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Il buon Rock N’ Roll può essere anche Cheap And Nasty

Cheap And Nasty
Una sera, Nasty si presenta a casa di Timo, in Hollywood Boulevard e senza inutili parafrasi lo informa delle sue intenzioni: ‘I am putting a band togheter and you’re playing guitar in it’. Era appena nata l’ossatura dei Cheap and Nasty ed i due si mettono subito alla ricerca di un batterista e di un bassista.

Nell’estate del 1985 cala il sipario sugli Hanoi Rocks, la rock band finlandese all’epoca più influente e conosciuta al di fuori dei confini patrii.

Orfani dell’amico e batterista Nicholas ‘Razzle’ Dingley, tragicamente scomparso qualche mese prima in un incidente stradale, i quattro musicisti superstiti ci mettono poco a rendersi conto che il collante che aveva tenuto unita la band era ormai venuto meno e decidono di proseguire ciascuno per la propria strada.

La speranza era quella di elaborare il lutto lontani gli uni dagli altri, continuando a portare avanti singolarmente l’essenza di cio’ che, fino a quel momento, tutti assieme erano riusciti a trasmettere in maniera più convincente rispetto ad altre rock band di quel periodo: una visione della musica interpretata come valvola di sfogo di uno stile di vita borderline che, nel corso degli anni, si era evoluta naturalmente in una forma di rock n’ roll istintivo e teatrale, visto come un mezzo per riscattare il proprio ego appagando palati di chi lo suonava prima ancora che quelli altrui.

cheap and Nasty liveQuesta inossidabile coerenza con i propri principi sopravviverà alla prematura morte del giovane inglese, a tal punto da costituire il filo conduttore che unirà tra loro le collaborazioni ed i progetti (solistici e non) che, da quel momento in poi, avrebbero visto coinvolti Andy McCoy, chitarra solista e padre padrone della band; Michael Monroe, biondo e longilineo frontman desideroso più che mai di allontanarsi dall’orbita di un McCoy troppo accentratore; Sami Yaffa e Nasty Suicide, rispettivamente basso e chitarra ritmica, spesso (e a torto) liquidati come due semplici comprimari.

Alcuni di questi progetti si riveleranno più ispirati, altri meno, come non di rado accade alle alchimie di una band che decide di dividersi mettendo a nudo la forza, ma anche la vulnerabilità dei singoli componenti che si ritrovano, loro malgrado, intrappolati tra l’incudine delle aspettative generali di riconferma della propria vena creativa ed il martello di un passato ancora troppo vicino per poter allontanare facili termini di paragone.

Cheap And Nasty Beautiful DisasterDi tutti questi progetti, uno dei più convincenti perché libero da pressioni e di cui si hanno tuttora scarse testimonianze, è stato quello dei Cheap and Nasty, creatura dal respiro cosmopolita nata in California nel 1989 su iniziativa del talentuoso estro, rimasto fino ad allora parzialmente sotto traccia, di Nasty Suicide, all’anagrafe Jan Markus Stenfors (Sipoo, 27 febbraio 1963).
Ma facciamo un piccolo passo indietro e ripercorriamo il percorso artistico che aveva portato l’allora 22enne chitarrista alla totale indipendenza creativa.
Poco dopo avere archiviato l’esperienza con gli Hanoi Rocks, Nasty collabora con Johnny Thunders suonando la chitarra nel brano “Short Lives, opener dell’album Que Sera Sera (Jungle, 1985), per poi prendere parte a due progetti, usciti quasi in contemporanea tra loro.
Il primo, assieme ad Andy McCoy, lo vede lanciarsi nel blitzkrieg acustico dei Suicide Twins il cui lascito discografico esce nel 1986 per la Yahoo Records con il titolo di Silver Missiles And Nightingales.
L’indubbia qualità dei brani raccolti in questo lavoro ed un breve tour estivo in Finlandia non fanno altro che alimentare i rimpianti della base di fan per il prematuro scioglimento degli Hanoi, lasciando però indifferenti i più.
I due chitarristi, messe a fuoco le loro qualità di songwriting, fanno un ulteriore passo avanti e danno vita, nello stesso anno, ai Cherry Bombz, riproponendo quella che era stata l’ultimissima formazione degli Hanoi Rocks arricchita da un solo nuovo innesto ai microfoni: l’outsider, ma allora compagna di McCoy, Anita Chellamah (ex Toto Coelo).

