Old concerts: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

   

Lana Lane/Erik Norlander
Roma – Alpheus- 9.5.2001

Alcuni inconvenienti tecnici avevano minato l’andamento del concerto poiché a causa del sovraccarico di corrente provocato dalla spaventosa attrezzatura di Norlander (mai visto niente del genere) per tre volte è saltato tutto l’impianto del locale, ma grazie all’abilità dei due tecnici del suono ho potuto assistere ad uno dei concerti più belli che abbia mai visto. Di fronte a poco più di 80 persone (poi ci si lamenta del perché l’Italia venga snobbata dalla maggiorparte degli artisti, ma che volete di più?!?!) Lana e soci hanno dato vita ad uno spettacolo caratterizzato da un’esecuzione spaventosa. Il concerto inizia con la maestosa “Astrology Suite” tratta dall’album di L.Lane “Secrets of Astrology” la cui intro è stata purtroppo penalizzata dagli inconvenienti sopracitati, ma nonostante ciò ci si rende subito conto di trovarsi di fronte a dei musicisti fuori dal comune. L’andamento dello show, una volta superate le prime difficoltà dovute al calo di corrente, è stato un continuo crescendo di emozioni, feeling e coinvolgimento.
“Rome is burning”, tratto dal cd “Into the sunset di Norlander” e originariamente cantato da Glen“the voice of rock” Hughes mi ha riportato alla mente i Deep Purple di “Burn” mettendo in risalto un chitarrista, Peer Veschuren, in grado di unire tecnica e gusto come solo i grandi Moore o Shenker sanno. A sottolineare le coordinate stilistiche entro cui si muovono i nostri, sono state proposte alcune covers fra cui “In the court of the Crimson King” dei King Crimson, una “Stormbringer” da cardiopalma e la splendia “Seasons end” dei Marillion qui riproposta con voce e piano. C’è spazio anche per l’assolo di chapman stick eseguito da unN Don Schiff in stato di grazia, e qui il pubblico è andato letteralmente in delirio.
Umberto Sartini

ENUFF'Z'NUFF
"Rock City", Nottingham, UK - 12 Maggio2001

Stavolta vi risparmio le support bands, visto che sono entrata nel famoso Rock City appena in tempo per il main act della serata. Davanti ad un pubblico delle grandi occasioni, gli Enuff'Z'Nuff fanno il loro ingresso sul palco, dopo 4 anni di assenza dalle scene europee. Si apre con la cover di "Revolution", Nottingham applaude e si inizia a ballare, tornando indietro nel tempo al vecchio caro rock'n'roll: gli Enuff non sono cambiati, non sono invecchiati, non si sono "adattati" alla nuova scena, e i vecchi fans apprezzano visibilmente. Donnie e Chip ci diranno piu' tardi di non essere soddisfatti, che entrambi non erano al meglio con la voce, ma vi posso assicurare che non si e' notato affatto, chiedete ai presenti...
Come sempre, la scaletta non esiste, gli Enuff decidono li' per li' sull'ispirazione del momento, e io non sono una che prende nota durante lo show, quindi perdonate l'ordine sparso! Tra i pezzi che Chip e compagni ci regalano stasera, ricordiamo "Kiss the clown", "Stoned", "Beast", "Rock'n'world", "Baby loves you", "Time to let you go" (lacrimuccia di commozione), un'ottima versione acustica di "Mary Anne lost her baby", "Loser of the world" (oceano di lacrimucce di commozione) e tanto che Donnie e' al piano, una splendida cover di "Jealous Guy" (inondazione completa): sono tentata di dire "chiudi gli occhi e vedi John Lennon", ma con un paio di occhiali da sole lo vedi anche ad occhi aperti... speriamo che non gli spari nessuno! Eccoci al bis, ovviamente "The new thing", so che non avevate dubbi, ma vi prego di notare l'assenza di "Fly High Michelle" nello show di stasera. Tempo di presentare la band. Donnie si fa passare dal retro quattro poster, e li mostra uno per uno al pubblico, poi li lancia: sono le sue caricature di Chip, Monaco, Ricky e se stesso. Le presentazioni sono fatte. La folla chiama ancora, e Donnie torna, ma solo per dire che finisce qui perche' quelli del Rock City lo impongono, anzi, sono gia' andati due canzoni oltre il limite. Solo un'ora e mezza, la norma per tanti, un assurdo coprifuoco per questi ragazzi abituati a regalare almeno due ore ai loro adoranti ed adorati fans. Sono certa che se avessero chiesto ad ognuno dei presenti di scegliere tra mezz'ora in piu' di EZN e mezz'ora in piu' con il dj locale ballando i vari Limp Bizkit in voga nessuno avrebbe avuto dubbi...
Ringraziamo Chip e gli altri per la devozione dimostrata ai fans, salpando l'oceano e dando il meglio di se' in questo tour britannico. Ora, a Glam Slam Metal Jam tour ultimato, li aspettiamo in Italia, magari con Poison e tutti gli altri, perche' no? A presto ragazzi!
Cristina Massei

