Mitch Malloy

Sono un fan di lunga data di Mitch Malloy e anche con lui sono entrato in contatto prima di arrivare al Firefest per fare quest'intervista.

Sono un fan di lunga data di Mitch Malloy e anche con lui sono entrato in contatto prima di arrivare al Firefest per fare quest’intervista.
Ci ha parlato della sua storia, dei dettagli sul futuro e del nuovo “Mitch Malloy II”, una delle migliori release del 2011!

Criss: Bene Mitch, perchè non ci parli degli inizi della tua carriera, del tuo primo grande disco di “Infinity” e “Malloy ‘88”…

Mitch: Era un periodo frustrante, ero constantemente alla ricerca di qualcosa che potesse aiutare la mia carriera, ma non ero sicuro di come farlo… l’unica cosa sicura era lavorare duramente per diventare un songwriter migliore, un cantante migliore, un performer migliore… “Infinity” è per me è una grande occasione che mi ha permesso di cantare nei club, di venire a contatto con David Rosenthal, che è una rock star… era nei Rainbow, è ha suonato con un sacco di gente dopo i Rainbow e stava giusto cercando un cantante, è ha scelto proprio me per la sua band, così abbiamo fatto questa sorta di partnership ed “Infinity” ne è il risultato.
Purtroppo, non è successo più nulla…
Con Malloy ’88 ho formato il mio gruppo e sono entrato a far parte del Loud & Proud management che mi chiese di formare una band e chiamarla solo Malloy e così è stato! Loro gestivano anche i White Lion ed avevano avuto un buon successo e anche i Tyketto che non avevano ancora nessun contratto… a  New York, la Loud & Proud è sicuramente il miglior management.

Criss: Ci puoi parlare del primo album? Cosa mi dici anche di “Ceilings And Walls”?

Mitch: Il primo è uscito quando tutto stava cambiando intorno alle hair band. Le hair band stavano scomparendo, il mercato stava cambiando e le etichette non le volevano più e in quel momento firmai un contratto, capito? …un artista solista!
Era quello che volevano, basta con gruppi, ma un approccio diverso vicino a Bryan Adams di cui sono un grande fan. Con il primo album cercai di tracciarmi la mia strada cercando di creare in mio sound, pur mantenendo evidenti le mie influenze… sono molto orgoglioso di questo album, perchè la gente lo ama e di conseguenza anche io. Penso di aver raggiunto il mio obiettivo e forse anche l’etichetta che ha venduto un sacco di dischi.

Criss: OK, cosa mi dici di “Ceilings And Walls”?

Mitch: Ah giusto… L’etichetta voleva farmi cambiare direzione perché tutta la scena, con Nirvana e Pearl Jam, stava facendo un’altro tipo di rock, e avrebbero voluto che anche io prendessi una direzione più adulta, così gli dissi “Non posso essere ciò con non sono, io non sono Kurt Kobain”.

Criss: Grazie a Dio…

Mitch: Yeah! Voglio dire, Kurt Kobain è Kurt Kobain! Io non sono quel tipo di persona! Quello che voglio fare è quello che faccio e così mi hanno detto: “Devi fare le cose solo in un’altro modo, tipo tirare indietro un pò le chitarre, un suono più morbido e maturo”, così io ho cercato di farlo nel modo più cool che ho potuto fare con un produttore inglese e le cose hanno avuto un aspetto leggermente diverso… penso che il risultato “Ceilings And Walls” sia un buon disco, anche se come seguito del disco di debutto ha indubbiamente shockato i fan! (ride)

Criss: Parlami di “Shine” e dei County Demos?

