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Sleazy Underground: The Swedish Invasion. Part 1

Easy Action
La scena underground ci ha da sempre regalato piccole gemme, troppo spesso passate inosservate. Iniziamo questa "rubrica" parlando della scena svedese di qualche tempo fa, da sempre una delle più valide al Mondo.

La scena underground ci ha da sempre regalato piccole gemme, troppo spesso passate inosservate. Ecco perché l’idea di questo articolo, che ha come scopo quello di far scoprire gruppi meno conosciuti e di ripescare dischi lasciati a marcire in qualche scatolone insieme alla collezione di Dylan Dog.
Iniziamo la “rubrica” parlando della scena svedese di qualche tempo fa, da sempre una delle più valide al Mondo, con una manciata di nomi che potrebbero senza problemi essere i padri putativi dei vari Crazy Lixx, Crashdiet, Hardcore Superstar e Backyard Babies.

17 - Rokket In My PokketApriamo parlando di hair metal con i 17 (SEVENTEEN), gruppo antecedente agli Shooting Gallery (poi diventati Gaeleri) che vedeva nelle sue fila Chris Laney, noto produttore e songwriter e autore di diversi dischi solisti. Dopo due 7″, “Easy Come/Easy Go / Enough Is Enough” e “Rokket In My Pokket / When The Nite Cum“, la band pubblica un’EP nel 1993 contenente cinque tracce di 80’s rock, come nel caso della scanzonata “Hot 2 Handle” e nella power ballad “Won’t Waste My Time“. Il disco è molto raro, quindi se vi capita di trovarlo in qualche bancarella dell’usato, non fatevelo sfuggire.

Sempre parlando di hair metal bisogna menzionare anche gli SLYSIDE, gruppo partito suonando AOR, ma che ha pian piano sterzato verso un suono più stradaiolo. Usciti con “Slightly Crazy…” nel 1993 si fecero apprezzare con pezzi come “Sweet Obsession” (cadenzato hard rock di matrice Seventies), “Flight 911” e “Lets Go Crazy” (due class metal ottantiani e… Dokken-iani).

Crash
Crash

Passiamo ora ai CRASH, gruppo formato da Mikael Erlandsson, conosciuto ai più per i suoi dischi con i melodic rocker Last Autumn’s Dream e Salute, che sempre nel 1993, insieme al bassista John Melander e a Lars e Jan Eliasson, realizzano un disco di hard rock a stelle e strisce che mette in risalto la voce di Erlandsson e la chitarra di Jan Eliasson.
Si passa dalle sculettanti “Do The Dance Dirty” e “Six String And A Highway” alle ballate “Eyes Don’t Lie” e “October, 18“, dalla Bonjovi-ana “Close At Hand” al mid tempo di “Angina“, per concludere con la bluesy “Livin’ On Lovin’” e la cover di “Rock And Roll” dei Led Zeppelin... i Led Zeppelin per l’appunto, una delle principali influenze musicali dei BLACK CAT MOAN, quintetto uscito nel 1991 con un album omonimo, quando ormai gruppi come Great White, Cinderella e Tora Tora, i primi nomi che saltano all’orecchio ascoltando il disco, avevano già esaurito tutte le loro cartucce.

Un’armonica introduce le atmosfere western di “Heartbreak Jury“, uno sleaze rock davvero poco… Scandinavo e si prosegue con “Gattlin’ Gun“, dove iniziano a farsi evidenti gli echi Zeppelin-iani, ma è in brani come “Breaking The Rules” (rock and roll stradaiolo di ottima fattura), “You’ve Got It” (catchy hard rock), “Good Girl Gone Bad” (sleaze rock and roll con tanto di piano) e nella campagnola “Ride On” che la band regala i suoi momenti migliori.
Un lavoro consigliato agli amanti dell’hard rock più blueseggiante.

Tra i gruppi più capaci, ma forse più sfortunati della scena svedese, ci sono senza dubbio gli EASY ACTION, autori di due dischi nella metà degli anni 80 e autentico gruppo cult per tutti i glamster che si rispettino. La band potrebbe oggi essere considerata un supergruppo vista la presenza nella line-up di grandi musicisti come Zinny J Zan (singer che poi ritroveremo nei Kingpin/Shotgun Messiah) e un certo Kee Marcello, poi chitarrista di Europe e Red Fun.

