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Abbiamo scambiato due chiacchere con Mauro Guarnieri che ci ha presentato il nuovo lavoro dei Main Street, "Second Chance".

Abbiamo scambiato due chiacchere con Mauro Guarnieri che ci ha presentato il nuovo lavoro dei Main Street, “Second Chance”. Se amate l’aor, Ten e Harem Scarem, forse è il caso di approfondire l’argomento…

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Parlatemi dei cambiamenti di line-up che ci sono stati dal’uscita di “Back To The 80’s”…

Volentieri! Con Second Chance volevamo scrivere un album più adulto e comunque meno derivativo e più personale rispetto a Back. Il cambio di lineup è stata una diretta conseguenza probabilmente: l’impegno e le risorse richieste per portarlo a termine sono state veramente estenuanti e non tutti i componenti avevano abbastanza tempo a disposizione visto i vari impegni quotidiani.
Io ed Ivan Belloni siamo comunque stati molto fortunati a trovare le persone giuste per completare la formazione in un tempo relativamente breve anche perchè sostituire i membri fondatori ha richiesto impegno non da poco. Requisito fondamentale è stato sempre il legame di amicizia oltre alla dose di professionalità e competenza tecnica sullo strumento: Antonello Colamonaco lo conosco da quando avevo 2 anni… Ivan Garbuio da tanti anni così come Andrea Delsignore, cantante che milita in svariati progetti e col quale condivido anche altre situazioni musicali. Come nuova lineup per i live abbiamo reclutato Daniele Bignotti, tastierista di esperienza e grande amico di Ivan Garbuio. In Second Chance il piano, le tastiere e tutti gli arrangiamenti sono stati suonati e creati da Pietro Venezia che ha scritto insieme a me e ad Ivan Belloni anche le musiche dell’album.

I nuovi ingressi mi sembra abbiano portato dei cambiamenti anche di sonorità o sbaglio?

Non sbagli Moreno: le musiche sono state scritte a più mani da me, Ivan Belloni e Pietro Venezia. Pietro è un mio amico da tanti, tanti anni e un compositore e arrangiatore di lunga esperienza: ha lavorato per colonne sonore di film, composto musiche per l’Opera di Parigi e attualmente sta collaborando con la Rai per colonne sonore. Al momento della registrazione le canzoni erano già complete e arrangiate. Abbiamo lavorato con Andrea, Ivan G e Antonello meno in sala prove e più direttamente in studio, un approccio differente, più professionale forse, non ti so dire con esattezza. Sicuramente visto gli eventi non avremmo potuto fare diversamente. Le sonorità che volevamo creare, e per questo la collaborazione con Pietro, erano sicuramente più adulte, più orchestrali e originali. Ogni componente poi a livello di registrazione ha apportato la propria esperienza, la propria individualità e credo/spero che il risultato si possa apprezzare. Live siamo riusciti a creare le stesse atmosfere e dobbiamo dire di ritenerci soddisfatti della preparazione per la promozione dal vivo che inizierà dall’anno prossimo.

MainStreet - second chanceParlatemi di “Second Chance”, quanto tempo e denaro vi è costato e chi sono gli ospiti che hanno contribuito a realizzarlo?

Second Chance è stato un viaggio durato più di 5 anni. E’ costato molto denaro per essere considerato una “autoproduzione” e innumerevoli giorni e notti insonni. A livello di collaboratori, oltre alla persona che considero un componente fondamentale di Second Chance cioè Pietro Venezia del quale ho parlato precedentemente, posso parlare di Danilo Di Lorenzo che ha coprodotto con me e lo stesso Pietro il disco, persona professionale e di esperienza pluriennale nel campo del mixaggio e mastering che lavora presso il Moon House Studio di Milano, di Nicoletta Bosio, scrittrice e autrice di parecchi libri che ha scritto gran parte dei testi. Altre collaborazioni si sono concretizzate grazie alle esecuzioni di violino, viola e violoncello da parte di musicisti diplomati in brani quali Empty Eyes e Prayer.