Assieme a loro ritroviamo Terry Chimes alla batteria (ex London SS, Generation X, The Clash e, appunto, Hanoi Rocks) ed il bassista Timo Kaltio, una figura importante e ricorrente per la band con un passato come roadie, grafico delle prime fanzine degli Hanoi, nonché caro amico d’infanzia di Nasty Suicide e di Michael Monroe. Timo verrà poi rimpiazzato, poco prima dello scioglimento dei Cherry Bombz, da Dave Tregunna ex membro degli storici punkers inglesi Sham 69 e dei goth rockers The Lords of The New Church.

Le carte si rimescolano, ma il risultato non cambia: i Cherry Bombz si presentano al pubblico con un vistoso look gitano, storicamente caro a McCoy e propongono un hard rock vitaminico ed impattante aprendo una parentesi, dal sapore vagamente commerciale, che durerà fino a tutto il 1986.

Un album dal vivo registrato al Marquee di Londra (Coming Down Slow, uscito nel 1986 in Giappone per la Mercury e nel 1987 per la francese High Dragon); una manciata di EP; un tour negli USA di supporto ai Poison freschi di contratto discografico e le successive collaborazioni, entrambe datate 1987, nei Soho Vultures di René Berg (ex Idle Flowers) e nei The Gang Bang Band assieme a Bernie Tormé, sono ulteriori test probanti che accrescono il peso del bagaglio artistico di Nasty Suicide preparandolo al salto definitivo che avverrà lontano dalle fredde terre del Nord Europa.

Le brevi esperienze on the road negli USA, maturate prima con gli Hanoi Rocks e poi con i Cherry Bombz, nonché una apparizione nel video di “Paradise City” dei Guns n’ Roses, avevano infatti lasciato un segno tangibile sulle aspirazioni di Nasty che, raccolte armi e bagagli, lascia l’Inghilterra e si trasferisce nel 1989 a Los Angeles, in quegli anni Mecca indiscussa del rock n’roll edonista che stava facendo sognare milioni di teenager americani.

Nella Città degli Angeli Nasty ritrova due suoi ex compagni di avventura: Michael Monroe, impegnato nella registrazione del suo secondo album solista (l’ottimo Not Fakin’ it che uscirà nel settembre del 1989) e proprio Timo Kaltio che vi si era trasferito alla fine del 1986 dopo aver salutato i Cherry Bombz.

Nasty SuicideUna sera, Nasty si presenta a casa di Timo, in Hollywood Boulevard e senza inutili parafrasi lo informa delle sue intenzioni: ‘I am putting a band togheter and you’re playing guitar in it’.
Era appena nata l’ossatura dei Cheap and Nasty ed i due si mettono subito alla ricerca di un batterista e di un bassista.

Le audizioni non durano a lungo ed alla fine vengono cooptati rispettivamente Les Riggs e Mike Finn (The Unforgiven), quest’ultimo presentato a Nasty da Sami Yaffa.
I primi passi e l’attitudine dei neo-nati Cheap and Nasty sono ben riassunti da Kaltio:

So we had a band. Nasty already had some demos that we started with. We rehearsed and played gigs from San Diego to San Francisco. The band’s name simply came from the phrase “cheap and nasty”, meaning a bit naff, but I’ll do!
Although being ambitious and aiming high, unlike the name ‘Cheap and Nasty’ suggests, all of us wanted to play and have a band. The name stuck

Ecco la filosofia di vita di questi ragazzi: mettere assieme una band per continuare a suonare una musica rock apparentemente facile da digerire e a buon mercato, senza altri doppi fini.
Tuttavia, almeno inizialmente, i piani del gruppo devono fare i conti con la burocrazia che, come è ben noto, non fa sconti, tantomeno se si tratta dell’ufficio immigrazione americano.
Nasty, alla fine del 1989, si vede scadere il permesso di soggiorno ed è costretto a tornare a Londra per un breve periodo, al termine del quale si imbarcherà nuovamente sull’aereo per raggiungere la sua band rimasta in California.
Al suo arrivo negli USA, al giovane chitarrista viene negato l’ingresso.
Lo scrupoloso customs office statunitense lo accusa di aver tenuto, nei mesi precedenti, dei concerti in California senza il necessario permesso di lavoro.
Imparata la lezione, Nasty fa dietrofront e se ne torna in Inghilterra, questa volta per restarci.