American Heartbreak – live!
El Paso – Torino 21.04.01

Difficile a credersi: in questi giorni a Torino è… difficile annoiarsi!! Se venerdì JANY JAMES è stato protagonista di uno scatenato concerto al “Glam” di Rivoli (hey bandit, grazie ancora per avermi regalato “una bugia”… ci si vede ad ottobre ragazzi!!) questo sabato è stata la volta degli incredibili AMERICAN HEARTBREAK, in scena niente poco di meno che a “El Paso”. I cinque rockers di S. Francisco hanno impartito una vera e propria lezione di attitudine, in poco più di mezz’ora (purtroppo hanno suonato così poco a causa di problemi alla voce del singer Lance Boone, anche se la performance live non ne ha risentito per nulla) i nostri hanno sudato una manciata di song grintose e imbastardite da melodie perdenti, cuore e stile. Immaginate chitarre suonate sotto alle ginocchia, movenze rock’n’roll che dire stilose è poco, converse all-star e un saltellare continuo!! E, cosa più importante, un atteggiamento assolutamente da anti star, ulteriore prova (come se ce ne fosse bisogno) di un amore viscerale per il rock’n’roll. Dopo il concerto ho avuto occasione di parlare a lungo con Billy Rowe, chitarrista della band ed ex membro dei JETBOY (cazzo non so se mi spiego!!!), che si è dimostrato un ragazzo umile e simpaticissimo, come del resto il bassista Michael Butler e gli altri della band. Sono così saltate fuori un paio di storielle interessanti su Sammy Yaffa, Dregen e i ‘Babies… ma spero di approfondire il tutto in una intervista ormai imminente! Se gli American Heartbreak capitano dalle vostre parti correte immediatamente a vederli, e guai a voi se vi perdete l’ultima fatica della band, “Postcards From Hell”… ignorare questa perla di punk r’n’r sarebbe un vero e proprio delitto.
Simone Parato

