A tre anni dall’ omonimo, meraviglioso disco d’esordio, le rocker veronesi Cherry Lips tornano alla carica con il successore “Blow It Away”, disponibile sia nel circuito multimediale I-Tunes (con tanto di bonus track, la cover dei Doors “You’re Lost Little Girl”) che nel canonico formato CD uscito per la Vrec. Che qualcosa sia cambiato in questo lasso di tempo è evidente già dalla copertina, che bandisce ammiccamenti glamour in favore di un quasi asettico sfondo bianco su cui campeggiano nome della band e titolo scritti in nero, in una sorta di omaggio al White Album dei Beatles.

Indubbiamente tre anni di fatiche e sudore, di km percorsi a notte fonda ed incendiari show tenuti sia davanti a centinaia di persone entusiaste (memorabile, tra le altre, una data al Latte + di Brescia) che a poche decine di fans in improbabili sagre paesane e locali di serie Z, uniti ad alcune vicissitudini (l’abbandono della batterista Serena, sostituita alla grande dal bravissimo Michael ed il fallimento della Swedmetal, label per cui erano sotto contratto), hanno contribuito a rendere il suono più maturo e personale e ne hanno forgiato ed indurito il carattere, indirizzando i brani verso sonorità più crude e dirette, a tratti quasi punk. La band suona sempre rock’n’roll ma recide almeno in parte i legami con il passato e sterza con decisione verso sonorità fresche, moderne e proiettate nel futuro, senza perdere di vista l’attitudine, la capacità e l’eleganza che la contraddistingue.

I testi sono più cupi e nervosi, a tratti nevrotici, parlano meno di sesso e divertimento, folli corse in moto e sbornie colossali e più di amori persi e notti insonni, delusioni e frustrazioni, la gioia adolescenziale lascia spazio ad angosce e paure “adulte”, figlie di questi tempi d’incertezza e dissesto economico, bassezze politiche e scorrettezze sociali. Colpisce, ma non meraviglia conoscendone i precedenti, la capacita di scrivere ed arrangiare alla perfezione ogni singolo brano, rendendolo incisivo e scagliandolo dritto dritto in quella zona che sta fra cervello e cuore, centrando appieno il bersaglio.

Dieci canzoni per dieci colpi vincenti, a cominciare dalla title-track e potenziale hit-single “Blow It Away”, passando per la stupenda “Go Home” impreziosita da un bell’arrangiamento di fiati, le sferzanti “U Know U Can” e “Aphaty” col basso di Karima sugli scudi e le rolleggianti “Bitches’n’Losers” e “Spit It Out”, quest’ultima con uno dei miei assoli preferiti tra i tanti di Elisa, chitarrista sempre bravissima e raffinata, fino alla conclusiva, sognante ballata “My Satellite”, il tutto dominato dalla bellissima voce di Stefy Parks che prende per mano la band e la conduce con il piglio di una navigata rockstar. Le Ciliegine sono cresciute e sono pronte a spiccare il volo, mi auguro con tutto il cuore che il vento le porti lontano come meritano.

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