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Gaetano Fezza

Pensavate di conoscere tutto dei 70's e del Glam Rock? Convinti che il Glam Punk americano sia nato con le N.Y. Dolls? Sicuri che la prima Glam Rock band di Los Angeles fossero gli Zolar X?
Fino a pochi mesi fa solo un nome leggendario, impossibile chimera dei collezionisti, eccovi la storia della prima vera Glam Punk band Americana!
Quando i Kiss e le Dolls non esistevano, Alice Cooper muoveva i primi passi ed il termine Glam Rock era sconosciuto, loro già prendevano a calci in culo l'audience meritandosi a buon diritto il titolo di autentici "Prime Movers"!
Ladies and gentlemen in esclusiva per gli Slam! Rockers la prima intervista italiana a Mr. Stefen Shady, singer dei mitici SHADY LADY "The band that started it all"!!!

Shady Lady: fino a pochi mesi fa un nome che sfiorava il mito, probabilmente la prima Glam Rock band americana. Cosa vi spinse a mettere insieme la band nel lontano 1968?
Entravo ed uscivo da bands sin dai tempi del liceo e stavo cercando di metter su una super-band con look ed attitudine particolari, diversi da qualsiasi cosa in cui fossi stato coinvolto prima. Sapevo esattamente quel che volevo. Un giorno incontrai Gerhard al Greenwich Village ed improvvisammo una jam, la cosa uscì molto bene perché gusti musicali, idee e stile erano molto simili. Era rock’n’roll baby… potente e veloce rock’n’roll. Andò così bene che decidemmo di proseguire e metter su una band. Gerhard aveva questo enorme loft nel quartiere che in seguito sarebbe diventato famoso come Soho, era perfetto per provare e c’era un sacco di spazio per viverci. Mi trasferii li e decidemmo di trovare un chitarrista, ma non uno qualsiasi, doveva essere veramente “caldo”.

Ne conoscevo uno che pensavo facesse al caso nostro e la sera seguente andai a cercarlo. Avevo visto John on stage per delle jam session con Eric Clapton, Alvin Lee ed altri noti musicisti allo “Scene”, un club che frequentavo spesso, e faceva la sua bella figura in mezzo a questi chitarristi fottutamente grandi! Chiesi in giro per il village sue notizie e lo trovai la sera stessa in uno dei bar che frequentava abitualmente, ci facemmo alcuni drinks e lo misi al corrente del nostro progetto. La sera seguente venne a provare con noi, suonammo per ore e ci rendemmo subito conto che stava nascendo qualcosa di speciale, John decise di trasferirsi li e così cominciammo a suonare e scrivere canzoni.

Una delle vostre influenze principali erano indubbiamente i Rolling Stones, ma il vostro suono era più tagliente, proto-punk, quali altre bands vi piacevano e vi ispirarono?
Stefen: (sorridendo) Bene, in effetti gli Stones erano una nostra ispirazione, ma è importante sottolineare che eravamo influenzati anche e soprattutto da molti dei musicisti che a loro volta influenzarono gli stessi Stones. Per dirla tutta gli Shady Lady avevano un background talmente vasto che era arduo indicare una sola band e dire “ecco da dove hanno preso il loro sound”. E’ divertente quando ci dicono che suoniamo come qualcuno e la band cui si riferiscono in realtà è venuta dopo di noi, non sarebbe più sensato dire che quel “qualcuno” suona come gli Shady Lady? Questo mi fa davvero ridere….

La scena New Yorkese dei primissimi 70’s ha consegnato alla storia del Rock’n’Roll personaggi chiave come le New York Dolls, Ramones, Dictators etc, per non parlare di bands minori ed apparentemente scomparse senza lasciare traccia come Magic Tramps, Rags o Harlots of the 42nd Street, cosa ricordi di quegli anni, avevate relazioni con alcune di queste bands?
Ci trasferimmo a Los Angeles prima che che queste bands si formassero, quindi non ci furono rapporti con nessuno dei loro componenti, credo che in seguito sia le Dolls che i Kiss vennero a conoscenza della nostra esistenza, ma si formarono comunque dopo di noi. Penso che gli Shady Lady rappresentassero per la West Coast ciò che in seguito le New York Dolls rappresentarono per la East Coast. Eravamo comunque in rapporti di amicizia con diverse bands di L.A. ed uscivamo con musicisti della scena locale tra i quali Iggy Pop. Tornando al periodo Newyorkese uscivo spesso in compagnia di Jimi Hendrix, ma era prima di formare gli Shady Lady.

