Whitford/St. Holmes “Reunion”

Whitford/St. Holmes – Reunion
Quest’anno il duo ha pensato bene di tornare a collaborare insieme pubblicando un secondo capitolo dall’originale titolo di "Reunion".

Facciamo un rapido salto all’indietro di ben 35 anni (…era il 1981!) quando il sottovalutato chitarrista ritmico degli Aerosmith Brad Whitford si unisce in studio con il dotato cantante di Ted Nugent Derek St. Holmes sotto la supervisione del produttore Tom Allom per realizzare un unico album omonimo sotto il “monicker” Whitford/St.Holmes. Era il momento più buio per la band di Boston dove Steven Tyler era sepolto da ogni tipo di droga, Joe Perry era già andato per la sua strada e la band era allo sbando, pronta da un momento all’altro ad affondare. Il buon Brad ne approfittò per mettere anche lui su un project estemporaneo per poter finalmente essere protagonista assoluto, senza l’ombra di nessun “toxic twins” nelle vicinanze. Ne venne fuori un album onesto, di hard rock americano molto radio friendly, nonostante una chitarra frizzante ed energica che seguiva fedelmente i suoni che andavano di moda in quei primi anni del decennio.

Quest’anno il duo ha pensato bene di tornare a collaborare insieme pubblicando un secondo capitolo dall’originale titolo di Reunion che qualitativamente non si discosta di molto dal primo capitolo… un discreto lotto di brani che non cambieranno la vita a nessuno ma che si fanno apprezzare per dinamiche e feeling… qualità obbligatorie da due musicisti di tale levatura accompagnati poi, da una sezione ritmica di tutto rispetto formata dallo storico drummer dei Tesla Troy Luccketta e dal bassista Chopper Anderson.

Up tempos dal caldo sapore bluesy a cominciare da “Shapes” e continuando con “Tender Is the Night“… la collaborazione ha perso quella patina radiofonica del primo album tipica dei primi anni ’80 per un maturo e a tratti anonimo blues hard maturo ma troppo ancorato ai classici clichès del genere.

Discreti esempi di hard di classe sono “Hot for You” e la divertente “Hell Is On Fire” ma nonostante ciò, pur non negando la classe sopraffina e l’esperienza dei musicisti in questione, non c’è mai un’impennata a cercare una scintilla al di fuori del recinto del compitino ben fatto: tutto è svolto nel modo giusto ma le melodie sono tutte un “bigino” di cose già fatte (…e meglio!) in passato. Un album che raggiunge ampiamente la sufficienza ma che non riuscirà a tenervi incollati molto a lungo… creando dei vistosi cali di deficit dell’attenzione in varie parti del full length.

N.B. Idea vincente allegare come bonus disc al disco il primo album rimasterizzato che fa riscoprire al pubblico dei discreti esempi di hard rock come “I Need Love“, “Whiskey Woman” oppure le melodie di “Shy Away“…

(2016 – Mailboat Records)

MATTEO TREVISINI

https://www.youtube.com/watch?v=4_kgnv2jxms

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