cheap and nasty flyer
A Londra approfondisce i contatti con la China Records, una giovane etichetta discografica fondata nel 1984 e sussidiaria della Polydor.
La China propone al giovane finlandese la registrazione di un demo di 4 pezzi: se il risultato fosse stato soddisfacente la band avrebbe ottenuto un contratto.
Allettati da questa offerta, Kaltio e Les Riggs decidono di prendere il primo volo per Londra per la registrazione del demo, mentre Mike Finn, che aveva la famiglia a Los Angeles, comunica agli altri il suo forfait e resta in California.
A sostituirlo, una vecchia conoscenza della scena punk rock inglese: il bassista Alvin Gibbs, prima negli UK Subs (lasciati nel 1984 perché divenuti, a detta di Alvin, un ‘punk cabaret’) e poi nella band di Iggy Pop assieme ad Andy McCoy per il lunghissimo Instinct World Tour del 1988.
Gibbs era una vecchia conoscenza anche per Nasty e Timo. Il primo lo aveva conosciuto nel lontano 1979, anno in cui gli UK Subs avevano suonato in Finlandia con gli Hanoi Rocks di supporto, mentre Timo ci aveva suonato assieme a Los Angeles negli oscuri Revolver.
Un americano, due finlandesi ed un inglese: a dimostrazione di come il rock n’ roll e la musica in generale non conoscano confini geografici, ma parlino una lingua universale.
Il demo soddisfa le attese e la China tiene fede agli accordi facendo firmare il contratto alla band.

I Cheap and Nasty entrano in studio nel tardo 1990 e si dedicano, anima e corpo, alla registrazione del loro primo album il cui titolo è un efficace esempio di ossimoro: Beautiful Disaster. La distribuzione sarà affidata alla Empire Music, società legata alla China/Polydor.
Per un mese intero gli studi di registrazione diventano la casa della band, nel vero senso della parola.

We started recording in Black Barn studios in Ripley, Surrey, mostly songs that we had been playing in Los Angeles, but some new ones, as well. The studio was a live-in studio: we all had our rooms to sleep in, maids to clean and make beds, cook breakfast and lunch. We worked on a tight routine from 10am to 19pm (2 pm one hour lunch) every day and then spent evenings together shooting pool and mellowing in the games room. There were no distractions, your mind is there all the time and your music becomes your life and life becomes your music

Ad arricchire lo spessore strumentale dei brani contenuti nell’album troviamo due turnisti: alle tastiere/pianoforte Mel Wesson, che aveva collaborato in passato con Alvin Gibbs ed al sassofono Jean Marc Llobell, un jazzista amico di Nasty.
La China affida la produzione esecutiva dell’intero lavoro a Chris Kimsey noto per le sue collaborazioni con i Rolling Stones, i Marillion, i Quireboys e molti altri, mentre per il missaggio viene reclutato un giovanissimo Mark ‘Spike’ Stent, poi divenuto famoso per aver curato l’assemblaggio dei suoni di Madonna, Beyoncé, Green Day e molti altri artisti mainstream.

Il risultato di questa full immersion sono 11 brani rock (14 nella edizione francese) che scivolano via veloci evidenziando lo stile elegante e discreto di Nasty Suicide il cui songwriting sfugge a facili classificazioni di genere rivelando una inaspettata poliedricità compositiva.
Elementi glam, goth, rockabilly e new wave si amalgamano alla perfezione, senza peraltro prevalere l’uno sull’altro, ma dando vita ad una miscela personale dove spesso si alternano parti elettriche a sovrapposizioni acustiche e che non cade nella trappola di fornire facili riferimenti agli amanti delle etichette.
Il collante di questo insieme è rappresentato dal timbro vocale profondo e lineare di Nasty Suicide che gioca un ruolo fondamentale nell’economia della band.
Lo stesso chitarrista Timo Kaltio ha difficoltà ad inquadrare lo stile dell’album.

