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TRASHCAN DARLINGS
"Real Fucking Make-Up"
East Side Records 2008

Credo fosse il 2001 quando ricevetti un paio di CD da questo gruppo dal look molto stravagante. Spesi buone parole su di loro e nonostante mi piacessero, non ebbi modo di seguirli piu' negli anni avvenire.
Ricapitati sotto tiro casualmente su MySpace, non ho esitato molto a ricontattarli e nel giro di qualche settimana mi hanno fatto avere la loro nuova release, un compilation album di 18 pezzi che raccoglie b-side, ep e 5 nuove composizioni.
Per chi ne facesse la conoscenza solo ora, deve sapere che il gruppo nasce a meta' anni 90 grazie al chitarrista Chris Damien Doll e al cantante Strange? Gentle, a completare la formazione Frankie Nachtnebel all'altra chitarra, Q.Ken Rockers al basso e Andy Hunter alla batteria.
Dopo Getting Away With Murder del 2006, hanno dato alle stampe questo Real Fucking Make-Up, una ghiotta occasione per far conoscere la band a chi non l'ha mai sentita e una buona opportunita' di approfondire i propri ascolti a chi gia' li conosce.
Dei vecchi brani ricordo i glam punk di "I Just Wanna Die (On a chemical high)", "(She's a) Fuck Around", "Johnny Is A Drag-Queen", "Fed-Up!", l'Hanoi Rocks-iana "Electric Vampires (Synth Extravaganza)" e la ballata "Intergalactic Silence", mentre delle nuove composizioni cito il rock and roll old style a-la' Chuck Berry di "Barbed Wire Boogie".
Moreno Lissoni

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MARYA ROXX
Single-CD "21"
Ram Music 2008

Questo CD singolo di Marya Roxx spacca il culo! Mi aspettavo uno slavato punkettino a-la' Avril Lavigne, ed invece mi trovo di fronte 4 pezzi di ruvido e modermo hard rock. La giovanissima rocker nata in Estonia ha gia' venduto oltre 20000 copie del suo primo lavoro nel suo paese, un successo che l'ha portata a Malibu, ai Document Room insieme al produttore Kevin "Caveman" Shirley (Iron Maiden, Dream Theater, Led Zeppelin, Him) a registrare i suoi pezzi insieme a musicisti come Paul Crook (MEAT LOAF, ex-ANTHRAX, SEBASTIAN BACH) alla chitarra, Scott Metaxas (ex-NUCLEAR ASSAULT) al basso (sostituito ultimamente da dall'ex Armored Saint e Fates Warning, Joey Vera), Derek Sherinian (YNGWIE MALMSTEEN, ex-DREAM THEATER) alle tastiere e Brian Tichy (ex-OZZY OSBOURNE, SLASH'S SNAKEPIT, GILBY CLARKE, PRIDE & GLORY) alla batteria.

Si parte con il singolo "21", suoni potenti con coro catchy sorretto dalla bella voce di Marya, e' invece la chitarra di Paul Crook ad aprire la seguente "Oh Yeah", stessa struttura della precedente con un buon compromesso tra potenza e melodia. A traghettarci verso la fine troviamo la selvaggia "Rebel" e la cover dei Clawfinger di "Nothing Going On" che ci danno l'opportunita' di scoprire un nuovo giovane talento che non credo fara' fatica a farsi strada nel music biz.
Ora aspettiamo l'album e speriamo continui su questi livelli.
Moreno Lissoni

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ASTROLITES
'Hard Luck'
HepTown 2008

Ultimamente capita sempre piu' spesso che il mio stereo si rifiuti di mangiarsi gruppi ultraconotonati, forse dovuto ad una passata indigestione, preferendo dischi rockabilly o country. Dei primi fanno sicuramente parte anche gli Astrolites, trio svedese con uno stile che miscela swing, rockabilly, surf, punk e autodefinendosi "High Speed Rockabilly".
Nati nel 2002 come Tom Wilson & Astrolites, dopo qualche cambio di formazione sono arrivati nel 2005 con una line-up composta da Örjan Jonsson (RAGING HELLBILLY'S, ALIEN COWBOYS), Marku Kallunki (RAGING HELLBILLY'S, ALIEN COWBOYS) e Uno Eiving (BLACK OUT, JACK BAYMORE, GREEN KRYPTONITE) e sono appena usciti con un disco che potra' piacere a chi ama Stray Cats, Reverend Horton Heat e Social Distortion (di quest'ultimi viene riproposta "Prison Bound" tratta dall'omonimo album del 1988).
Abbastanza problematica la scelta di commentare una song piuttosta che un'altra, anche se dai primi ascolti quelle che mi hanno colpito maggiormente sono "Dynamite", "She's A Knockout", "Hotrod From Hell", "Hard Luck", "Lets Work It Out" e "Knocked Out", ma salvo un paio di eccezioni, un disco sopra la media e ben digerito dal mio stereo.
Moreno Lissoni

