toscana la conosco poco, ti saprò dare qualche dato di più dopo il concerto degli House of Lords al Metarock di Pisa. Poi io ho il pallino di Roma dove davvero è dura organizzare concerti. In generale il nome di richiamo va bene quasi ovunque, per gli altri meglio ambienti piccoli e consolidati che osare avventurarsi in situazioni differenti.. e questo vale sia per Milano che per Roma.

Non è tutto oro quello che luccica, e so che anche in seno all’ Associazione vi sono stati alcuni “franchi tiratori”, tra presunti partners ed addirittura gruppi musicali aderenti al progetto. Ce ne vuoi parlare?
Una volta una persona mi disse “chi non ha nemici non conta un cazzo”. E sono d’accordo, se porti avanti una determinata attività occupi comunque spazi di altri (anche se, come detto prima, magari organizzi eventi che nessuno farebbe mai!). Detto questo non sono immune alle stronzate e ne ho fatte diverse; BRC nasce da una passione ed in questi mesi ha avuto alcuni cambi di direzione, non potrebbe essere altrimenti. Anche per me era principalmente una novità e qualche volta non ho problemi ad ammettere che sono andato avanti a tentativi. In questo momento sono davvero molto deluso della risposta di Bologna a questo progetto. Non c’è stata la risposta che pensavo e speravo, e soprattutto mi sono accorto (e me lo hanno pure detto) di quanto da parte di alcune persone ed alcune band c’è stato un vero e proprio boicottaggio degli eventi. Tutti vogliono suonare, tutti si lamentano della mancanza di spazi e poi non fanno nulla per sostenere chi prova a fare qualcosa, anzi fanno di tutto per affossarlo. Ho cercato di costruire un qualcosa che potesse andare al di là del pub del sabato sera, ma non è stato capito. I gruppi in Italia peccano di molta presunzione, vogliono tutto e lo vogliono subito.

Sul fronte della esportazione in ambito nazionale ed estero delle bands locali, che pure annoverano nomi storici del calibro di Crying Steel e Rain, ti reputi soddisfatto dei risultati sin qui conseguiti?
Questo è uno dei punti su cui vado più fiero. Dentro a BRC fanno parte le più grandi band della nostra zona, Crying Steel, Rain, Markonee.. insomma la storia è qui con noi! Ed è un piacere ed un onore vedere il proprio logo quando queste band vanno in giro per l’Italia. Il lavoro fatto poi con le band straniere ha portato anche alla nascita di belle amicizie e di collaborazioni che potrebbero portare una o più delle band di BRC a fare esperienze anche all’estero. Del resto, inutile negarlo, è uno dei motivi per il quale porto questi gruppi a suonare in Italia e faccio suonare di spalla le “mie” band.

Con quali criteri selezioni le bands straniere da contattare per possibili date in Italia? La scelta è curata esclusivamente da te, o viene condivisa con altri consiglieri interni all’ Associazione?
Bologna Rock City collabora in modo continuativo con alcune agenzie e quindi anche certi eventi organizzati sono frutto di proposte esterne, magari che non avevano riscontrato alcun interesse per altre persone, vedi il concerto dei Winger. Ma Gotthard, Bonfire, House of Shakira, Soul Doctor sono farina del mio sacco. Non esiste un criterio vero e proprio, diciamo che io sono della filosofia del “tentar non nuoce” ed oggi, con l’avvento di internet, mandare una mail ad un determinato gruppo non mi costa davvero nulla. Gli House of Shakira li seguo dai tempi di Lint e davvero li ho portati in Italia più per un piacere personale che per una domanda da parte dei fan. I Soul Doctor invece ero convinto che potessero avere anche una certa risposta, essendo una band più recente e soprattutto avendo alla voce il grande Tommy Hearth dei Fair Warning.

Che ruolo e che influenza hanno, sulla tua attività, le Agenzie esterne con cui BRC è in collegamento?
Con alcune agenzie c’è un rapporto di lavoro e collaborazione continuo, può succedere che sono loro a propormi il determinato artista, ma può anche succedere il contrario, ovvero che sono io a chiedergli di trovarmi i contatti per una band. BRC è aperta a collaborare con tutti, ma in questo frangente ci tengo a sottolineare l’ottima collaborazione che ho con Eagle Booking, Get Smart, Hellfire, Get Rocked, Secondo Avvento. Comunque tutti possono propormi nomi e date, i miei contatti sono ben visibili sul sito di BRC. Poi capita spesso che determinati artisti sono contattati attraverso amicizie personali, il che è il top perché crea davvero un rapporto quasi familiare con l’artista. Le future date di House of Lords e non solo nascono proprio da questi tipi di rapporti.

