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Movies & Rock ‘n Roll (Part 1): gli anni ottanta

Movie e Rock And Roll
La musica rock ha usato il mondo della pellicola per rafforzare il suo status di musica “giovane” mentre il cinema ha trovato forza dall'energia che il rock come forza trainante di un'intera sceneggiatura.

La musica rock ed il cinema sono sempre andati a braccetto da tempo immemore. La musica rock ha usato il mondo della pellicola per rafforzare il suo status di musica “giovane”, mentre il cinema ha trovato vigore dall’energia che il rock emanava e che serviva da propellente per alcune scene, oppure come forza trainante di un’intera sceneggiatura.

Fin dal principio, con i “musicarelli” di Elvis Presley, veri e propri film che trainavano l’immagine stessa del re del rock ai primi film documentario come “A Hard Day’s Night” (in Italia “Tutti per uno” del 1964 di Richard Lester sulla Beatlemania) oppure l’epocale “Woodstock Tre giorni di pace, amore e musica”, del 1970 diretto da Michael Wadleigh, il cinema ha sempre strizzato l’occhio al rock a cominciare proprio dalle colonne sonore che accompagnavano le pellicole nelle sale.

Oltre ai film e ai documentari dedicati alla musica giovane, il cinema iniziava ad usare il rock anche nelle pellicole serie come ad esempio, il film capolavoro “Easy Rider”, vero e proprio fermo immagine dell’America del 1968, schiacciata tra il pacifismo hippie, i sogni di libertà e la guerra del Viet “fottuto” Nam. Il film che vede protagonisti i due bikers Billy e Captain America porterà all’immortalità “Born To Be Wild” degli Steppenwolf.

Ma tralasceremo tutti i film legati al rock in generale che sono veramente tanti e servirebbe un libro intero per analizzarli tutti, andando poi a finire “fuori tema”, visto che a noi interessa un certo tipo di rock robusto esploso negli anni ottanta.

Quindi parleremo di Hair Metal, ma anche di Glam, di A.o.r., di Hard Rock americano o di Arena Rock, o di Metal Melodico se preferite, lasciando a malincuore fuori film epocali come “Alta Fedeltà” con John Cusack oppure “Almost Famous”, con colonne sonore splendide ma legate a contesti storici differenti o a generi musicali che non ci competono.

Questo lungo speciale vuole soffermarsi sul connubio tra il cinema e l’hard rock americano, un connubio “tout-court”, sia estetico sia musicale, legato principalmente al cinema d’oltreoceano.

A questa carrellata daremo un punto di partenza con la colonna sonora del film canadese “Heavy Metal” del 1981, diretto da Gerald Potterton.
Film animato fantasy pulp che riprende le avventure a episodi della omonima rivista americana degli anni settanta. Ovviamente noi non ci soffermeremo a parlare del misterioso oggetto protagonista di tutti gli episodi, ovvero il Loc-Nar, sfera verde con infiniti poteri. La compilazione della colonna sonora, nonostante il titolo inequivocabile, punta invece tutto su grossi nomi dell’hard rock, a cavallo fra settanta e ottanta, e accanto alla classica musica orchestrale “da film”, scritta da Elmer Bernstein, ci sono scintillanti brani di artisti come Sammy Hagar, nella canzone che dà il titolo al film, i Blue Öyster Cult con “Veteran of the Psychic Wars”, “Reach Out” dei Cheap Trick, “Crazy (A Suitable Case for Treatment)” degli scozzesi Nazareth e “Open Arms”, ballata dei Journey.
Insomma sono presenti le band che riempivano le arene americane in quei primi mesi del nuovo decennio, oltre ad artisti come Black Sabbath, Grand Funk Railroad, Don Felden degli Eagles e perfino i francesi Trust (vi ricordate la loro “Antisocial” coverizzata in lingua inglese dagli Anthrax?) ed i geniali Devo.

https://www.youtube.com/watch?v=POvlTW4RJxM

Sarebbe una bestemmia non nominare “This Is Spinal Tap”, il falso documentario del 1984 diretto da Rob Reiner con gli Spinal Tap come protagonisti, che dipingono in modo spettacolare la vita tipica delle rockstar dell’hard rock in una parodia comica e intelligente con tutti gli stereotipi del mondo del rock.
David St. Hubbins, Nigel Tufnel e Derek Smalls diverranno nel tempo una vera e propria band agli inizi degli anni novanta ma in questo film epocale sono protagonisti di gag esilaranti divenute storiche (gli ampli con il volume a… 11!!!).