SAMANTHA 7
London, The Cartoon - 18.02.2001

Il Cartoon e' un piccolo club fuori Londra, carino ma non esattamente comodo da raggiungere (un'ora e quaranta di macchina per me...), la data e' stata aggiunta all'ultimo e la promozione praticamente inesistente. Inoltre e'domenica. Tutto questo per dire che CC De Ville si appresta a suonare in un locale semivuoto: immagino il suo disappunto, e non mi aspetto granche'. Fortunatamente mi sbaglio.
L'anima dei vecchi Poison fa il suo ingresso sul palco, accompagnato da Krys Baratto al basso, Ty Longley alla chitarra e Derrick Pontier alla batteria, deciso a darci una dimostrazione di cosa e' capace con uno show tutto suo. Inizia con "Hollywood and vine", e ci prega di avvicinarsi tutti al palco altrimenti si ferma li. Lo spettacolo ha inizio. CC e' un'intrattenitore, uno showman nato, con un tono a-la Al Pacino conversa prima di ogni canzone, spiegandoci, verita o meno, a chi e' ispirata...Ci chiediamo perche la carriera da attore non l'abbia tentata lui invece di Bret Michaels! Si prosegue con "Hanging onto Jane", cioe' quando ti innamori ma lei e' una stronza e tu non riesci comunque a mollare, "Framed", beccato con la migliore amica della sua ragazza ma e' stata lei a fare tutto, e nessuno gli crede, e finalmente "I wanna be famous": chi non vuole esserlo?? Poi c'e "Slave Laura", e il brano registrato con i Poison in "Power to the people", "I hate every bone in your body but mine", dedicato ancora una volta ad una donna. E' tempo di presentare il resto della band e chiudere con "Cover girl". Chiede di chiamare forte se vogliamo di piu, altrimenti e' finita qui....
Evidentemente siamo in pochi ma con una buona voce, perche Mr De Ville torna sul palco, tentando di saltare gli altoparlanti e ricadendo male su una spalla! Dopo essersi lamentato a sufficienza, ci canta "Bonnie Bradley" e lascia il microfono a due volontari tra il pubblico per cantare "Look what the cat dragged in". Poi c'e' "Nothing but a good time", e quasi mezzo Cartoon e' sul palco, chi per cantare, chi per ballare, chi per farsi scattare foto-ricordo, mentre lui si fa da parte affiancando Krys Baratto. "Talk dirty to me" chiude il karaoke show e il gig dei Samantha 7, che scappano via dandomi appuntamento cinque giorni piu tardi all'LA2 (Astoria2), dove supporteranno i Great White, per un'intervista.
Per la cronaca, il concerto sara' tutto esaurito in anticipo, CC sara' senza voce (come tutti a parte Jack Russell dei Great White, dopo una settimana in Inghilterra girando in pantaloncini da surf.... 'sti americani!) e io avro' la mia intervista (vedi relativa pagina): risultato della mia inquisizione e conseguente piena confessione ("Io sono i vecchi Poison") sara' un cambio nella presentazione di "I hate every bone in your body but mine", che stavolta sara' dedicata "alla memoria dei Poison", per chiarire meglio i suoi sentimenti in merito.
Perche' ho recensito il piccolo Cartoon e non il grande LA2, pieno zeppo, entusiasta, popolato di maglie dei Poison rispolverate per il grande evento, tutti soddisfatti ed emozionati? Perche' la voce di CC non ha retto, e dopo quattro pezzi ha lasciato il palco al Poison karaoke!! Ciononostante, la reazione del pubblico e' stata piu che positiva. Quasi nessuno conosceva la track list originale e tutti erano d'accordo su un fatto: questo ragazzo meriterebbe piu spazio, che peccato gli abbiano dato solo mezz'ora.....
Cristina Massei