Mitch: “Shine”… Mi trasferì a Nashville per scrivere pezzi country perchè volevo provare a diventare un songwriter country dal momento che è un lavoro molto gratificante, per me scrivere canzoni è una cosa molto importante e lo prendo molto sul serio.  Scrivere canzoni è un arte seria, ci sono stati un sacco di songwriter country fantastici e il mio obiettivo era quello di diventare come loro e così ho avuto modo di scrivere molte cose.
Penso di aver scritto canzoni davvero buone, ma poi quando fu il momento di fare “Shine” pensai: “OK, io ora devo fare un disco rock, ma ho scritto tutte queste canzoni country”, così nella testa avevo solo la musica country, ma nello stesso momento stavo cercando di fare un disco rock.
“Shine” è un disco veramente buono, ma non è rock come avrei voluto, in parte dovuto anche a questioni di budget.
Ai tempi non avevo soldi… il materiale dello studio non so dove sia ora… non potevo permettermi di fare il seguito dell’album di debutto perchè costò 400.000 dollari, capito? Non potevo, non c’era nessun modo che mi avrebbe potuto permettermi di farlo, non si poteva fare fisicamente… mentre ora è possibile!
Recentemente ho pubblicato “Mitch Malloy II” proprio perchè ora è possibile, ma allora non lo era… sono comuqnue orgoglioso di “Shine”, la gente lo ama e ci sono brani veramente ottimi anche se non suona come il debutto.

Criss: Cosa mi dici del nuovo album?

Mitch: Il nuovo album suona come il debutto! (ride) Ho fatto tanta strada, il mio studio artigianale, il mio missaggio, le mie produzioni, hanno fatto tanta strada… e sono davvero orgoglioso di questo perché ho lavorato molto duro… ho prodotto, ho co-prodotto il disco di Taylor Swift lo scorso anno e ho lavorato con… qual è il suo nome? …un famoso nome country!
Kenny Loggins e altri… ho lavorato con Chad Kroeger dei Nickelback, con un sacco di produttori e tecnici e tutte queste cose le ho coltivate e sono diventate di un certo livello e così è arrivato il tempo di realizzare “Mitch Malloy II”, perché sono finalmente arrivato al punto di realizzare il mio primo album

Criss: E’ il tuo album preferito?

Mitch: Non so se è il mio disco preferito, ci sono ancora cose che penso siano ottime sul primo, ma tutto sommato, come album è completo, dalla prima all’ultima nota, penso che sia il migliore che abbia mai fatto.

Criss: Cosa mi puoi dire della performance dell’anno scorso al Firefest e di quella di quest’anno?

Mitch: La prima volta al Firefest è stata una situazionne unica dove avevo una band inglese con il mio co-produttore e bassista Victor Broden, che è un genio e faccio molto affidamento su di lui… così non mi preoccupai perchè c’era Victor che si prendeva lui cura di queste cose, sa sempre cosa dovrebbero fare tutti, altrimenti glielo dice! (ride)
E così non è andata male perché c’era Victor… voglio dire, c’era Tommy Denander alla chitarra, Magnus Ulfstedt alla batteria ed è finito tutto su DVD e sono orgoglioso di come sia venuto, mentre questa volta è una situazione diversa, ci sono una band svedese, una tedesca, una inglese e 2 italiane e ho scelto Mario, per una questione di pelle… perchè lui ed Alessandro hanno fatto un grande lavoro e io li amo! Sono persone fantastiche ed è un piacere stare con loro!
Non è solo una questione musicale, perchè se n on stai bene con le persone che dividono con te il palco, sono guai mentre con loro, non potrei essere più felice, mi sento fortunato ad averli come amici… siamo come una famiglia.

Criss: Figo… quali sono invece i progetti per il futuro?

Mitch: Promuovere il disco, per quanto posso, voglio suonare ovunque e da nessuna parte, voglio suonare in tutto il mondo, voglio fare tutto quello che voglio… se devo andare a suonare in un paese e devo utilizzare la band da quel paese, se devo farlo, lo farò, perché penso di essere estremamente sottoesposto come artista ed è solo colpa mia. Ho passato troppo tempo a scrivere canzoni e in studio, trascurando questa parte, ma avrei dovuto farlo. Ho fatto uno sforzo cosciente facendo uscire questo disco promuovendo ovunque. Questo è il mio principale obiettivo.

Criss: Le ultime parole per i lettori?

Mitch: Per i brasiliani?

Criss: Per i brasiliani, amaericani, italiani… per chiunque…

Mitch: Per ognuno allora… Sono davvero grato alle persone che ascoltano la mia musica… perché la mia musica è la mia vita e significa tutto per me ed è per questo che amo i miei fan così tanto, questa sera è stata un’esperienza incredibile per me, con così tanti fan  e questa è la cosa più importante per un artista, sapere che qualcosa ha un’impatto positivo nelle altre persone.

 

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