Io, John e Gerhard ci eravamo da poco trasferiti a L.A. quando una sera trovammo Jimi in una casa a Laurel Canyon dove eravamo appena giunti con un branco di “pollastrelle” rimorchiate al Whiskey. Succedeva un paio di settimane prima della sua morte... Io e Jimi non ci vedevamo da parecchio e lui non sapeva che mi ero trasferito a L.A. per metter su la band, andò letteralmente fuori di testa quando entrò e mi vide. Mi sentii veramente di merda quando morì.... Jimi era una persona fantastica e, come tutti sanno, era semplicemente il migliore chitarrista del mondo! Sono certo che manca ancora oggi a parecchia gente così come manca a me.... comunque sia Leonard (il secondo chitarrista degli S.L.) possiede ancora la chitarra acustica Martin che Hendrix suonò quella notte in quella casa... Non è una figata?

Conoscevi bene Johnny Thunders, è verità o “leggenda urbana” che gli proponesti di entrare negli Shady Lady?
Conoscevo Johnny sin dai tempi della “street scene” di New York pre Shady Lady e Dolls, anche se all’epoca non eravamo amici in senso stretto, ci salutavamo quando ci incrociavamo per una sorta di mutuo rispetto dovuto ai reciproci look ed abbigliamento, avevamo uno stile molto simile. Lo conobbi meglio durante un concerto dei Doors all’East Village, Gerhard e John erano con me ed era il periodo in cui facevamo audizioni per completare la formazione dei futuri Shady Lady. Chiesi a Johnny se era interessato ad un’audizione con noi ma declinò l’invito perché all’epoca suonava il basso e noi avevamo già Gerhard, in seguito come tutti sanno Johnny entrò nelle Dolls e passò dal basso alla chitarra.

(ridendo ancora) Alcuni anni dopo ero a New York ed una sera entrai al Max’s Kansas City, c’era Sable Starr con Johnny e gli altri membri delle Dolls. Io e Sable eravamo amici di lunga data perché prima di stare con Johnny era stata a lungo la ragazza di John Christian e con sua sorella Coral erano sempre a casa nostra. C’era anche il manager delle Dolls e mi propose di portare le due bands in tour, risposi che l’idea era fantastica ma… noi ci eravamo appena sciolti! Per qualche settimana me ne andai in giro con loro, io e Johnny legammo al punto che stavamo per prendere un appartamento insieme, ma all’ultimo momento ci ripensai, proprio il giorno in cui Sable, io e Roger (un amico di lunga data sia mio che di Johnny) dovevamo depositare la caparra per questo appartamento a Manhattan. Johnny era in tour così telefonai a Sable e le chiesi di chiamarlo ed avvisarlo che, seppure un po’ mi dispiacesse avevo deciso di tornare a L.A.
Quello stesso pomeriggio andai all’aeroporto e volai a Los Angeles. Da allora, strano ma vero, non ho più rivisto nessuno di loro. Anche Iggy era a New York nello stesso periodo e tornò a L.A. praticamente insieme a me, però persi di vista anche lui…. La gente si muove in diverse direzioni, a volte la ribecchi, a volte no, la vita è strana e non sai mai cosa può riservarti, è come un cerchio che a volte torna su se stesso e ti fa rincontrare persone che non vedi da tempo, altre volte si interseca con altri “cerchi” e ti fa incontrare nuova gente….

Cosa vi spinse a trasferirvi da N.Y. a L.A. e quali erano le differenze più evidenti tra le due scene?
Innanzi tutto a New York non riuscivamo a trovare gli altri due membri per completare la band e stavamo progettando di trasferirci a Londra risparmiando soldi per il viaggio. Poi John cominciò ad avere dei “problemi” con alcuni mafiosi, venni coinvolto anch’io ed in breve la situazione si fece scottante, così prima che le cose precipitassero partimmo alla veloce.
Scegliemmo Los Angeles perché non avevamo abbastanza soldi per andare a Londra, così mentre io e John ci siamo imboscati fuori città per un paio di settimane (e –ridendo- con un paio di pollastrelle a farci “compagnia”), Gerhard che era fuori da strani giri organizzò tutto per il viaggio.