“Second Chance” è a mio avviso un classico album di melodic rock bene suonato e con l’aggiunta di qualche parte orchestrale, ma che non disdegna brani più “fun”. Ma con quali band descrivereste il vostro sound a chi non vi conosce?

Grazie Moreno! ci piace descrivere Second Chance come un punto di incontro tra hard rock melodico e sofisticate trame orchestrali dove arrangiamenti freschi ma complessi valorizzano la facilità di ascolto di ogni singolo brano. L’obiettivo rimane ottenere un mix originale di raffinato sapore Aor. Il lavoro sugli arrangiamenti, i testi con tematiche differenti e originali, oltre alla voce di Andrea con quella caratteristica di timbro è un punto di forza e fuori dai canoni standard per il genere. ci sono differenti momenti lungo l’ascolto del disco, ci piace pensare possa essere la colonna sonora di una vita con tutte le note di colore che possono coesistere. I gruppi di riferimento sono tutti quelli della scena ottantiana e melodic rock in generale, dai Danger Danger ai Firehouse, dai Journey ai Ten

Entriamo un po’ nel dettaglio dei brani, spendete due parole su “No Way” e “Empty Eyes”.

No way è il primo singolo scelto per promuovere Second Chance. E’ una song frizzante e melodica, anche questa abbastanza tradizionale. Il brano, scritto da Ivan Belloni parla dello sfiorato incontro tra un uomo e una donna in un parco. Lui la vede e si accorge che è sofferente e triste. Vorrebbe andare a consolarla, chiederle perché sta così male, ma gliene manca il coraggio. Tornato a casa, si pente della sua timidezza e la visione di lei lo tormenta di notte. La immagina lì, sola e abbandonata, senza nessuno con cui confidarsi e si colpevolizza al punto da voler tornare al parco per riparare i propri torti. Sfortunatamente non incontrerà più la ragazza, che diventerà la sua ossessione notturna. Empty Eyes invece sarà il secondo singolo, è anche la seconda canzone scritta per il disco da Ivan Belloni e dalla moglie Nicoletta Bosio. Vede anche la presenza di archi veri suonati in studio e arrangiati da Pietro e anche uno dei testi più ermetici dell’album.
Empty eyes è nata da una riflessione su un tema molto caro a Nicoletta, quello della cecità. Nico ha voluto scrivere una canzone immaginando una ragazza non vedente che descrive le sue sensazioni e le sue difficoltà. Nel bridge, nel ritornello e nella variante verso la fine si percepiscono tutta la sua rabbia e la sua disperazione: “A cosa servono i miei occhi?“, “La mia esistenza è sabbia tra le dita di un vecchio“, ma anche la voglia di superare gli ostacoli, di andare avanti nonostante tutto, di avere una seconda possibilità, tematica che torna ancora una volta: “Mandami un angelo a fare a pezzi la mia anima di vetro“.

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Il riff di chitarra di “Its Names Is…” nasconde qualche scheletro nell’armadio? Ha quel non-so-che di “Sk8er Boi”…

Ahah… non sei la prima persona che me lo fa notare… probabilmente nel mio subconscio nasconde qualche scheletro non ti saprei dire però con esattezza… di sicuro non nasconde la mia passione per la musica più “punkettara“… anche per questo io e Antonello suoniamo in un gruppo che presenta brani di modern punk chiamato Punkrockers High. La cosa curiosa è che il riff di chitarra mi è venuto in mente durante una seduta dal dentista ed è stata la prima canzone scritta per Second Chance, infatti credo che sia proprio il punto di congiunzione tra Back e Secondo Chance. Credo anche che il testo sia piuttosto esplicito: é una ribellione a livello di pensiero, una spinta ad essere se stessi e una rivolta contro tutti coloro che giudicano da come ti vesti prima di conoscerti realmente, verso chi ti vuole insegnare qualche cosa quando invece dovrebbe essere il primo ad imparare e verso chi non va mai fuori dagli schemi. Rimane una canzone solare, frizzante: è scritta per chi come noi non vuole crescere perché non serve avere una seconda possibilità per essere se stessi, lo sei e basta.