Colonna sonora tipicamente orchestrale in “Il demone delle galassie infernali” (“The Dungeonmaster”) del 1984, film di serie B fantascientifico a episodi: in uno di essi per protagonista troviamo Blackie Lawless, leader degli W.A.S.P. che si produce in un esibizione truculenta della loro “Tormentor” con tanto di fustigazione della solita femminuccia legata.

Nella commedia “Una cotta importante” (“No Small Affair”) del 1984 la colonna sonora ci rivela nomi importanti come Twisted Sister, gli Zebra e la cantante Fiona che accompagnano una tipica trama “anni 80” incentrata sulla storia del fotografo Charles (un giovanissimo Jon Cryer, il fratello scroccone  di “2 uomini e mezzo”) e del suo amore per Laura (Demi Moore), cantante rock a cui fa un servizio fotografico e poi l’aiuta nella scalata verso la fama.

La trama di “Teachers” è ambientata in una scuola superiore americana e vede come protagonista una giovane avvocatessa alle prese con una causa scomoda. Il cast è di quelli importanti con    Nick Nolte, Ralph Macchio, Morgan Freeman, ecc. e non da meno la musica che lo accompagna: “Teacher, Teacher” dei 38 Special, “Interstate Love Affair” dei Night Ranger, “Foolin’ Around” di Freddie Mercury, “Cheap Sunglasses“degli ZZ Top, “I Can’t Stop the Fire” di Eric Martin & Friends e “(I’m the) Teacher” di Ian Hunter.

Nella commedia sexy da spiaggia “Hardbodies” è simpatico ricordare la presenza della band femminile Diaper Rash che non è niente altro che la prima incarnazione, cinque anni prima di scalare le classifiche americane, delle Vixen. Guardando divertiti il cameo non si può non sorridere visto il look e le acconciature improponibili e il fare tra il timido e l’imbranato delle future volpi dell’hair metal.

Come non ricordare “Footloose“, film sempre del 1984, diretto da Herbert Ross, con un giovane Kevin Bacon, emancipato teenager di Chicago, che si trasferisce in un paesino di provincia bacchettone dove è bandita la musica rock ed il ballo i quali possono corrompere la moralità dei giovani del luogo. Epocale il primo giorno di scuola di Ren che arriva nel parcheggio con il suo maggiolino giallo con “Metal Health” dei Quiet Riot a tutto volume mentre i suoi futuri compagni lo guardano a bocca aperta come un alieno (stranamente il brano sarà presente nella colonna sonora solamente nella ristampa rimasterizzata degli anni ’90). Presenti brani durante il film anche di artisti come Kenny Loggins, Ann Wilson delle Heart, il “prezzemolino” Sammy Hagar ed i Foreigner.

Dai la cera, togli la cera. Non dimenticare il respiro: è molto importante!” …le avventure di Daniel LaRusso e del maestro Miyagi in “Karate Kid – Per vincere domani” (The Karate Kid) film del 1984 con la regia di John Avildsen riprende il successo dei primi film di “Rocky” dandogli un imprinting adolescenziale tipicamente californiano.
Naturalmente questo tipo di film richiamano i suoni energici dell’hard rock come le api sul miele, nonostante la colonna sonora abbia pochi nomi di spicco, forse solamente i Survivor con la bella “The Moment Of Truth” anche se il brano immortale nelle scene finali sarà “You’re The Best” dello sconosciuto Joe “Bean” Esposito.

A proposito del sopracitato “Rocky” già nel terzo capitolo della saga del pugile italo americano le musiche orchestrali composte da Bill Conti lasciano spazio a brani che diverranno storia come “Eye of the Tiger”  sempre dei Survivor di Jim Peterik che si ripetono anche nel 1985 con “Rocky IV” del celeberrimo “Ti spiezo in due!” con la canzone “Burning Heart” che lo stesso Sylvester Stallone commissionò alla band dopo il precedente successo.
Negli anni ottanta il binomio Stallone musica rock era presente in ogni suo film basti pensare che l’anno dopo nel 1986 la colonna sonora di “Cobra” viene commisionata ad un certo Jean Beauvoir!
La commedia d’azione è al suo picco massimo a metà del decennio e l’hard rock inizia ad apparire sempre più abbondantemente anche dal punto di vista estetico.