Ci caricò su un Van appena comprato e partimmo per l’Ovest. Le differenze più evidenti tra N.Y. e L.A. erano… oddio, ce n’erano troppe… entrambi i posti erano fighi ma molto diversi. A L.A. le cose si muovevano più lentamente ed erano più “nascoste” ma il clima era decisamente migliore e le donne erano impressionanti, non capire male, anche a N.Y. ce n’erano alcune strafighe, ma… L.A. era piena di queste biondone… autentiche strafighe da cinema. (ridendo) Giravamo molto di più che a New York e le donne ci “trovavano” facilmente, ma la cosa più importante fu che, dopo tantissime audizioni in entrambe le città, qui trovammo i due membri per completare la formazione.

L.A. è la patria di due personaggi chiave della scena Glam Rock: Kim Fowley e Rodney Bingenheimer che aprì la mitica English Disco, fulcro per l’intera scena Glam Rock, la frequentavate? Che ricordi avete di quel periodo?
Non abbiamo passato poi molto tempo li, credimi. C’erano così tanti parties e così tanta gente che si seguiva che avevamo un’autentica “corte”, specialmente al Rainbow sul Sunset Strip dove eravamo di casa, ma anche al Whiskey quando non suonavamo. Il posto dei “real-parties” era casa nostra, dove ero solito alzarmi la mattina e buttare fuori una marea di gente, puntualmente bivaccata in ogni angolo della casa, fuori ed attorno alla piscina.

Rodney’s era un posto ok ma era un po’ troppo di “bassa lega” per me, prima di chiamarsi così si chiamava “OOH POO PAH DOO” ed era decisamente meglio, quando ci suonavamo c’era sempre il pienone e la “scena” era “totale”, paragonata a quella l’English Disco era come “gli avanzi della cena del giorno prima” (ridendo).

E’ vero che David Bowie si è ispirato agli Shady lady quando ha scritto “Lady Stardust”? La cosa non mi meraviglierebbe affatto, penso abbiate influenzato parecchia gente in quegli anni da “prime movers”…
Yeah, non c’è dubbio che abbiamo influenzato parecchie bands e parecchia della musica che è venuta dopo di noi. Riguardo “Lady Stardust” non ne ho la certezza, ma posso dirti che quando Bowie venne a vederci al Whiskey era proprio il periodo in cui stava componendo i brani di “Ziggy Stardust”. La sua canzone descrive la scena di quel periodo ed in particolare quella nottata di cui parlo anch’io in “All Night Long”. Per dirla tutta è probabile che sia più di una diceria che il brano fu scritto su di noi.

Quando ho ascoltato per la prima volta i 5 brani del promo che mi hai spedito sono rimasto a bocca aperta, ottimi pezzi e, soprattutto, in anticipo su tutte la altre bands in seguito diventate più o meno famose. Il vostro management era lo stesso dei Cream, Bee Gees e Buddy Miles, cosa vi impedì quindi di stampare il debut album?
Si, avevamo un ottimo management con Robert Fitzpatrick e Max Byfuglin che credevano molto in noi, eravamo i loro preferiti ed avevano piani grandiosi per gli Shady Lady, ci coccolavano e proteggevano mentre per qualche oscura ragione la maggior parte dei discografici era infastidita da noi, e ci tirava addosso merda. C’erano però alcuni giornalisti e musicisti convinti che saremmo diventati grandi come gli Stones. Dopo aver ricevuto diverse offerte da alcune compagnie discografiche firmammo per la Scepter Records di New York, una piccola label che fece di tutto per scritturarci nonostante fosse già pesantemente indebitata, cosa di cui noi non eravamo al corrente.

Il nostro album era praticamente già pronto, mancavano solo un paio di ritocchi ed il mixaggio finale, ma alla Scepter non ebbero nemmeno l’occasione di ascoltarlo, se fosse successo... chissà, avremmo potuto aiutarli ad uscire dalle grane, essere la loro salvezza… Non conosco bene le cause del loro dissesto finanziario, certamente non gli Shady Lady perché non abbiamo visto una lira, il nostro contratto riguardava solamente la distribuzione e la promozione dell’album ma non vennero mai versati nemmeno quei soldi. In seguito ho sentito dire che la Scepter fece investimenti sbagliati su alcune 50’s oriented bands, rimanendo così in “braghe di tela” e chiudendo i battenti.