Con quale metodo ti muovi sul piano logistico, nella pianificazione del trasporto e del soggiorno in Italia di una band, dovendo magari provvedere anche alla sua accoglienza al di fuori di Bologna?
Su questo ho una mia strategia personale, perché viviamo nel paese più bello del mondo e l’ospitalità è una cosa sacra. Il che significa che almeno quando sono io in prima personale ad occuparmi del pernottamento e degli altri aspetti cerco sempre di mettere a proprio agio le band; trovo che un buon albergo, una buona cena, un backstage accogliente renda tutto il resto più sopportabile. Ovvero che non alimenta tensione davanti a problemi che nell’organizzazione di un concerto possono capitare. E poi trovo sia fondamentale trattare le band come persone, avere rispetto per il loro ruolo e lavoro come mi aspetto loro facciano altrettanto. In questi mesi davvero mi permetto di dire che sono rimasti tutti contenti dell’accoglienza ricevuta.

Tra i gruppi sinora portati in Italia, quale è stato il più accomodante, e quale invece il più problematico?
Se per accomodante intendi quello che ha accettato diversi compromessi allora sicuramente i Soul Doctor. Gli ho spiegato la situazione, come sia difficile portare avanti un progetto musicale in Italia e loro hanno lasciato a casa il tastierista ed il loro fonico personale proprio per venirmi incontro, perché se no davvero i costi sarebbero stati troppo alti. Quelli più problematici sicuramente i White Lion, convinti di essere ancora negli anni 80…

Onestamente, quante e quali di queste bands pensi che tornerebbero nuovamente a suonare in Italia, dopo essere passate per il…Kindergarten? Al momento del commiato, ti hanno salutato con un arrivederci o piuttosto con un addio?
Le serate al Kindergarten hanno riscontrato alcuni malumori legati alla presenza della gabbia intorno al palco e ad un impianto non proprio dei migliori, per non parlare dell’impianto luci davvero insufficiente. Ma come detto prima le band, chi più e chi più meno, hanno compreso gli sforzi fatti da BRC ed hanno accettato talvolta anche l’inaccettabile.. Una buona accoglienza, come ti dicevo prima, ha contribuito appunto a questo. Semmai, sono io che ho detto addio a certe band, ma non chiedermi di fare nomi… non sarebbe da gentiluomini!

Avendo toccato una delle note più dolenti, ti domando se hai già individuato delle valide alternative logistiche per il futuro, a livello di locali in cui far esibire le bands (possibilmente senza allontanarsi troppo da Bologna….)
Questa è un’altra nota dolente di quando detto prima rispetto a Bologna. Ad essere sinceri Bologna è ottima perché facile da raggiungere per tutti, sia che vengano dal nord che dal sud, non certo per l’affluenza dei bolognesi ai concerti. Detto questo è la mia città, e continuerò a lavorare per organizzarci eventi per quanto difficile se non impossibile (Estragon a parte). Semmai quella che mi fa ancor più male è vedere che, dopo avere scritto sul sito che si chiudeva la collaborazione con il Kindergarten dal 2007, ho ricevuto davvero tante mail. I modenesi ed i reggiani si sono attivati per trovare subito delle alternative, così hanno fatto i toscani e pure i veneti. Dai bolognesi, e nemmeno dai gruppi aderenti a BRC, non si è mosso nulla. Sinceramente ti fa passare la voglia di organizzare qualcosa. Vediamo, nei prossimi mesi BRC emigra in Toscana, Veneto, Lombardia, Lazio, Marche e con qualcosa in Emilia ma non a Bologna… vediamo se BRC mancherà ai bolognesi. Comunque non mi do per vinto, volenti o dolenti cercheremo di lavorare ancora su Bologna. Certo è buffo che un’organizzazione con questo nome lavori principalmente fuori. Ma del resto è l’ennesimo risultato di questa città che sta invecchiando, si chiude su se stessa e non crea spazi per i giovani. Finisce che mi toccherà candidarmi alle prossime elezioni amministrative! Ahahah! Primo punto del programma: i KISS in piazza Maggiore. Tanto con tutti i soldi che si sputtanano gli enti locali in stronzate, non vedo perché non si potrebbe spendere qualche milione di euro per portare questi signori a Bologna… ahahah