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DOKKEN
'Lightning Strikes Again '
Frontiers Records 2008

Non e' mai semplice per il sottoscritto recensire un disco dei Dokken, vuoi per l’affetto che mi lega alla band californiana, vuoi perle enormi aspettative che ogni volta ripongo in una nuova release di una delle band cardine delle scena americana (e non solo) degli anni ’80-’90.
Da mesi i segnali che arrivavano su questa nuova fatica discografica della band guidata da Don Dokken erano molto positivi, un titolo che rimandava direttamente a quello che probabilmente è il loro capolavoro, “Under Lock and Key”, un artwork di copertina chiaramente ispirato ad un altro disco di grande successo, “Back for the Attack” e soprattutto un paio di sampler pubblicati sul sito ufficiale che ricordavano le sonorita' proprio dei due album sopracitati.
Ora finalmente “Lightning Strikes Again” e' realta' e per quanto mi riguarda sono 3 settimane che non ascolto altro. Eh sì, perche' quando “Standing on the Outside” apre le danze un brivido mi corre lungo la schiena, un pezzo che da anni i fans dei Dokken aspettavano, con tutte le caratteristiche che da anni non sentivamo, perlomeno non tutte nella stessa canzone, arpeggio alla “Standing in the Shadows”, solo iniziale in perfetto Lynch-style, un Don Dokken ispirato e un coro che fa presa al primo ascolto.

Da qui in avanti sara' la conferma che davvero la band ha voluto tornare al classico Dokken-sound, niente proclami poi puntualmente smentiti o facili ruffianerie per vendere qualche copia in piu', senza timore di smentite questo e' il miglior disco dai tempi di “Back for the Attack”, di più, probabilmente ne e' l’ideale successore in ottica temporale.
Secondo pezzo e' “Give me a Reason”, con altro riff da urlo, ad opera di un Jon Levin che a conti fatti si dimostra il vero protagonista di questo album ripercorrendo la strada maestra tracciata da George Lynch, coro vincente guidato dall’illustre ospite Jeff Scott Soto e assolo che più “classico” non si può.
“Heart To Stone “ potrebbe essere un singolo di successo con il suo andamento sinuoso se solo le radio americane non fossero accecate dai nuovi trend imperanti.
Unica concessione al recente passato e' “Disease”, peraltro uno degli unici pezzi in cui non figura la penna di Jon Levin (un caso? ...non credo), abbastanza moderno nel suo incedere e con voce-semi filtrata, salvato comunque da un altro assolo di gran gusto di Mr. Levin.

Alla traccia numero cinque arriva la prima delle due ballate dell’album (l’altra è “I Remember”), ovvero “How I Miss Your Smile”, classico slow semi-acustico e con una punta di malinconia tipica del cantante di Redondo, che non è un mistero dia il meglio di se sui pezzi più “rilassati” in cui la voce non deve sforzare e raggiungere picchi ormai lontani.
“Point of no Return “ è invece la classica fast-song in cui si distingue la massiccia sezione ritmica Barry Sparks-Mick Brown che come hanno ampiamente dimostrato le recenti date sul suolo italico gira come un orologio svizzero e con la potenza di un treno in corsa.
Alla traccia numero nove arriva uno degli highlights del disco, quella “Judgement Day” che ogni volta che la sento mi viene la pelle d’oca tanto e' intrisa di Class Metal, termine che non dimentichiamo e' stato creato appositamente per descrivere il loro sound, quante altre bands possono dire lo stesso?
Menzione d’obbligo anche per “It Means”, che nell’incedere ricorda vagamente quella “Too High To Fly” che rimane una delle cose migliori dei Dokken post-Back for the Attack.