Il replicante” (“The Wraith“), film di fantascienza con Charlie Sheen che si dipana tra corse di auto clandestine tra sgasate e vendette a 200 km all’ora, naturalmente anche la colonna sonora schiaccia sull’acceleratore piazzando “Secret Loser” di Ozzy Osbourne, Stan Bush, Ian Hunter, “Smokin’ in the Boys Room” dei Crue, Billy Idol, Lion e Honeymoon Suite.

Torniamo per un attimo in Italia per parlare di “Demoni“, film horror diretto da Lamberto Bava e prodotto dal maestro Dario Argento che nella sua colonna sonora, in mezzo alle composizioni di Claudio Simonetti dei “Goblin“, inserisce hit del mondo metal dell’epoca con nomi grossi quali Motley Crue, Billy Idol, Saxon, Scorpions, Accept e Pretty Maids.

Nello stesso anno gli AC/DC, intorno al film “Brivido” (“Maximum Overdrive“) ci hanno perfino fatto un disco ufficiale (la raccolta “Who Made Who“) su richiesta di Stephen King che voleva intensamente per il film la sua band preferita.

Sacco a pelo a tre piazze” (“The Sure Thing“) è invece una commedia che vede tra gli attori John Cusack e Daphne Zuniga, qui nei panni di Walter Gibson e Alison Bradbury, che devono attraversa l’America dal New England a Los Angeles. Ovviamente durante la tratta ne succedono di tutti colori, ma questo ci da modo di ascoltare tanta buona musica: Rod Stewart, Huey Lewis & The News, Quiet Riot, John Waite, The Eagles, The Cars e Sammy Hagar.

Gli ex Van Halen e Bad English sono presenti anche nella soundtrack di “Crazy For You (“Vision Quest“) insieme a Journey, Don Henley, Dio e Foreigner in un film che narra la storia di un diciottenne (Matthew Avery Modine) che vive per la lotta e punta a vincere il titolo e dell’amore per Carla (Linda Fiorentino).

Il bambino d’oro” (“The Golden Child“) del 1986, con il re della commedia Eddie Murphy vede perfino comparire i Ratt con il video di “Body Talk” che i “cattivi” guardano sulla tv del loro nascondiglio.
Il cinema d’azione degli anni ’80 apre le porte ai film ambientati nei cieli tra jet, guerra fredda, testosterone e acrobazie tra le nuvole.

Top Gun” del 1986 ha un successo pazzesco e lancia nell’olimpo dei sex symbol Tom Cruise. Le avventure di Maverick, Goose e Iceman giovani ufficiali della marina militare americana vengono accompagnate dall’anthemica “Danger Zone” dell’onnipresente Kenny Loggins ma anche da “Mighty Wings” dei Cheap Trick oltre che dai Loverboy e dallo storico strumentale firmato da Steve Stevens.

Dal punto di vista musicale per noi è sicuramente più interessante la colonna sonora dell’altra saga “aerea” “L’Aquila d’acciaio” (“Iron Eagle“) che inizia lo stesso anno con Louis Gossett Jr. che ha un lungo stuolo di capelloni di prim’ordine a cominciare dai Queen di “One Vision” seguiti dai King Kobra, Eric Martin (molto prima che arrivassero i Mr.Big!), Dio e gli Helix.

Il dominatore dei botteghini di quegli anni Sly Stallone furoreggia anche nel 1987 con “Over the Top“. Le avventure “on the road” del camionista Lincoln Hawk e di suo figlio verso il campionato mondiale di braccio di ferro a Las Vegas hanno un sottofondo musicale importante con la bella “Winner Takes It All” di Sammy Hagar e la ballata da brividi di Robin Zander (Cheap Trick) “In This Country“. Nella colonna sonora ci sono anche gli Asia e Eddie Money.

