Gli Honey Hellraiser emergono prepotentemente dal brulicante underground scandinavo, firmando un disco che potrebbe portarli a diventare uno dei migliori gruppi partoriti dalla Finlandia negli utlimi anni.
Nati nell’inverno del 2008 e con una manciata di demo e singoli alle spalle, sono tornati sul mercato con un lavoro che seppur derivativo, mi ha fatto tenere il volume alto dello stereo per tutta la sua durata, con il singer Mick Melody che in certi passaggi mi ha portato alla mente la timbrica di Johnny Solinger e userei proprio gli ultimi Skid Row per inquadrare il sound di brani come “Tomahtoes” o il party rock di “Nothing But, Nothing But Right” (che vede come ospiti Stala e Sami J.).
Sette i brani contenuti in questo “Pick Your Poison”, disco di party rock dalle variegate sfumature punk che alterna pezzi più sculettanti come l’opener “Bottoms Up” (un’ipotetica versione sleaze punk di Andrew WK), più “pompati” (come nel caso di “Hey Honey” e “Toxico”), più vicini al repertorio dei Babylon Bombs e decisamente punk oriented (“Days Of Thunder” e “Turn Off The City Lights”).
Gli Honey Hellraiser non mancano il colpo, inanellando un altro grappolo di pezzi tra le quali è veramente difficile trovarne una debole, un album che coinvolge dall’inizio alla fine.
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