ANTIPRODUCT
London, The Monarch - 28.02.2001

Orgogliosamente presentato da Kerrang! come "Un gig per gente che non ama cazzate", il President of the United Kingdom Tour atterra per la seconda volta a Londra dopo l'headlining al Five Miles High Festival all'LA2. Il Monarch e' piu piccolo, il che ci da' modo di scorgere in giro, tra gli altri, il vecchio caro Ginger, compagno di Alex Kane (leader degli AP) nei Clam Abuse. Ho deciso che stavolta devo farcela, e mettendo in serio pericolo la mia vita e la mia macchina fotografica mi apposto in prima fila per carpire scatti a testimonianza di questo atto di pura follia.
Vi presento il gruppo inglese del momento, la band di cui tutti parlano, coloro che hanno aperto per Silver Ginger 5 all'Astoria e si apprestano ad aprire i concerti inglesi degli Enuff'Z'Nuff (e si vocifera di un'apertura per i riuniti Wildhearts all'Astoria in giugno): Alex Kane alla voce, ex Clam Abuse con Ginger, ex God's Hotel con Spike, ex Enuff'Z'Nuff e forse qualcos'altro; Clare, entrata come violinista (!) e trasformata in chitarrista, sbattuta sul palco dell'Astoria dopo 11 mesi e 2 giorni di esperienza al nuovo strumento; Toshi, bassista saltellante giapponese; Milena, tastiere e seconda voce; Simon alla batteria.
Alex ha il solito trucco da clown e disegni in nero sul torace nudo, Clare usuale capigliatura e abbigliamento punkeggiante, e cerco ancora una volta di vedere se Toshi ha le molle sotto le scarpe, ma senza successo. Si inizia con la mia preferita, "Hey let's get it on", ed e' subito un'esplosione di energico e sorridente rock'n'roll. segue l'ottima "Psychedelic girlfriend", "Rules to rock'n'roll by" e arriviamo in zona pericolo: Alex attacca "Bungee jumping people die" e si lancia tra il pubblico. voglio dire, con tanto di microfono, apre la folla in due come Gesu Cristo, arriva al bar, salta sul bancone e continua da li per un po, si ributta in mezzo, mentre gli eroici due aiutanti cercano di tenere insieme lui e l'attrezzatura, apparentemente incuranti di calci, gomitate, "bassate" di Toshi alle spalle.... ma quanto li pagheranno?? Alex non e' umano. Alex deve essere di gomma. Cade, ma veramente, ovunque, e continua a cantare, mentre qualcuno lo ritira su. Poi prende a testate il microfono. Chiede alle donne tra il pubblico se c'e' nessuna che non abbia mai avuto un orgasmo e la invita sul palco. Lei rifiuta... peccato, poteva essere "The best day of your life", dice il prossimo brano. Ottimo. Il pazzo inizia il suo bla bla bla introducendo "Big news", e si chiude con "(Be my) Supergirl".
L'atmosfera e' caldissima, tutto il Monarch richiama l'encore a gran voce. Gli Antiproduct tornano sul palco per "England", vero e proprio inno rock di uno dei pochi americani (Alex) che ha deciso che si sta meglio da questa parte dell'oceano. Ultima occasione per noi per ballare, ultima per Alex per saltarmi praticamente in testa e cantare pogando tra il pubblico delle prime file. Rubo la track-list e mi dileguo per evitare danni maggiori. Ora di tentare di saperne di piu' su alcuni spettatori: cosa fa qui Ginger, qualcosa a che fare con quel misterioso reunion gig di giugno? Beh, accaparratevi i biglietti se e' cosi, perche sara la festa nazionale del rock'n'roll quaggiu'!
Cristina Massei

SACK TRICK (+ ZETA RETICULI + DNA DOLL + CHEESECAKE TRUCK)
London, The Garage, 18.01.2001

