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Una miscela esplosiva di grandi concerti, concorsi, eventi, con un unico grande denominatore… la musica: questa è la Fiera della Musica che si svolge ogni estate ad Azzano Decimo, una cittadina a sud di Pordenone. Dal 2000 è un festival che ha incanalato decine e decine di bands e artisti di ogni genere e caratura sulle assi del suo palco (si parla di gente del calibro di Pulp, Iggy and the Stooges, PIL, The Damned, Kaiser Chiefs e tantissimi altri…). Quest’anno una delle date “clou” è sicuramente quella che porta nell’estremo Nord-est d’Italia i padrini del punk californiano Bad Religion.

Alle otto e mezza gli americani Supersuckers, storica band alternative capitanata dal cantante e chitarrista Eddie Spaghetti, ci danno giù di brutto con loro southern rock sporcato di country e americana. Una mezz’ora dove davanti ad ancora uno scarso pubblico (…e anche un po’ disattento!) la band di Tucson fa vedere tutta la sua energia e simpatia on stage… è un vero peccato che non se li fili nessuno perchè i Supersuckers hanno un pedigree nobile e lo stesso Eddie Spaghetti dimostra di essere un leader di razza dietro alla sua chitarra acustica ed i suoi baffoni da biker… promossi a pieni voti!
Dopo di loro è la volta dei pordenonesi Sick Tamburo, nati nel 2007 dalle ceneri dei Prozac + grazie al chitarrista Gianmaria e la cantante Elisabetta. Si presentano sul palco tutti coperti con il passamontagna nero (ormai loro marchio di fabbrica!) ed un’attitudine un po’ alternative un po’ elettro-punk: ritmi sghembi, voci maschili e femminili alternate e testi minimali con ritornelli di impatto ma alle volte “di maniera”… giocano in casa ma nessuno se ne accorge a parte uno sparuto manipolo di fedelissimi che canta insieme a loro. Impressionano più per il look che per lo spettacolo in sé…

Intanto l’area davanti al palco si riempie quando cala il buio e nuvoloni neri coprono il cielo stellato. Dietro il palco il solito immenso telone sfondo nero con il celeberrimo logo della band di Los Angeles, la croce nera sbarrata all’interno di un segnale stradale di divieto.
I Bad Religion sono la storia stessa del punk californiano ed i padrini indiscussi di un certo tipo di punk americano basato sulla melodia ed i cori orecchiabili mescolati finemente alle chitarre veloci ed al classico “tum-pà tum-pà tum-pà tum-pà” velocissimo della batteria.

La band di Greg Graffin arriva con un po’ di ritardo acclamata dal pubblico presente in numero più che soddisfacente. I Bad Religion partono con il pilota automatico con Crisis Time e Supersonic per poi finalmente sciogliersi per raggiungere standard elevati al loro rango di icone. Prove “It” e “Can’t Stop It”… la band sciorina, una dietro l’altra, ogni loro hit che va a formare un ipotetico “best of” per la gioia del pubblico, scatenando sotto il palco un pogo indiavolato con qualche punk che si diverte a salire tra le braccia dei presenti per farsi trasportare in un’estasi sudata che non conosce sosta. La posta in palio si alza con la band che tira bombe del calibro di “Stranger Than Fiction”, “I Want To Conquer The World”, l’immortale “21 Century (Digital Boy)”, e “Fuck You”… Greg Graffin, voce pulita, è in forma e ringrazia il pubblico in italiano in modo divertito… al suo fianco il gran ritorno, con questo tour, di Brett Gurewitz. Jay Bentley salta sorridendo con il suo basso Fender Precision.
“How Much Is Enough?”, “Best For You”, “Suffer”… setlist intenso e pubblico in delirio che canta gli inni della “cattiva religione” a memoria ballando col sorriso sulla faccia: con la band di Los Angeles è sempre stato così grazie ai loro corretti immediati e alle loro melodie più vicine ai Beach Boys che ha qualche degenerato e putrido combo punk hardcore di prima generazione… questa è sempre stata la loro arma vincente!

“Delirium Of Disorder”, “Do Watch You Want”, “Against The Grain” e “Anesthesia”… le schegge soniche si susseguono veloci (…è pur sempre un concerto punk!). “No Control”, “Generator”… i giovani punk in prima fila saltano sopra le teste del pubblico come molle! Un inno d’amore e di calore alla loro città con “Los Angeles Is Burning” dove Greg dice che in questo periodo si brucia… dal caldo! Il cielo pare ascoltarlo e le nuvole nere cominciano a scaricare acqua all’improvviso. Il temporale estivo ha risparmiato lo show bagnando solamente i bis… altri inni generazionali quali “Punk Rock Song”, “Infected” e “American Jesus” l’acquazzone non ha fermato l’energia dei Bad Religion ma nemmeno intimidito i fans che hanno continuato a saltare incuranti dell’acqua. La storica band californiana dimostra di essere in stato di grazia e non essere ancora diventata un pezzo da museo.

MATTEO TREVISINI

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