Insomma, se ci fosse un voto da dare alla fine della recensione sarebbe un 9 pieno, acquisto obbligato per ogni Dokken-fan e per chi ha nel cuore i favolosi anni ’80, non ve ne pentirete.
PS. Proprio in questi giorni e' girata la voce che ci sarebbe in programma una reunion con la formazione originale Dokken-Lynch-Pilson-Brown, ne sapremo di piu' nel corso dei prossimi mesi ma per il momento godiamoci questi splendidi 51 minuti (+ bonus track nella versione limitata), poi vedremo.
Federico Martinelli

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THE CRASH MODERNS
'Good Night Glamour, Good Morning Disaster'
Near Records 2008

Credo che siano stati i Marvelous 3 con "Math and Other Problems" nel 1997 a lanciare nelle classifiche e su MTv quelle band definite "power pop" o "nu breed", "punkizzando" le melodie ultra catchy in stile Cheap Trick o Elvis Costello. Di li in poi sono seguiti altri gruppi tipo American Hi-Fi, SR-71, Bowling For Soup, Sugarcult, ed e' proprio in questa fascia musicale che si vanno a collocare i newyorkesi The Crash Moderns, gruppo nato nel 2004 e gia' opening act dei Bon Jovi al The Continental Airlines Arena in New Jersey.

Goodnight Glamour, Good Morning Disaster e' un disco 'easy', per un'ascolto facile che potrebbe dare filo da torcere ai piu' noti Simple Plain, un lavoro fatto con cura e super professionale, dove non mancano pezzi da classifica come nel caso di "This Time", "Pimp My Life", "Hello World" o "Closer Is Better". Come in tutti i generi, c'e' sempre il rischio di risultare un gruppo fotocopia, ma se il loro intento e' quello di fare breccia nel cuore delle teenager, be', allora sono partiti con il piede giusto!
Moreno Lissoni

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SHANNON
'Angel In Disguise'
Artist Service/Music Buy Mail 2008

Fautori di un classico melodic hard rock, i francesi Shannon ritornano sul mercato con una nuova release intitolata Angel In Disguise che, dopo i buoni responsi ottenuti con i precedenti lavori, ci danno in pasto 13 tracce godibili e che verranno ben assimilate dai sostenitori del genere.
Niente di innovativo, ma un lavoro di ottima fattura che potra' dare buone soddisfazioni a chi ha nel sangue gruppi come FAIR WARNING, DANGER DANGER o DOKKEN con colonne portanti del disco la coppia di canzoni d'apertura ("Do You Know?", "Hungry For Love"), la ballata JOURNEY-iana "On & On" e le melodie spumeggianti di "Long Gone", "Coming Back To You" e "Hang On".
Angel In Disguise e' quindi un CD che prosegue con grande coerenza il percorso intrapreso in precedenza, portando avanti un sound ormai fuori moda, ma oro colato per chi ama i gruppi sopra elencati.
Moreno Lissoni

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WHITESNAKE
'Good to be Bad'
Audioglobe 2008

L’attesa è valsa proprio la pena! Oltre 10 anni da Restless Heart, svariati live acustici ed elettrici hanno incrementato la curiosità dei tanti sostenitori del serpente bianco e dell’hard rock più classico in generale.
11 brani originali per quasi un’ora di ascolto (nella versione non limitata) scritti da Coverdale e Doug Aldritch che rendono questo cd già un classico grazie ad un songwriting sempre maturo e allineato allo stile di Dave e grazie a linee melodiche che seguono standard qualitativi che visti i tempi spesso latitano e creano l’illusione di potere ascoltare brani (in questo caso il sogno è diventato realtà) suonati da professionisti che hanno percorso e scritto la storia di un certo tipo di rock.
Produzione di altissimo livello, suoni curati maniacalmente e nulla lasciato al caso. Mixaggio aggressivo con le chitarre “in faccia” e la pulizia di scelte stilistiche di musicisti pluiriesperienziati che donano quel valore aggiunto di naturalezza da live session anche nelle canzoni meno spinte e più di atmosfera (Doug Aldrich – chitarra, Reb Beach – Chitarra, Uriah Duffy - Basso, Timothy Drury – Tastiere, Chris Frazier - Batteria).

Tutte le 11 songs meritano più di un ascolto attento, partendo da "Best Years", selvaggia nella sua accuratezza grazie a riff di chitarra e voce graffianti che sfociano in un ritornello melodico e di piglio immediato, "Can You Hear The Wind Blows", sempre con le chitarre protagoniste che ci fanno tirare un sospiro di sollievo e che ci accompagnano verso uno sviluppo cadenzato da basso e batteria.
"Call On Me" sembra uscita a fine anni '80, tagliente e potente con Doug che riesce ad inventarsi anche qui una parte personale e caratteristica. "All I Want All I Need" è la prima ballad, la voce di Dave è espressiva al massimo, l’atmosfera si placa e ci fa tornare in mente l’album 1987: emozionante con un chorus di effetto immediato e garantito.