…e veniamo al film “metallaro” per antonomasia, quello che ogni giovane borchiato degli anni ’80 avrà visto almeno una volta. Deficitario qualitativamente ma carico di fascino, “Morte a 33 giri” (“Trick or Treat“) del 1986 è un film horror che di horror ha veramente poco ma, nonostante ciò, le avventure del metallaro sfigato Eddie Weinbauer entrano nell’immaginario di ogni amante della musica pesante.
Il film, dall’inizio alla fine, è infarcito di iconografia hard’n heavy a cominciare dalle scene iniziali che riprendono in modo dettagliato i posters nella cameretta di Ragman.
Dalla rockstar maledetta Sammi Curr, ritornato dalla morte per vendicarsi, da Gene Simmons che interpreta il dj Nuke, l’esilerante siparietto di Ozzy nei panni ecclesiastici di un reverendo bigotto che si scaglia contro la musica del diavolo, tutto il film pulsa di metal anni ’80. La colonna sonora non poteva essere altrimenti e viene interamente firmata dagli inglesi Fastway con brani divenuti fondamentali in alcune scene topiche del film come “Trick Or Treat“, “After Midnight“, “Tear Down The Walls” e “Get Tough“.

Restando in ambito horror la saga di “Nightmare” ha regalato sicuramente momenti succosi nelle sue colonne sonore e nel terzo capitolo del 1987, “I Guerrieri del sogno“, spolvera i Dokken al loro apice con “Dream Warriors” e “Into the Fire“. Ancora meglio va nel capitolo successivo l’anno seguente con “Nightmare 4 – Il non risveglio” dove sfilano nella colonna sonora – a far compagnia alle scorribande notturne di Freddy Krueger – band del calibro di Sea Hags, Vinnie Vincent Invasion e Love/Hate.

Il signore del male” (“Prince of Darkness“), horror di John Carpenter, vede il grande Donald Pleasence tra i protagonisti, insieme ad un cilindro misterioso contenente un liquido verde che è l’essenza del male (che naturalmente dimostrerà di non riuscire a stare quieto all’interno del succitato contenitore!). Cameo nel film di Alice Cooper nella parte di un tetro vagabondo assassino. Nella colonna sonora naturalmente farà la parte del leone con la sua “Prince of Darkness“.

Tornando al 1987 come non ricordare il “cult” movie vampiresco “Ragazzi perduti” (“The Lost Boys“) di Joel Schumacher con l’iconico Kiefer Sutherland che sembra più una rockstar che un novello “Dracula“. La colonna sonora è dominata dalla meravigliosa ed evocativa “Cry Little Sister” di Gerald McMann anche se è circondata da altri brani di ottima qualità degli Inxs, di Lou Gramm (cantante dei Foreigner) e da Roger Daltrey degli Who.

Nello stesso anno esce “Dudes“, commedia scritta Randall Jahnson (che poi vedremo in “The Doors” e “Sunset Strip“) dove due punk rockers si fanno accompagnare nel loro viaggio dalla musica di Keel (“Rock and Roll Outlaw“), The Vandals (“Urban Struggle“), W.A.S.P. (“Show No Mercy“), Steve Vai (“Amazing Grace“), ma anche da Megadeth, Jane’s Addiction e Little Kings.

Nello stesso periodo vediamo l’uscita di “Al di là di tutti i limiti” (“Less Than Zero“), film tratto dal romanzo “Meno di zero” di Bret Easton Ellis e ambientato nella Los Angeles degli anni 80, dove viene raccontata la storia di tre ragazzi vittime della società dove troviamo un giovane Robert Downey Jr.
La colonna sonora vede grossi nomi cimentarsi in cover: gli Aerosmith con “Rockin’ Pneumonia and the Boogie Woogie Flu” di Huey “Piano” Smith, i Poison con “Rock and Roll All Nite” (serve dire di chi sia?) e ci mettiamo dentro anche Joan Jett and the Blackhearts con “She’s Lost You“.

Ancora Joan Jett protagonista (questa volta anche nei panni di attrice) insieme Michael J. Fox  in “La luce del giorno” (“Light of Day“), due fratelli che suonano a Cleveland in una band locale chiamata Barbusters. Oltre ai pezzi di quest’ultimi, nella soundtrack si fanno notare “Twist it Off” dei The Fabulous Thunderbirds, “Cleveland Rocks” di Ian Hunter e “Only Lonely” dei Bon Jovi.

L’anno successivo arriva “Beach Balls” che si rifà ad un film del 1960 e che protagonisti adolescente in crisi ormonale in cerca di signorine in poco vestite. La colonna sonora è di nicchia, ma decisamente valida, con due brani dei muscolosi hard rockers Hans Naughty e dei glamster Dr. Starr, ma anche Puss ‘N Boots, Castle Blak e Strut.