Ci sono diverse ballate nel disco, ce ne è qualcuna cui siete più legati? Cosa mi dite di “Love Can Hurt You So Strong”?

Si hai perfettamente ragione. Ognuno di noi ha la propria song preferita… per me probabilmente è Prayer… ma sicuramente ogni componente ti direbbe una canzone differente. Il bello è questo: in base alle esperienze personali si può dare un significato unico e renderlo proprio.
Love Can Hurt You So Strong
, scritta da Pietro e con un mio testo, è la ballad più classica a livello di struttura e di trama melodica: presenta venature malinconiche che a parere mio sfociano in momenti di tensione che rendono vivo e interessante il brano in ogni passaggio. Il significato ha sempre a che fare con Second Chance ma questa volta presenta la faccia della medaglia che non dà adito a false speranze: racconta di un amore impossibile, di un amore nato tra due persone che si conoscono da sempre ma che in realtà per le varie vicissitudini che la vita fa incontrare non potrà mai trasformarsi in realtà.
E’ il viaggio interiore di una persona che vive, che soffre, che cerca di trovare un equilibrio, che cerca delle risposte nel passato ma alla fine si rende conto che non riuscirà mai a riviverlo nel presente e nel futuro. E’ però giunta l’ora di farsene una ragione, di girare pagina e di concludere questo capitolo del libro della vita: l’amore può realmente fare soffrire e alla fine ciò che rimane sono i ricordi.

Come state promuovendo il CD e su quali canali lo state vendendo?

Lo stiamo promuovendo grazie a siti specializzati quali Slam!, ovvero grazie alla passione di persone che dedicano il loro tempo alla musica. Non avendo grossi contatti e mezzi a disposizione cerchiamo di utilizzare al meglio i social network, facebook, twitter, youtube. abbiamo il disco in vendita in formato digitale su Itunes, Amazon, Google Play. è ascoltabile su Spotify e la versione fisica è acquistabile direttamente dal nostro sito www.mainstreetrock.com

Cosa porta un gruppo come il vostro nel 2014 a stampare un CD? Credete che abbia ancora senso o è solo una gran fatica e soddisfazione personale?

Ho letto tempo fa da qualche parte che non bisogna mai rinunciare ai propri sogni… probabilmente è vero, probabilmente siamo degli eterni adolescenti… chi lo sa? non ti so rispondere onestamente se abbia senso fare uscire un disco del quale non riuscirai mai a coprire nessun tipo di costo ma è la passione che ti spinge a cercare di superare i tuoi limiti e cercare di fare ascoltare parte di te stesso al maggior numero di persone possibile. la soddisfazione nell’avere il prodotto finito nelle tue mani e poterlo rendere fruibile a chi lo vorrà ascoltare devo dire che non ha prezzo… soprattutto se sei cosciente che chi ci ha lavorato ha dato il 110% di tutto quello che poteva dare.

Siamo ai saluti, vi lascio le ultime righe per togliervi qualche sassolino nelle scarpe
Grazie mille Moreno a te e a tutto lo staff di Slam! voglio ringraziare anche Federico che ci ha dato spazio su Radio Antenna 2. Crediamo che la buona musica suonata con sincerità e passione possa ancora fare la differenza, chiediamo di supportare band che suonano brani originali dando un piccolo contributo acquistando il disco e non scaricandolo dai vari siti pirata solo per una questione di possibilità: un album autoprodotto per una band come la nostra è un dispendio di forze ed energie incredibile e probabilmente unico. Se qualcuno ritenesse di trovare nella nostra musica qualche cosa di interessante ci supporti come meglio crede: Everybody needs a Second Chance. grazie!

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