"Good to Be Bad" riaccende gli animi e insegna come deve essere suonato un pezzo hard rock, tiro e pacca che solo i grandi possono avere. Coverdale anche qui dà lezioni di canto e controllo vocale. "All For Love" è una mid-tempo ad alta presenza di ottani, classica song per la band con una chitarra geniale e un ritornello che la rende un singolo perfetto. "Summer Rain" è la seconda ballad, leggermente malinconica e carica di pathos, chitarre acustiche che accompagnano la voce calda di un Coverdale ancora ispirato e pronto ad emozionare in una esplosione melodica di livello estremo. "Lay Down Your Love" parte con sole voci in attesa di un riff che ogni chitarrista hard rock sognerebbe di suonare. La sezione ritmica è impegnata in controtempi di impatto sicuro che rendono varia e interessante la canzone stessa. "A Fool in Love" è la bluesy song che non può mancare in un album di Coverdale, la vecchia scuola che riesce ad insegnare e ad essere ancora e sempre attuale.

"Got What You Need", uptempo hard rock con il più classico piglio che caratterizza il suono Whitesnake. "Till The End Of Time" è una bluesy love song che rende questo cd completo in ogni sua parte senza alcun punto debole.
In conclusione, un disco scritto e suonato per i fans del gruppo dai primi fans dello stesso , quell’eterno ragazzino di Coverdale e il suo attuale fidato e talentuoso partner Aldritch. E’ grazie a prodotti come Good To Be Bad che questo genere di musica è destinato ad essere ricordato nel tempo qualsiasi cosa possa accadere.
Mauro Guarnieri

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DON DOKKEN
'Solitary'
Dokken Enterprises 2008

Anticipando di qualche settimana il gran disco di ritorno della band madre, il buon Don Dokken pubblica quello che risulta essere il secondo album solista della sua carriera, facendo seguito all’ormai lontano “Up From The Ashes” del 1990.
Ma se quello era di fatto un disco dei Dokken sotto nome solista per il tipo di sound proposto, qui il 58enne californiano sceglie di allontanarsi decisamente dal classico approccio per dare alle stampe un disco molto rilassato, in cui predominano le parti acustiche e le ballate come “In the Meadow” posta in apertura e che ben ci introduce ad un lavoro che è molto più vicino agli Eagles (tanto per fare un nome) che ai Dokken.

Don si è circondato di ospiti illustri come Kelly Keeling, con il quale e' in tour negli USA a supporto di questo disco come special guest acustico del tour dei Queensryche, Micheal Thompson, Tony Franklin, Vinnie Colaiuta, Wyn Davis, ma il vero protagonista è lui, con la sua voce inconfondibile che come ho avuto modo di dire altre volte si trova ormai molto più a suo agio su tonalità basse.
Nascono così canzoni delicate e dai toni soffusi, come la bellissima “When The Grass is Green”, dotata di un feeling notevole.
L’album è reperibile soltanto ai concerti oppure sul sito www.dokkenstore.com, anche in formato digitale.
Federico Martinelli

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BRIAN McCARTY
'Love Forget Me Not'
RankOutsider Records 2007

Icona della scena trashy-punk glam per aver formato i Trash Brats, Brian O'Blivion, ops, Brian McCarty, dopo lo split con la sua vecchia band, ha prima inciso un paio di dischi con il suo vecchio pseudonimo, Badly Beaten, But Still Conscious nel 2001 e The Flash Before The Crash nel 2005 e lo scorso anno ha dato alle stampe Love Forget Me Not, 12 pezzi che anno ben poco a vedere con le sonorita' a cui ci aveva abituato il suo vecchio gruppo, per un piu' 'impegnato' rock acustico dalle diverse sfacettature che vanno dal soul al bluegrass, dal country al blues.