Arrivata al Garage in netto anticipo, riesco ad impossessarmi di un tavolo in posizione alquanto favorevole. La serata e lunga, meglio essere previdenti! Aprono i Zeta Reticuli, look promettente con minigonne e calze autoreggenti nere, musica pero' troppo dura per le mie orecchie, e un po confusionaria. La band si dimostra piu apparenza che talento, e io resto al mio tavolino gustandomi la colorata folla che inizia a riempire il locale.
Qualcosa attira la mia attenzione: sono i DNA Doll, la nuova band di cui i media iniziano a parlare come rivelazione del 2001. Niente capelli lunghi, abbigliamento minimalista, pantaloni camicie e t-shirts, colore prevalente nero, una riga di eyeliner, ma i DNA Doll sanno suonare e il resto non serve. Mi precipito sotto al palco. Noi glam rockers apprezziamo senz'altro Glamma Glue Girl, il titolo dice tutto, e Nostalgia Addict, in cui ritornello e voce richiamano alla mente Civil War e Axl Rose. Il pubblico invece sembra gradire particolarmente Everyone Loves Stars, carina, e Insight, che rallenta il ritmo ma e tuttavia piacevole. Mentre i ragazzi di Soho salutano il pubblico mi avvio allo stand del merchandise e m'impossesso dell'EP appena uscito su etichetta ORG, cinque pezzi per £2, un affare. Al bar incontro il cantante Marc e il batterista Alrick, tipi semplici, simpatici ed entusiasti. In bocca al lupo, e arrivederci al prossimo gig!
Attendo con curiosita i Cheesecake Truck, dal nome suonano quantomeno divertenti. Anche qui make-up etc., l'immagine e effettivamente originale e accattivante, ma il sound non ha nulla a che fare, con gioia dei piu duri ma non delle mie orecchie. Torno a sorseggiare il mio drink, vado ancora a curiosare tra i cd della ORG e tra la folla: piu o meno le solite facce note e meno note. La presenza di David e Robin, voce e batteria dei Rachel Stamp, ci svela parte dell' odierna line up dei Sack Trick.
Per chi non lo sapesse, i S.T. sono famosi per cambiare formazione ad ogni concerto. Tra i "partecipanti" annotiamo membri della Bruce Dickinson Band, dei Clam Abuse, dei Rachel Stamp appunto, della Robbie Williams Band (si, proprio lui!), dei Plan A, degli Antiproduct, e potrei continuare ancora! E se qualcuno di voi ricorda Alex "Sponder" Elena, alias Alessandro Elena, una volta negli Skookdaze e credo nei Miss Daisy, beh, anche lui e complice dell'incisione di entrambi gli album dei S.T. Molti di loro hanno fatto anche parte di cover bands dei Kiss, che tutti venerano incondizionatamente.
Con tanto di pinguino gigante a pubblicizzare l'ultimo album, i Sack Trick arrivano sul palco. Chris Dale alla voce, tuta gialla con cappuccio, occhialoni, ovviamente scalzo; Chris Nubile alla chitarra, vestito da antica statua romana, pitturato di bronzo con toga a pelo raso e corona di alloro; ma attenzione, il pezzo forte e la doppia batteria, gia, ce ne sono proprio due, una e quella del solito Ben, con cappello a pelle di mucca e minigonna, l'altra e quella rosa piumata di Robin Guy (Rachel Stamp), trucco da clown, minigonna melanzana, calze nere bucate e calzettoni a strisce "to match"!
E il party abbia inizio, proprio con la piu recente title track Penguins On The Moon. Niente effetti speciali, i ragazzi sembrano divertirsi un mondo cercando di utilizzare vari oggetti per produrre suoni strani, anche se non tutti funzionano... Dal vecchio The Mistery Rabbits citiamo Word of Wisdom e I Play Bass, mentre dal nuovo ci propongono la divertentissima Microwave Sweetheart, la scanzonata Cheesy, la presunta ballad All I Want Is Fish, e la canzone del ritorno a casa We'Re On Our Way Back To Live In The Snow. Il pezzo forte e ovviamente la immancabile cover dei Kiss: stasera e' Shout It Loud, versione David "Dolly Dollar" Rider-Prangley (l'avevo detto che l'avevo visto in giro!). Vestitino nero corto a grandi fiori rossi e gialli, calze nere, trucco da Paul Stanley, la sua voce inconfondibile e una perfetta Vamp Attitude, David conquista il Garage: e' l'apice della serata senza dubbio. Il pubblico al massimo dell'eccitazione si scatena sulle note di chiusura del classico Blue Ice Cream, e cala il sipario.
Ora non resta che aspettare che i ragazzi smontino il palco e indossino qualcosa di piu "coprente" e ci si dirige tutti in centro per proseguire la nottata rock londinese.
Non so quanto i Sack Trick siano una glam band, una rock band, una pop band.......ma sono sicuramente la prima 100% party band! Vedere per credere.
Cristina Massei

SILVER GINGER 5 (+ Antiproduct + Grand Theft Audio)
Astoria, Londra - 17 Dicembre 2000