Sempre nel 1988, squadra che vince non si cambia ed ecco il secondo capitolo di “Iron Eagle“, in Italia intitolato “Aquile d’attacco“, che tra le acrobazie degli aerei in volo, spuntano nella colonna sonora nomi grossi come Rick Springfield, gli inglesi FM, Alice Cooper, Britny Fox e perfino Bruce Springsteen.

Nel quinto e ultimo film della saga dell'”Ispettore Harry Callaghan” di Clint Eastwood Scommessa con la morte” (“The Dead Pool“) del 1988 diretto da Buddy Van Horn, vede come comparse in alcune scene del film perfino i Guns n’ Roses mentre nella colonna sonora è presente “Welcome to the Jungle”.

https://www.youtube.com/watch?v=9rdKXXbbGsE

La commedia sportiva “La grande promessa” (“Johnny Be Good“) dello stesso anno vede protagonisti le giovanissime future stelle Robert Downey Jr. e Uma Thurman.
La pellicola non è granche ma la colonna sonora invece sfodera canzoni di artisti importanti quali Kix, Fiona, Saga, Ted Nugent, Dirty Looks e l’originale cover di “Johnny B. Goode” rifatta dai Judas Priest!

Film di qualità sopraffina non è nemmeno “Bill & Ted’s Excellent Adventure” del 1989, una commedia grottesca e demenziale con un giovane Keanu Reeves come protagonista che ha come unico suo punto a favore la colonna sonora con la creme de la creme dell’hair metal di quel periodo con nomi giovani come Extreme, Tora Tora e Shark Island.

Una delle commedie più belle dell’anno 1989 è Non per soldi… ma per amore” (“Say Anything“) diretta da Cameron Crowe e con un grande John Cusack. La canzone “cult” del film è sicuramente “In your eyes” di Peter Gabriel ma nella colonna sonora sono presenti anche Living Colour, Joe Satriani, Cheap Trick e i Red Hot Chili Peppers.

L’horror soprannaturale Sotto shock” (“Shocker“) chiude il decennio in pompa magna (sempre musicalmente parlando!).
Il film di Wes Craven verrà ricordato più per la colonna sonora che per la trama e la qualità generale della pellicola che vede protagonista un serial killer allergico alla sedia elettrica.
Wes Craven incarica niente poco di meno che sua santità Alice Cooper di occuparsi della compilazione della colonna sonora ed infatti i risultati sono ottimi con i Megadeth che coverizzano proprio lui con “No More Mr. Nice Guy“. Altri colleghi chiamati a collaborare sono i tedeschi Bonfire, i Saraya, Iggy Pop, i Dangerous Toys ma la vera chicca e la canzone principale del film eseguita dai “The Dudes Of Wrath“, all star band creata per il film. Dietro questo monicker si celano Paul Stanley ed il produttore Desmond Child al microfono, Vivian Campbell e Guy Mann-Dude alle chitarre, il bassista Rudy Sarzo e Tommy Lee alla batteria. Ai cori abbiamo, insieme al chitarrista Kane “Rambo” Roberts, un certo Michael Anthony (che di cori se ne intende!).

Bisogna fare un discorso a parte per il documentario uscito nel 1988 “The Decline of Western Civilization Part II: The Metal Years” di Penelope Spheeris che dopo il primo capitolo incentrato sulla scena punk californiana, si concentra sul Sunset Strip di Los Angeles raccontando vita, sogni ma soprattutto eccessi della scena californiana in ascesa verso il successo ed in discesa verso gli inferi.

In questo documentario di culto le immagini e la musica vanno di pari passo ed accanto alle immagini delle interviste e dei siparietti di Ozzy Osbourne, Alice Cooper, Steven Tyler e Joe Perry, Chris Holmes degli W.A.S.P., Paul Stanley e Gene Simmons dei Kiss, Lemmy, Poison, i London, i Tuff, i Faster Pussycat, Lizzy Borden, le Vixen, Odin ed altri. C’è la musica degli stessi ad arricchire il tutto, da ricordare la selvaggia e caotica versione dal vivo di “Bathroom Wall” dei Faster Pussycat.

FINE PRIMA PARTE

Articolo a cura di Matteo Trevisini con la redazione di Moreno Lissoni

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