Scordatevi i ritmi scanzonati di The Jokes On You, qui sono ben altre le influenze musicali, da Hank Williams Sr ai Rolling Stones, da Johnny Cash a Chuck Berry e per sentire tali differenze vi dovrebbe bastare - l'ottimo - ascolto di "Sorry For Myself", "She's Playing For Keeps, I'm Playing For Tips", "Stray Bullets", "Knockin' Boots", "Love Forget Me Not" o "Cherry Hill".
Ad ogni modo Love Forget Me Not non ci introduce a chissa' quali sorprese e novita', ma contiene una dozzina di canzoni fortemente legate alle sonorita' tipiche della roots music americana.
Moreno Lissoni

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WHITE LION
'Return Of The Pride'
Frontiers Records 2008

Mike Tramp esce nuovamente con un disco, questa volta a nome della sua band storica White Lion, icona degli anni 80 cofondata con il funambolico e geniale musicista Vito Bratta.
Return of the Pride e' pero' un album di Mike Tramp al 100%, molto gradevole, un hard rock melodico di alto livello che fa ricordare in alcuni tratti Pride e Mane Attraction degli originali WL ma con sonorita' più contemporanee e in altri "More To Life Than This" e "Songs I Left Behind" dalle sue ultime uscite discografiche.

La formazione è giovane ma consolidata, Jamie Law alle chitarre, Troy Patrick Farrell alla batteria, Claus Langeskov al basso, Henning Wanner alle tastiere e, grazie ad una buona produzione, che pecca pero' in alcuni tratti nella scelta di suoni (avrebbe potuto essere piu' incisiva e presente), riesce a colpire nel segno.
11 brani che vanno dal classico stile alla White Lion come "Set Me Free", "Gonna Do It My Way", "Dream", "I Will" a sonorita' e tiro più moderni come "Live Your Life" ad atmosfere quasi epiche come l’opener "Sangre De Cristo" a ballad consolidate come "Never Let You Go" e la bonus di chiusura "Take Me Home".

La voce di Mike e' sempre un punto di riferimento e quei caratteristici tratti malinconici la rendono unica e sempre interpretativa, le canzoni sono solide e Return Of The Pride risulta essere un acquisto quanto mai consigliato per gli amanti del melodic hard rock di qualita' e importante per capire l’evoluzione di questo artista.
Mauro Guarnieri

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DAMAGED DOLLS
'Demo 2008'
Demo 2008

Continua l''invasione di gruppi glam metal dalla scandinavia, cosi' dopo CrashDiet, Crazy Lixx, Sister ecco i Damaged Dolls, gia' conosciuti su SLAM! con il precedente demo. Migliorati leggermente i suoni, ma con la stessa attitudine e sound che gli ha contraddistinti su Sleazy Entertainment, il gruppo svedese non incanta di certo per originalita', proponendo 3 canzoni dal consueto retrogusto ottantiano, dove in certi passaggi e' impossibile non avvertire una certa sensazione di déjà vu sonoro.
Mötley Crüe e Poison d'annata sono i gruppi di riferimento di maggior successo, e se da un lato questo demo puo' essere un piacevole passatempo, dall'altro la loro scontatezza potrebbe annoiare chi ha gia' fatto indigestione di hair metal negli anni passati. Una band che va consigliata a chi ha bisogno di qualcosa di facile ascolto e ama la nuova cotonata ondata di band provenienti dal nord Europa.
Moreno Lissoni

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LAST AUTUMN'S DREAM
'Hunting Shadows'
Escape Music/Frontiers Records 2008

Nuovo disco da studio per questo supergruppo formato dalla sezione ritmica dei TALISMAN (Marcel Jacob e Jamie Borger), dall’ex FAIR WARNING, Andy Malecek e da un veterano della scena rock melodica scandinava, Mikael Erlandsson.
Gli amanti dell'aor scandinavo si staranno fregando le mani perche' Hunting Shadows e' una delle migliore release del settore che mi sia capitato di ascoltare in questo 2008, un album pulito e cristallino, che senza cercare soluzioni innovative, riesce a proporre 11 canzoni di rock adulto di ottima fattura, regalandoci momenti sublimi come nella ballata Aor in stile Journey di "I'm Not Supposed To Love You Anymore" o in quel gioiellino radiofonico che fa di nome "Save Our Love".
Un disco sopra le righe, ottimo sotto ogni punto di vista, con una produzione al passo coi tempi ed un gruppo tecnicamente impeccabile, caldamente consigliato a tutti i sostenitori di queste sonorita'.
Moreno Lissoni

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FATAL SMILE
'World Domination'
Locomotive Records 2008