Ok, odiatemi, colpitemi con fulmini di incontrollabile gelosia, ma devo farvi partecipi di questo meraviglioso evento di fine anno che ha scosso la mia piovosa isoletta!
Il giorno fatidico e arrivato, mi precipito all'Astoria, pieno zeppo delle solite facce ma incredibilmente anche di molte nuove. Solita ritardataria, appena in tempo per la degna apertura degli Antiproduct di Alex Kane, ex compagno di Ginger nei Clam Abuse. Riesco comunque a piazzarmi in pole position e a gustarmi "Rules to Rock'n'Roll by", "Bungee jumpin people die" e altri pezzi di orecchiabile punk rock col pubblico che fa il coro, mentre il pazzo (Alex ovviamente) si apre i pantaloni, tira fuori tutto e spruzza qualcosa da una bomboletta che sembra deodorante, bah... Oltraggiose gesta a parte vi consiglio comunque di ascoltare l'ottimo "Consume And Die....The Rest Is All Fun" se ve ne capita l'occasione. In fondo gli Antiproduct sono l'unica band tra quelle presenti stasera ad avere un album pubblicato in questo Paese....
Seguono i Grand Theft Audio, per vostra informazione composti da Chris McCormack (3 Colours Red e fratello di Danny ex Wildhearts e attuale Yo-Yo's), Ritch Battersby (Wildhearts), Jay Butler (Realtv) e Ralph Jezzard (producer di Wildhearts e Senseless Things). Arrivano sul palco sulle note di Rocky, e aggiungono qualche nota decisamente piu hard alla serata. Tra i brani "We love you" e "Death to the infidels". L'album "Blame everyone" dovrebbe vedere la luce qui durante il prossimo anno. Sul finale, Chris introduce un brano piu rock'n'roll che "suonano stasera solo perche e il preferito di Ginger", e ricordano per chi non lo sapesse che stasera e il suo compleanno: il nostro idolo fa la sua prima apparizione come backing vocals e il pubblico inizia a urlare. E ora per i GTA di lasciare ai fantastici 5 lo spazio.
Ed ecco a voi, sopravvissuti rocker del vecchio continente, Silver Ginger 5! E se non vi bastasse rivedere i Wildhearts su un palco, ci sono Conny Bloom e Tom Broman a riportarci gli Electric Boys, li proprio davanti a me, ma e tutto vero?? Prima qualche parola di Ginger, solo per ringraziare tutti noi che abbiamo reso questo possibile, che prenotando biglietti di uno show non sostenuto da nessuna etichetta e promozione l'abbiamo fatto spostare dal piccolo LA2 al grande Astoria e l'abbiamo riempito, e visto che "Black leather mojo" e stato pubblicato solo in Giappone, "...this is what we sound like:...." Lo show abbia inizio, con fuochi d'artificio ovviamente!!
Si apre con "Sonic Shake", ed e un sussulto, ridete se volete ma i miei occhi sono lucidi come se avessi rivisto il mio amico del cuore dei tempi della scuola, e posso leggere lo stesso in ogni faccia intorno a me: prima fila, e invece di spingerci ci sorridiamo l'un l'altro e ci facciamo spazio, "guardalo bene, e raccontalo in giro, il rock'n'roll e tornato!". Proprio quello che Ginger continua a ripetere tra una canzone e l'altra, stavolta lo sente, dice, in questo "fuckin country" nulla si e mosso per troppo tempo, ma ora qualcosa sta succedendo, e il 2001 sara l'anno, l'anno del ritorno, l'anno del rock'n'roll...
E rock'n'roll sia, giu con "I wanna be new", "Anyway but maybe", la fantastica "Girls are better than boys", l'eccezionale "Motorvate", "Devine Imperfection", "Brain Sugar", via alle lacrime con "Church of the Broken Hearted", e ancora "Too Many Hippies", "Inglorious"....... Brucia la chitarra, e Ginger la spacca ancora fiammeggiante lanciandola (spenta!) al pubblico impazzito, da quanto tempo non vedevamo questo? Sicuramente troppo.... "Take it all", "Monkey Zoo", "You smell Canadian" per ricordare i Supershit 666, mentre le piume di due cuscini giganti volano sulle prime file e sul palco dell'Astoria, Ginger ne ingoia qualcuna ma si riprende. C'e ancora "29 for the pain" per chi vuole piu Wildhearts, e per tutte le donne presenti "Rock'n'Roll girls". Richiamato per la seconda volta sul palco il nostro eroe finisce con uan bella innaffiata di champagne modello Formula 1, e il pubblico che canta "Happy birthday" in coro, grazie di aver voluto trascorrere con noi questo compleanno, e centomila di questi giorni di tutto cuore!
E finita. Lentamente prendo la via dell'uscita, tutti intorno hanno quel sorriso ebete e felice, a noi rocker non serve ecstasy a quanto pare! Mi fermo qui e la a salutare, incontro anche Shuff (remember "Last of the Teenage Idols"?), ci guardiamo con gli stessi occhi: "L'hai visto?" "Si" "L'hai sentito?" "Si...." "Io ci credo!" "Anch'io.... lo sento!" "2001, l'anno del rock'n'roll" "Si, l'ora e arrivata!". E domani ci sono i Bubble, alias Faster Pussycat, Vixen, Dogs D'Amour: vuoi vedere che...
Cristina Massei