The style of Cheap and Nasty has always been difficult for me to describe. I guess it is a mix of old straightforward rock and punk roots and what developed out of all that in the few more ‘quiet’ years after Hanoi and Cherry Bombz with a good sprinkle of all-time favourites of many styles that we individually liked.

I due singoli che innescano l’album sono “Mind Across The Ocean (escluso dalla track list dell’album ed uscito nel 1990) e “Beautiful Disaster, con il chorus ideato da Gibbs e le parti di chitarra delle strofe da Kaltio, del febbraio 1991. Entrambi i brani, di cui sono stati girati anche dei video, hanno il compito di dare un primo assaggio delle qualità della band; tuttavia, i momenti più rappresentativi dell’album sono quelli che restano lontani dai riflettori delle logiche di mercato.

“Moonlight” è uno stomping rock (stile Slade e Mud) scritto da Nasty all’epoca dei Cherry Bombz e sorretto da un mid tempo incalzante; “Retribution” merita una attenzione tutta particolare per via del testo, una poesia scritta dal famigerato gangster inglese Reggie Kray dalla sua cella del carcere (in cui stava scontando una pena per ergastolo) e poi donata allo stesso Nasty.
In pratica la colonna sonora della malavita inglese degli anni ‘60.
La autobiografica e coinvolgente “Stateline” narra le gesta di un cowboy metropolitano condannato a girare il mondo armato solamente della sua chitarra, mentre “Queen Bee” esplora terreni retrò lanciandosi in un furioso rockabilly post moderno.

È tuttavia la ballad “Sweet Love” a costituire il vero apice stilistico dell’album.
Il brano, scritto da Nasty in un momento difficile della sua vita privata (si rivolge alla moglie appena rientrata a Londra), inizia con cautela per poi alzare gradualmente il tiro e culminare in uno splendido assolo di chitarra dal gusto boehemienne che fa onore alle doti chitarristiche del giovane finlandese.
Una traccia dall’atmosfera tiepida ed intima che non avrebbe sfigurato su Back To Mistery City degli Hanoi Rocks.
L’intero lavoro parla una lingua nostalgica e mai urlata mantenendo un profilo basso che rivela finalmente al mondo del rock underground quello che è l’estro creativo di Nasty Suicide.

I primi riscontri commerciali sono buoni ed i Cheap and Nasty, sebbene poco supportati in fase promozionale dalla China Records, partono per il tour di rito ed iniziano a girare l’Inghilterra aprendo prima per gli americani Enuff Z’ Nuff e poi facendo coppia con gli Almighty.
La fine del tour sarà da headliner e culminerà ad aprile in un infuocato show al mitico e gremito London Astoria.
Un assaggio delle qualità live mostrate dalla band in quella occasione lo si può trovare nel lato B del 10” di Beautiful Disaster, contenente 3 brani registrati dal vivo con un banalissimo Sony Walkman.
A questo punto, la storia si fa ingarbugliata, complici anche le mosse societarie della China Records coinvolta in un processo di razionalizzazione della propria scuderia di artisti.
Dopo 3 anni di trattative, il ‘cartellino’ della band viene finalmente ceduto alla giapponese Pony Canyon che riesce a spuntarla sulla inglese Pinnacle.
Nell’aprile del 1994 uscirà, soltanto per il mercato giapponese e prodotto dalla band stessa, il secondo album Cool Talk Injection per la serie All Fired Up! specializzata, per conto della casa madre Pony, nella distribuzione di lavori Hard Rock ed Heavy Metal sul territorio nipponico.
Non vi è dubbio che questa seconda prova sia qualitativamente superiore a Beautiful Disaster.