Comunque hai più volte dichiarato che, nonostante le difficoltà sinora incontrate, BRC va avanti nel suo progetto, magari trasferendo fuori da Bologna il suo ambito di attività. Cosa bolle in pentola per il 2007?
Certo che BRC va avanti, semplicemente realizzeremo eventi mirati invece di avere una programmazione “massiccia” così come è stata fino ad ora. Poi continuo la collaborazione con le piccole realtà, questo al fine di fare suonare il più possibile anche le band aderenti al progetto. BRC è un’associazione, quindi organizzare i Gotthard è importante tanto quanto promuovere il “proprio prodotto”. Visto comunque gli ultimi eventi, posso dire che ancor di più sarò selettivo nella scelta delle band e che arriverò molto presto a chiudere le adesioni, eliminandone anche alcune attuali che non hanno saputo capire lo spirito di BRC. Le band di BRC vorrei fossero band di qualità, che credono nel rock e nel sudore e nel farsi il culo per raggiungere dei risultati, piccoli o grandi che siano. La pappa pronta la lascio ad altri.
Sul cosa bolle in pentola per l’anno nuovo, posso darti qualche anticipazione, tanto rimane tra noi, no? Ahahah. Il primo importante evento saranno gli House of Lords, per i mesi successivi posso dire che sto lavorando per Jeff Scotto Soto & Talisman, Esp (Eric Singer, Bruce Kulick, Jon Corabi), Steelheart, Quireboys, Y&T, Ten.. giusto per dirne alcuni, poi sono in trattativa con altri soggetti ma non posso davvero anticipare nulla. Stiamo mettendo le basi anche per la realizzazione di due eventi estivi (piccoli alla nostra portata, niente di paragonabile al Gom o all’Evolution!..). Ma il 2007 sarà un anno fondamentale perché vedrà l’uscita dei nuovi lavori di tutte le band più importanti del progetto, a partire dal nuovo attesissimo album dei Crying Steel che presenteremo in anteprima nazionale a Bologna probabilmente sabato 3 marzo, così da festeggiare anche il primo anno di BRC nel migliore dei modi, esattamente come l’anno scorso lo facemmo presentando l’album dei Markonee.


Hai qualche “sogno proibito” (mi riferisco a bands di hard rock!!!) che vorresti vedere materializzato su un palco italiano?
Beh il sogno proibito è Paul Stanley, ora in giro negli Usa con il suo solo tour. Non potrebbe essere altrimenti!

Raccontaci qualche aneddoto divertente, curiosità o retroscena di cui sei stato testimone durante la permanenza in Italia dei gruppi che hai portato sinora….
Per la calata in Italia dei White Lion avevo organizzato la cena al Lowenhof, un rock pub con il quale collaboriamo e che per la serata aveva preparato apposta le lasagne, un must a Bologna. Tutto deciso, tranne che in viaggio sul pulmino verso il pub, Mike Tramp & soci vedono un Burgher King e decidono di fermarsi a mangiare lì… americani…
Potrei anche parlarti di come i Soul Doctor hanno perso il volo da Roma a Berlino lunedì scorso, ma sono oramai amici e non sarebbe carino nei loro confronti! Ahahah…
A livello personale difficile dimenticare la tipa che si propose di farmi un pompino per conoscere i Motley Crue nel backstage del GOM di due anni fa!... Lascio nel dubbio su quanto sia successo dopo, eheheh…

Per concludere, a te la parola per un messaggio finale che ti senti di voler inviare al pubblico interessato agli eventi che BRC si sforza di organizzare…
Invito tutti ad aprire le proprie menti, a vedere che nel panorama hard rock ci sono band di grandissimo valore oltre a Crue, Kiss, ecc. Insomma, contribuiamo tutti a creare una cultura rock anche in questo paese! Ne abbiamo da guadagnare tutti, credetemi. Voglio aproffittare dell’occasione per ringraziare tutti quelli che in questi mesi hanno creduto in BRC e l’hanno sostenuta con affetto. Cercherò piano piano di portare tutte le band che mi sono state chieste, manco fossi Babbo Natale! ? Non voglio fare nomi di persone specifiche ma voglio ringraziare anche le band di BRC che più mi hanno aiutato in questa avventura: Markonee, Rain, Crying Steel, Statobrado, Prime Lust, Black Rose, Star Killer, Fire & Water, Streets of Fire, Medea. Ragazzi, abbiamo appena incominciato questa incredibile avventura, ROCK ON!

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