Dopo quanto tempo decideste di sciogliere la band e quali furono le principali cause?
In realtà non volevo sciogliere la band, ma John spesso non si presentava alle prove, ai meeting o alle photo sessions, per quel che ne sapevo era completamente fatto, in balia dell’eroina. Billy (il batterista) era perennemente immerso nei suoi sogni di essere un alieno e diventare il frontman di una sua band (cosa che realizzerà da li a poco con gli Zolar X – n.d.a.). Gli altri due… non ne sono certo ma probabilmente avrebbero continuato con gli Shady Lady se avessimo deciso di sostituire John e Billy, la cosa però era difficile perché eravamo io e John a scrivere insieme quasi tutti i pezzi. Billy era un gran batterista ma si poteva sostituire ma John... questo era un problema.

Lui ed io eravamo il “dynamic songwriting duo”, merda, fra i media c’era addirittura chi ci paragonava a Lennon/McCartney o a Jagger/Richards. Non che si debba credere a tutto ciò che scrivono, spesso sono una marea di cazzate, comunque noi due eravamo estremamente affiatati quando scrivevamo canzoni, c’era qualcosa di magico. Il colpo di grazia poi arrivò un giorno che tornammo agli studi Dress Revue, dove abitualmente facevamo le prove, per portare via la strumentazione, e scoprimmo che non c’era più nulla. John aveva venduto od affittato tutto per pagarsi la droga ed il volo per Londra, ci aveva derubato ed abbandonato! Avrei dovuto tentare di salvare il salvabile e tenere insieme la band ma eravamo così delusi e bruciati che sarebbe stato inutile. Il manegement a quel punto mi chiese di passare alla carriera solista ma rifiutai, me ne andai e tutto finì.

Da alcuni anni anni a questa parte sembra ci sia un rinnovato interesse per i 70’s ed il Glam Rock in particolare, grazie anche a siti ben curati come 70’s Invasion o Glam Rock Bear, hanno visto la luce albums fondamentali come quello di Brett Smiley e stanno per uscire il vostro e “Timeless” degli Zolar X, finalmente anche gli Shady Lady potranno raccogliere quanto di buono hanno seminato non credi?
Oh, beh, non so esattamente cosa avremmo meritato, ma sicuramente è giunto il momento che la gente la fuori conosca la nostra musica. Almeno quelli a cui il nostro stile di rock’n’roll può piacere.

Ho saputo che la label italiana Rave Up è interessata a ristampare in edizione limitata in vinile il vostro album, avete raggiunto un accordo?
Si, stiamo per stampare una edizione in vinile e la Rave Up Records sta lavorando alla grande, dovrebbe essere disponibile dal 15 Dicembre in una tiratura limitata, per cui vi suggerisco di mandare velocemente una mail (www.petrosh.it/raveup/index1.htm) e prenotarlo subito, tra l’altro è in vinile rosso trasparente! Stiamo cercando anche di uscire con un CD distribuito su più larga scala, non abbiamo ancora deciso come e quando ma io, Leonard e Gerhard stiamo valutando diverse opportunità.

Di quel che vuoi ai tuoi fans italiani…
Oh, devo dire che mi sarebbe piaciuto molto se le nuove generazioni avessero potuto sperimentare in prima persona tutte le cose accadute a fine 60’s ed inizio 70’s, non so se mai accadrà ancora qualcosa di simile a quel che accadeva in quel periodo ma lo spero. La triste realtà per ora è che la scena musicale contemporanea non regge il confronto. Sarebbe una gran cosa se bands uniche e di talento riuscissero ad emergere trascinandoci tutti in una frenesia totale, è da troppo tempo che non emerge qualcosa di realmente eccitante ed energico nelle “real music scene”. Cosa cazzo c’è che non funziona? Alziamo tutti le fottute chiappe e diamo il via ad una nuova rivoluzione dell’underground rock’n’roll!

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