cheap and nasty cool injection
Le sonorità e lo stile sono maturati senza tuttavia subire grosse rivoluzioni anche se Nasty decide di lasciare il microfono ad Alvin Gibbs in 2 dei 16 brani che compongono il lavoro.
L’inizio profuma di deja vu con “Devil Calling”, scritta da Nasty assieme a Dave Tregunna nel 1987 e già proposta da quest’ultimo nella track list dell’omonimo LP dei suoi Kill City Dragons nel 1990 e poi riciclata anche da Andy McCoy due anni più tardi con gli Shooting Gallery.
La versione proposta dai Cheap and Nasty è tuttavia più dura, punkeggiante e meno sfacciatamente bluesy di entrambe quelle che la avevano preceduta.
“Silent Screen” presenta un incedere ipnotico, accentuato dalla suadente timbrica di Nasty.
“Five Dollar Emotion” si candida come momento migliore dell’album: cantata da Alvin Gibbs, che sfoggia una timbrica vocale incredibilmente vicina a quella di Michael Monroe, non può non ricordare i migliori momenti di Not Fakin’ It, il lavoro solista meglio riuscito del biondo frontman finlandese.
“Lucky Dice” è un blues rock scheggiato dall’armonica mentre la splendida “Ain’t Coming Togheter sposta il tiro su versanti più attuali incorporando inaspettate contaminazioni funky.
Cool Talk Injection è un album ricco e poliedrico, cosi come ci aveva abituati Nasty Suicide con il precedente Beautiful Disaster.
Il tour di supporto permette alla band di girare il Giappone in lungo ed in largo lasciando dei bei momenti in ricordo.

We got great reception there as Hanoi Rocks were always huge there. I love playing in Japan. Everything works very smooth, audiences are great and since the island is quite small, distances from one gig to next are not huge, leaving you some time for walks in cities, seeing their culture and buying Japanese goodies

Tornati in Europa i Cheap and Nasty iniziano a perdere i pezzi: il management che fino ad allora ne aveva curato gli interessi abbandona la band che fatica a trovare un sostituto all’altezza.
Nasty decide di prendersi una pausa ed accetta la proposta di andare a suonare la chitarra ritmica per il tour dei Demolition 23, nuovo progetto filo-punk di Michael Monroe.
L’effetto domino e’ inevitabile: Alvin Gibbs lascia la band (tornerà negli UK Subs) mentre Kaltio e Les Riggs vanno avanti per un po’ a scrivere brani fino a quando anche loro alzeranno bandiera bianca ponendo ufficialmente fine al progetto.
Les Riggs tornerà negli Stati Uniti, mentre il poliedrico Timo Kaltio suonerà ancora in diverse formazioni, tra cui i Dogs D’Amour e gli ottimi The Peckham Cowboys portando parallelamente avanti la sua passione per la grafica e la pittura (tra i suoi clienti artisti del calibro di Scorpions, Hanoi Rocks, Jetboy, Randy Castillo, Dave Mustaine).

Nel 1996, dopo la parentesi nei Demolition 23, Nasty torna ad essere Jan Stenfors e registra per la Spinefarm il suo primo (e fino a questo momento ultimo) album da solista, aiutato dal fratello Frej Stenfors alla batteria (ex Venus Loon): Vinegar Blood.
Le trame stilistiche si mantengono, in linea di massima, fedeli a quanto già espresso nei Cheap and Nasty anche se in alcuni momenti si respirano a pieni polmoni le radici della musica popolare americana come nella splendida country ballad “Lonesome Town”, il cui testo esprime la nostalgia di Jan per la Finlandia o nell’efficace rhythm n’ blues di “To Love And To Hurts.

Jan Stenfors
A 33 anni Jan smette di vivere per la musica e decide di cambiare radicalmente pagina iscrivendosi alla facoltà di farmacia in Finlandia.
Oggi è un apprezzato manager per una multinazionale farmaceutica (la Rathiopharm) il che non gli impedisce, di tanto in tanto, di salire su dei piccoli palchi per tenere qualche concerto davanti agli amici o ai colleghi di lavoro.
Curioso vedere il suo curriculum lavorativo riassunto su Linkedin: laddove la stragrande maggioranza delle persone riporta le proprie esperienze scolastiche ed universitarie, Jan ha semplicemente scritto: “musician in Hanoi Rocks (1979/1996- 17 years)”.

Perché anche se la vita può drasticamente cambiare, il primo amore non si scorda mai, soprattutto se si chiama rock n’ roll!

Franco Brovelli

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