 

JANY JAMES
24.10.00 Psycho Circus - Bologna

Mi hanno chiesto di fare una recensione ad un mio concerto. E adesso cosa scrivo? Se mi lascio andare in complimenti, penserete che sono un montato e che la modestia non è certo mia amica; se sarò troppo negativo mi sentirei un coglione, perchè in effetti la serata è andata bene. Perciò, eccomi qui, davanti al mio computer, con questo ingrato compito. Va beh, da qualche parte devo pur cominciare. La serata in questione è il 24/10/00, un fottutissimo martedì (quando si decideranno i locali a scegliere giorni più "umani"?). Il locale lo Psycho Circus di Bologna. Grazie ad un paio di amiche la voce è circolata alla grande e, con mio grande stupore, scopro che nella città dei tortellini ci sono ancora un sacco di pazzoidi che vanno in giro con t-shirts dei Dogs d'Amour, stivali, ragazze cotonate al seguito: fantastico!

Lo Psycho, da parte sua, prepara l'atmosfera sparando dall'impianto Backyard Babies, Little Ceasar, Kiss.Dopo esserci riempiti per bene lo stomaco con panini di ogni tipo (cosa che tutti glí insegnanti consigliano prima di un concerto!), facciamo scorta di pinte di birra ed andiamo sul palco. Tutta la band è abbastanza tranquilla, anche se erano 5 mesi che non ci vedevamo, ed abbiamo potuto fare solamente 3 prove. Eh già, perché come qualcuno di voi già sa, io passo la maggior parte dell'anno fuori casa, e ciò fa si che il gruppo non prova mai, e quando torno si parte subito coi concerti.

La situazione, quindi, non è decisamente delle migliori; ma l'affiatamento tra di noi è veramente alto, e alla fine, ci basta attaccare il jack e, in qualche modo, ci saltiamo sempre fuori. Ed è andata così anche stavolta, visto che noi ci siamo divertiti come pazzi (no dico, 5 mesi d'astinenza non sono mica noccioline), il locale era pieno e tutti hanno apprezzato il nostro rock'n'roll. Ma a questo punto, forse dovrei parlarvi un pò di musica. Non sto a farvi la scaletta perché, se siete curiosi, la prossima volta venite. Diciamo che abbiamo alternato i brani del mio cd a qualche cover molto gradita ai presenti.
Jany James

 

The Hellacopters (+ The Hives) - live!
3 dicembre 2000 - Magazzini Generali - Milano


In barba al divieto di circolazione arriviamo presso i Magazzini Generali in perfetto orario, dopo una serie di inversioni a U degne del miglior stunt-man! In attesa del concerto cazzeggiamo beatamente, ma a un certo punto gli HIVES attaccano a suonare sorprendendo un pò tutti. La band svedese ha un suono meno punk e più 60s oriented rispetto all'esordio, e, complice un look azzeccato (che mi ricorda i connazionali THE (INTERNATIONAL) NOISE CONSPIRACY e ovviamente i geniali REFUSED) non fa fatica a far divertire i presenti presentando i brani del recente "Veni, Vidi, Vicious". E' ormai la terza volta che mi gusto gli HELLACOPTERS dal vivo, e finalmente dei suoni veramente ottimi e "tagliati" al punto giusto rendono loro giustizia!

La band di Nicke Royale é in splendida forma (e dovevate vedere come picchiava il drummer Robban, nonostante fosse malato!!) ed Ë ormai professionale sotto tutti i punti di vista, comprese le mosse r'n'r "all'unisono" di Nicke e Mr Strings!! I pezzi tratti da "High Visibility" dal vivo rendono che è un piacere, mentre song ormai classiche come "Like No Other Man", "Riot On The Rocks" e "You Are Nothin" scatenano un pogo selvaggio, in cui alcuni giovani punx (?) hanno modo di sfogare le loro turbe adolescenziali dando fastidio a tutti, finchÈ non ricevono la dovuta dose botte!! Dopo uníora e mezza di dinamitardo rock gli HELLACOPTERS terminano il loro show, tra feedback e il rumore delle pale di un elicottero: a noi non resta altro che saltare sulla nostra sleazy-mobile e spararci di nuovo 150 km!!!
Simone Parato