Visti di supporto agli WASP nel 2006, i Fatal Smile tornano con la loro terza release dopo il discreto "Neo Natural Freaks" e questa volta come produttore troviamo il noto Michael Wagener. Si notano immediatamente segnali di crescita e maturazione, il loro sound continua a macinare massicce dosi di Hard & Heavy influenzato per l'appunto dal gruppo di Blackie Lawless ("S.O.B.") e concedensosi qualche divagazione sonora a-la' Black Label Society, ma tenendo ben salde le radici nella tradizione classic rock scandinava ("Fatal Smile", "Straight To Hell").
"Stranger" e "Too Far Down" i brani di maggior impatto, derivativi quanto volete, ma dall'ottima potenzialita', cosi' anche "Run For Your Life" gioca su sonorita' class metal americane e ci confermano che il quartetto svedese ha trovato la propria strada e sta lavorando per perfezionarla.
Moreno Lissoni

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TEMPESTT
'Bring ‘Em On'
Metal Heaven 2008

Tra prog e hard rock melodico i Tempestt, giovane combo brasiliano scoperto da Billy Sheehan e Jeff Scott Soto, sono partiti facendo cover di Journey, Kansas, Europe, Queen, Bon Jovi e Dream Theater.
Tecnicamente sopra la media sono riusciti a trovare un giusto compromesso tra l'hard rock progressivo della band di James LaBrie e quella di Geoff Tate con gli ultimi WINGER o EUROPE, con un risultano finale piu' che convincente.
E' proprio il gruppo fautore di Image And Words che fa capolino nell'opener "Faked By Time" e in "Too High", mentre TALISMAN e i gia' menzionati WINGER si fanno sentire in "Insanity Desire", contata in duetto dal vocalist BJ insieme a Jeff Scott Soto.
Nonostante qualche pezzo troppo lungo per i miei gusti, ho individuato gli spunti migliori nelle melodiche "A Life’s Alibi" e "Higher (I Can Land)", nella ballata acustica "Healing" e nell'ottima interpretazione di "Don´t Stop Believin'" dei JOURNEY.
Moreno Lissoni

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SWELTER
'Tremendous Ride'
Self Produced 2008

"Figa 'sta copertina!", e' stata la prima cosa che ho esclamato prendendo in mano il CD degli Swelter. Artwork e look mi avevano fatto pensare ad un disco di rock and roll grezzo e punkeggiante, ma ahime', di queste sonorita' in Tremendous Ride c'e' giusto appunto la confezione perche' la proposta di Mirko (voce e chitarra), Carsten (chitarra), Michael (batteria) e Chris (basso) e' tutt'altro.
Totalmente spiazzato dall'attacco dell'intro, skippo canzone dopo canzone sperando che la cover non sia solo un 'errore' di marketing, ma arrivato alla traccia numero 9 mi rassegno al loro heavy metal che tanto fa il verso ai Metallica... Le parole "metal" e Metallica non rientrano nel mio vocabolario musicale, se siete interessati vi basta cliccare sugli indirizzi qui di fianco.
Moreno Lissoni

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WILLYCRANES
'Domestic Disturbance'
Punk Spark 2007

Vi ricordate i Willycranes? Quelli che hanno il loro cantante che sembra Earl Hickey di My Name's Earl? ...Be', sono tornati con un nuovo album dopo Gone Fighting del 2006.
Con Domestic Disturbance si continua dove ci avevano lasciati, con un tiratissimo punk rock and roll dove ancora una volta sono i Dead Kennedys il paragone piu' vicino al loro sound. Due minuti in media per traccia con brani immediati che possiamo sentire in songs come "High Road", "High Road" o "Make a Stand", un lavoro uniforme, ben suonato e ben registrato che esaltera' i fans della band.
Moreno Lissoni

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PINO SCOTTO
'Datevi fuoco (lo Scotto da pagare)'
Valery Records 2008

Pino Scotto e' senza dubbio uno dei piu' coloriti e carismatici portabaniera dell'hard & heavy nostrano. Ricordo ancora la sua rubrica sulla rivista Hard! e di quando andai da Mariposa, a Milano, per cercare senza esito la cassetta di "Il Grido Disperato Di Mille Bands".
Era il 1992, il lettore CD era ancora considerato un bene di lusso e cosi' dovetti affittarlo (ai tempi si poteva) e me lo feci registrare su cassetta da un amico. Solo in seguito, riuscì a farmi vendere la copia dal noleggiatore per via della nuova legge che non permetteva piu'di 'prestare' i cd a pagamento per qualche giorno.
Chiusa la parentesi amarcord, inizio a parlare di questa nuova release dell'ex Vanadium, tralasciando la lunga storia del cantante di origine napoletana perche' do per scontato che ogni rocker, o presunto tale, sappia chi sia in mitico Pino!