Il disco è uno dei migliori del genere usciti in quel periodo e “Rocks Things Out“, “Rocket Ride“, “Number One” e “Another Saturday Night” ne sono la certificazione.  Nel 1986 uscì “That Makes One” che segnò la svolta AOR del gruppo, dovuta anche ad un repentino cambio di formazione con l’addio di Zinny J Zan e Alex Tyrone. La band si è riunita a metà dello scorso decennio e ha ristampato nel 2007  l’album omonimo con l’aggiunta di un bonus disk, che consiglio vivamente.
Parlando degli Easy Action non si può fare a meno di trattare anche l’argomento “plagio”, dal momento che la leggenda narra di una scopiazzatura da parte dei Poison della loro “We Go Rockin’“, e ascoltando la canzone, qualche dubbio rimane…

Torniamo a Kee Marcello, che dopo l’avventura con gli Europe, ha radunato intorno a sé il vocalist Thomas Persson (Alien), il bassista Tobbe Moen (Silent Call) e il batterista Freddy Von Gerber (Bam Bam Boys, Rat Bat Blue, Easy Action) per formare i RED FUN, a mio avviso uno dei dischi più sottovalutati del chitarrista con 11 canzoni di vibrante e coinvolgente rock blues, con i suoi picchi compisitivi nelle festaiole “My Baby’s Coming Back” e “Party“, negli slow blueseggianti di “Could Have Been Love” e “Don’t Close Your Eyes“, nel rock and roll chitarristico di “Rock This Town” e nelle atmosfere Thorogood-iane della suadente “My Babe“. Da avere assolutamente!

Glorious Bankrobbers
Glorious Bankrobbers

L’ex chitarrista degli Europe compare come produttore anche nelle note di copertina nell’esordio discografico dei GLORIOUS BANKROBBERS,  uno dei migliori gruppi della scena,  che con il loro secondo album “Dynamite Sex Dose” ebbe una certa notorietà anche oltreoceano, dove registrarono un’esibizione dal vivo che poi venne pubblicata nel 1991 con il titolo di “Live At The CBGB’s N.Y.C“.

Dopo lo scioglimento, Jonas Peterson (chitarra), Mikael Jannson (chitarra), Oden (batteria) e Lake (basso) formano Mental Hippie Blood, mentre il cantante Olle Hillburg entrò a far parte dei norvegesi Backstreet Girls, ma nel 2007, con una formazione a quattro, tornarono a sorpresa con un disco mixato da Chris Laney dal titolo “The Glorious Sound of Rock n’ Roll“.

Arrivano da Stoccolma gli sleaze rocker REPTILE SMILE, autori nei primi anni 90 di due album (“Automatic Cool” e “Who Makes the Rules“) di hard rock polveroso più volte accostato a quello degli Aerosmith. Nel 1993 il chitarrista Jan Lissnils e il batterista Michelle Maiden lasciano la band e vengono rispettivamente sostituiti dal drummer Peter Norsdstedt e dall’ex Electric Boys, Franco Santuione, iniziarono così le registrazioni del terzo album, che è ancora oggi in attesa di pubblicazione. Tra i brani segnalo la ballata “I Wanna Be There“, il rock and roll stradaiolo di “2000 Miles” e la yankee “Wildlife“.

Franco Santunione è l’anello di congiunzione tra il sorriso del rettile e gli ELECTRIC BOYS, band capitanata dal talentuoso Conny Bloom e dal bassista Andy Christell, entrambi reclutati nel 2005 da sua maestà Michael Monroe per il ritorno degli Hanoi Rocks. Il duo firma per la Polygram grazie al singolo “All Lips and Hips“, e dopo aver inserito nella line-up il batterista Niklas Sigevall e il già citato Santunione, debuttano nel 1989 con “Funk-O-Metal Carpet Ride” che, come dice il titolo stesso, mescola sonorità rock/metal e funk, risultando così la risposta scandinava ai più celebri Extreme.
Dopo l’uscita di altri due album la band si scioglie per tornare nel 2011 con “And Them Boys Done Swang” e lo scorso anno con “Starflight United“.

È ancora una miscela di funk e street rock il sound che caratterizza i ROAD RATT, gruppo che arriva sul mercato discografico nel 1992 con un disco mixato da Stefan Glauman (Rammstein, Bon Jovi, Def Leppard), dove vennero estratti tre singoli: la funkeggiante (ma dai!?) “Resurrection“, la lenta “I Wish” e l’arena rock di “Use The Lighter“.
Nel 2008, l’etichetta australiana Suncity Records, ha pubblicato il disco di inediti “You Love Us“, vicino alle sonorità di “The Lizard” dei Saigon Kick.

Road Ratt
Road Ratt

Insieme ai Reptile Smile, bisogna citare un altro nome sibilante, gli SNAKEPIT REBELS, che nel 1991 e nel ’92 realizzano il loro disco omonimo e “Dustsucker“. Il quintetto, con una marcata propensione sleaze/street, presentava in formazione il vocalist Ubbe Rydeslätt (Bang Bang, Steel Arrows) e i due chitarristi dei Guardian Angels (Anton Solli e Kricke Zetterqvist). I due lavori sfoderano delle grandi dosi di street rock, dove si fanno apprezzare la sculettante “Sex Booze And Tattoos“,  la cover di “Life On Mars” (David Bowie) e la ballata “You Left Me“. Con l’avvento del grunge, il gruppo si sciolse e alcuni membri formarono i punk rocker Blind System.

Chiudiamo con gli Snakepit Rebels il primo capitolo sulla scena underground svedese, che vedrà a breve la seconda puntata con Nasty Idols, Shotgun Messiah, Sator, Straight Up e tanti altri…

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