 

Hardcore Superstar Live!
10 Ottobre 2000 - Ub - Milano

Arriviamo all'Ub in netto anticipo, così l'attesa è ingannata chiacchierando con vecchi e nuovi amici. Pian piano incomincia ad arrivare gente, nonostante sia martedì e faccia un freddo cane, c'é un pò di tutto, dai giovani punxs a qualche tipo blackmetal (!), e naturalmente un bel pò di musetti truccati! Quando inizia il concerto il locale è ormai pieno zeppo, grazie anche a un prezzo davvero irrisorio, gioia per le nostre deboli finanze! Un problema tecnico alla chitarra di Silver Silver ritarda di qualche minuto l'esplosione di "Hello/Goodbye", che dà il via a un live set energico e tirato, che vede il singer Jocke Berg fare la parte del leone: si agita, incita la pit, si spara una serie di pose r'n'r veeery cool, ma soprattutto mi lascia a bocca aperta per la sua voce potente e pulita, un vero portento! I pezzi della scaletta sono praticamente tutti tratti dal fenomenale "Bad Sneakers..." con una piccola escursione nell'esordio "It's Only Rock'n'Roll" e una serie di cover che omaggiano gli HANOI ROCKS, i MOTLEY CRUE e ullallà! ... i FASTER PUSSYCAT!!

A fine concerto tutto il pubblico è visibilmente eccitato, e assalta letteralmente la zona merchandising, mentre il singer degli HARDCORE SUPERSTAR si intrattiene coi fan, dimostrandosi un ragazzo d'oro, nonostante il suo sguardo da bastardo possa trarre in inganno! A titolo di cronaca: il drummer Magnus si è presentato sul palco con addosso una gonna di pelle con tanto di stelle argentate... beh, grazie a Dio non erano vestiti da marinai!!!!
Simone Parato

   

RACHEL STAMP
Stampax

Puo sembrare troppo presto per un live, appena dopo il primo CD, ma nel caso dei Rachel Stamp e un atto dovuto, il giusto complemento a "Hymns for strange children", non a caso e in giro un'edizione speciale a tiratura limitata contenente entrambi gli album. Stampax apre con l'unico brano tratto dal CD, "Brand new toy", e poi, per chi non li conoscesse, ci porta attraverso tutti i brani che i fans sanno a memoria, dopo cinque anni di gigs in giro per Inghilterra e parte d'Europa. L'influenza glam e senz'altro piu evidente dal vivo, a cominciare da "Dead Girl" e "Tammy Machine". Il ritmo rallenta leggermente con "True Love" ma risale con "Madonna...Cher...." e "Queen Bee". La chitarra di "Black Tambourine" strizza l'occhio al rock '80, e si passa a "Feel like makin 'love", ballad in pieno stile Stamp, inizialmente affidata ai gorgheggi di David-Dolly Dollar, fino al "rullo di tamburi" di Robin, e giu di chitarra e basso! Segue "I like girls" e unicamente per questa occasione Ryder-Pringley sfoggia una parvenza di voce maschile, almeno all'inizio: il brano e secondo me uno dei migliori dei RS. Cambia tutto con "Just a slave to your man", languida e sensuale , e "Hey Hey Michael, you're really fantastic", bellissima ballad, uno dei due singoli pubblicati da WEA all'inizio della loro carriera. Discorso di David al pubblico impazzito ("Shut up, I'm talking!") e la chitarra elettrica torna a suonare con "Je suis Maisee" e a gridare con "n.a.u.s.e.a." che conclude degnamente Stampax al grido "Rachel Stamp loves you!!!". Se "Hymns for Strange Children" vi ha incuriosito, dopo "Stampax" non perderete l'occasione di vederli dal vivo. Questo lavoro e la prova che i Rachel Stamp non sono un prodotto da studio ma sono nati e cresciuti su un palco, e sono in grado di sfamare un vasto pubblico pur senza un'etichetta alle spalle... preghiamo che restino cosi!
Cristina Massei

 

---- by Slam! Production® 2001/2007 ----