L'ambizioso progetto Datevi Fuoco (lo scotto da pagare) vede Scotto alle prese con i suoi vecchi pezzi cantati in italiano ri-registrati insieme ad un team di famosi musicisti della scena, una lunga lista composta da Mauro Pagani, J. Ax (Articolo 31), Enrico Ruggeri, Tommy Massara e G.L. Perotti (Extrema), Aida Cooper, Criz Mozzati (Lacuna Coil), Fabio Treves, Le Vibrazioni, Trevor (Sadist), Saturnino, Gigi Schiavone, Mario Riso (Rezophonic), Bud e Dario Cappanera (Strana Officina), Andy (Bluvertigo), Briegel (Ritmo Tribale), Tato (Fratelli Calafuria), Pier Gonella e Roberto Tiranti (Labyrinth), Morby (Dominae), Olly (The Fire), Lella (Settevite), Marco Melloni, Maurizio Belluzzo (Alchemy), Maurizio Roveron, Stefano Brandoni (Renga), Steve Arganthal (Fire Trails) e Steve Volta.

Questa spataffiata di nomi non fa altro che impreziosire la release che oltre al CD musicale comprende un booklet di quasi 200 pagine con la biografia ufficiale, foto inedite, aneddoti, ecc...
Tra i 12 brani invece segnalo "Come Noi" estratta da Segnali di Fuoco del 1997, moderno ed incazzato hard rock dove si fanno sentire al microfono una schiera di artisti tra quelli nominati quei sopra, "Il Grido Disperato Di Mille Bands" in duetto con Morby; "Dio Del Blues" insieme alle Vibrazioni, l'hard blues di "Piazza San Rock", "Predatori della Notte" con Enrico Ruggeri e la ballata "Gamines".
Moreno Lissoni

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M.O.B
'The Greatest Enemy'
Self Produced 2008

Non sono un grande appassionato delle sonorita' piu' metalliche, anzi, diciamo che non lo sono proprio per niente. Gli svedesi M.O.B infatti viaggiano intorno a questo genere e se in passato avevo speso buone parole sul loro conto, a questo giro, pur trattandosi di un buon prodotto di hard & heavy, faccio fatica ad arrivare alla fine. Sia ben chiaro, The Greatest Enemy, e' suonato bene, ha dei buoni spunti, ma e' un po' sempre la solita tiritera, uno di quei CD che ascolti un paio di volte con piacere e poi lo appoggi da qualche parte finche' non ti ricapita in mano mentre stai facendo un trasloco.

Se al contrario, siete dipendenti da questo tipo di sound,Ozzy Osbourne, Judas Priest e Black N' Blue, allora un giro sul loro sito e' obbligatorio.
Moreno Lissoni

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THIS DEVASTED FAN
'Vitoria’s Waiting'
WiT Records 2007

Non propriamente da Slam! questa band inglese che sara' in Italia all'inizio di aprile per promuovere il proprio esordio discografico (i dettagli delle date su www.getrocked.it).
Non sono un appassionato di indie rock, ma mi sono messo d'impegno e mi sono ascoltato Vitoria’s Waiting con l'intento di capire se ci possano essere degli spunti interessanti che possano in qualche modo essere graditi dalla maggior parte degli utenti del sito, spunti che ho trovato nell'opener "Black Elevator", in "Blow Out Stars" e in "Elementary Girl", per il resto un lavoro adatto a chi ama tali sonorita'.
Moreno Lissoni

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LINES OF LEAVING
'Battle For Humanity'
Independant Sounds 2007

Un gruppo che annovera tra le sue influenze Muse, Placebo, System of A Down, Queen e Manic Street Preachers, non credo riscuotera' molti estimatori tra i lettori di SLAM! e sinceramente neanche il sottoscritto impazzisce di gioia ascoltando Battle For Humanity.
Ho fatto davvero fatica ad arrivare alla fine senza premere il tasto next, un po' troppo lontano da i miei abituali ascolti e difficile da commentare... i siti di riferimenti sono qui di fianco, se siete musicalmente piu' aperti di me, fateci un salto!
Moreno Lissoni

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